Tematiche etico-sociali

Anno della fede – Porta Fidei e fiaccolata in piazza San Pietro

Anno della FedeL’anno della Fede, che il Santo Padre ha aperto ufficialmente l’11 ottobre 2012, 50° anniversario dell’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II, è un tempo di grazie per tutta la Chiesa, chiamata ad approfondire la conoscenza del mistero di Dio, a rinnovare la gioia dell’incontro con Cristo e a riscoprire l’urgenza dell’evangelizzazione.

L’inizio dell’anno della fede è stato accolto con una fiaccolata verso Piazza San Pietro, organizzata dall’Azione Cattolica in collaborazione con la Diocesi di Roma, la sera dell’11 ottobre scorso. I numerosi fedeli, partiti da Castel Sant’Angelo, hanno attraversato Via della Conciliazione, muniti di fiaccola, per salutare il Pontefice, che alle 21.00 si è affacciato ed ha benedetto i fedeli.

La quaestio fidei è il filo conduttore che lega l’Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI con il Motu Proprio Porta Fidei dell’11 ottobre 2011 – in concomitanza con le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II (11 ottobre 1962 – 11 ottobre 2012) – e la nuova evangelizzazione, auspicata dal beato Giovanni Paolo II fin dai primi inizi del suo pontificato.

È stato proprio questo – La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana – il tema di studio e di confronto dell’Assemblea Ordinaria, la tredicesima, del Sinodo dei Vescovi (7 – 28 ottobre 2012).  La chiesa deve prendere uno slancio nuovo verso la modernizzazione e la mondanizzazione, deve trovare un modo nuovo di comunicare. Deve riunirsi per dare risposte ai segni dei tempi, si richiede apertura al  mondo, dialogo e confronto con ciò che ci unisce e non con ciò che ci divide.

Apertura, dialogo, confronto con le altre culture e religioni.

Trattando della trasmissione della fede ci si chiede se essa possa essere trasmessa: se la fede è un atto personale, come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) al n. 116, cioè è la libera risposta dell’uomo all’iniziativa di Dio, che si rivela, si potrebbe affermare che una simile decisione non possa essere trasmessa.

Tuttavia esistono due aspetti della fede: uno soggettivo, personale e uno oggettivo, fatto di enunciati, riti, comportamenti oggetto di insegnamento e, quindi che possono essere trasmessi.

La distinzione tra oggettivo e soggettivo rimanda a quella di matrice agostiniana ( De Trinitade 13,2.5) fides quae creditur (la fede creduta cioè l’aspetto oggettivo ) e fides qua creditur (la fede con la quale si crede, l’aspetto soggettivo dell’atto di fede).

Del resto chi ha scoperto Cristo, deve portare altri verso di Lui. Una grande gioia non si può tenere per sé, bisogna trasmetterla (Benedetto XVI, Omelia in occasione della XX Giornata Mondiale della Gioventù, Marienfeld 29 giugno 2005).

È necessario evitare il rischio di intellettualizzare la fede, sottovalutando la testimonianza personale della scelta di fede stessa.

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