Politica

Finalmente una primavera italiana?

Mentre la politica governativa si affanna a fare piccole cose scontate nel …

…  timore dell’avanzare prepotente della Peppegrillo-story, come del fattivo antigerontocratico Segretario postcomunista Renzi e, soprattutto, della annunciata prossima marcia su Roma dei formidabili Forconi di Sicilia, non si tiene conto che tutto questo deriva dal fatto che la gente delle contrade d’ Italia è stanca e per nulla abbocca ai miserandi contenuti dei cabaret televisivi cui partecipano rappresentanti della politica telecomandati e cinguettanti come da copione.

Certo, la politica si sarebbe dovuta svegliare molto prima per attuare riforme a vantaggio soprattutto della tutela sociale, del lavoro e della sicurezza dei cittadini, reperendo le risorse necessarie.

Come? Non dovrebbe essere difficile se noi cittadini comuni apprendiamo dai media che la Corte dei Conti denuncia che la corruzione costituisce grave danno al bilancio dello Stato intorno ai 60 miliardi. Certamente una cifra enorme, purtroppo reale, che potrebbe però raddoppiare la pensione appena sufficiente per la sopravvivenza (6000 euro annui) di 10 milioni di pensionati minimali.

Cosa è stato fatto sul piano legislativo? Nulla, anzi è stato depotenziato il quadro normativo esistente; come nulla è stato varato a seguito delle reiterate segnalazioni della Banca d’Italia sul riciclaggio, che rappresenta da solo il 10% del Pil; in Italia, infatti, ogni giorno, il riciclaggio di danaro sporco produce 410 milioni di euro, quindi è la prima azienda produttiva nazionale!

Ancora niente, dobbiamo dirlo, è stato fatto sia per recuperare i 160 miliardi l’anno che riguardano l’evasione fiscale, sia per tassare esemplarmente i 500 miliardi di euro dei superevasori che si trovano nei paradisi fiscali.

Cosa è stato fatto, ancora, contro le ecomafie, mentre ci si allarma tartufescamente per la vecchia storia della Terra dei fuochi dell’ex Campania felix, che hanno un fatturato di 19,3 miliardi annui? Inutile dirlo, un bel niente!

Basta? Dobbiamo andare avanti nell’elenco delle inadempienze e della mancanza conclamata di volontà di contrastare l’illegalità e di reperire risorse per i cittadini esasperati?

No, non andiamo avanti, ma ricordiamo solo, a vent’anni da tangentopoli, per comune memoria, che il fenomeno corruttivo allora fu quantificato in 630 mila miliardi di lire, solo sulla base dei processi svolti, da più parti ritenuto un decimo della tragica realtà.

Da allora, dai primi anni ’90, il quadro della morale pubblica non è migliorato, anzi è peggiorato. Questo conferma che siamo davvero una Nazione da primati, purtroppo negativi!

La politica dei telecomandati e nominati sa che la metà di quello che guadagniamo, annualmente, costituisce ciò che lo Stato italiano preleva ai contribuenti per bene, cioè ai cittadini a reddito fisso che pagano le tasse direttamente dagli stipendi e dalle pensioni, e che abbiamo il non invidiabile primato del prelievo fiscale più alto d’Europa?

Ne dubitiamo, come dubitiamo che sappiano, loro, i politici del nulla, che i servizi offerti dallo Stato e pagati con le tasse sono quasi sempre molto scadenti, per cui si è costretti a reperire e comprare gli stessi servizi dal mercato privato, mettendo così due, se non tre volte, la mano al portafoglio!

La politica che oggi ha paura dell’avanzare prepotente della Peppegrillo-story, del fattivo antigerontocratico Segretario postcomunista Renzi come soprattutto della annunciata prossima marcia su Roma dei formidabili Forconi alla siciliana, sa che c’è chi pensa che per recuperare risorse di fronte ad un’emergenza economica gravissima si debba rivoluzionare il pianeta sicurezza dello Stato depotenziando l’Arma dei Carabinieri e, come appreso nei giorni scorsi, anche con l’eliminazione del Corpo Forestale dello Stato?

E tutto questo accade in uno Stato dove l’illegalità, la corruzione e la criminalità hanno occupato tutti i settori della vita politica, civile e pubblica modificando l’idea stessa di democrazia.

Possibile non si capisca che le Forze dell’Ordine sono l’unico presidio di legalità di uno Stato nel quale essere onesti è diventata l’eccezione ed essere delinquente è divenuta la normalità?

La nostra, una nazione in cui nella Pubblica Amministrazione prevalgono le logiche della massoneria “Piqquattrista” in virtù delle quali la scelta dei dirigenti e soprattutto dei superdirigenti avviene non per capacità, ma a vantaggio di modeste figure o mezze tacche manovrabili che per abilità volpina sanno tessere relazioni con cricche di potere rapaci. Una democrazia, la nostra, devastata da mafie e da grassazioni, attentati e bombe stragiste. Un’Italia, ancora, la nostra, dove la borghesia colta, base formidabile per uno stato di diritto, è sparita a vantaggio di un ceto medio cresciuto oltre misura, ignorante, privo di tradizioni e autoreferenziale.

Bene, concludendo, di cosa la politica ha paura?

Vedremo se riuscirà, ancora, con astuzie e blandizie, ovvero con compromessi e promesse da non mantenere a gettare acqua sul fuoco della protesta, ovvero dovrà cambiare registro davvero come tutti sperano, però con forti dubbi.

Sì, con forti dubbi, perchè siamo in Italia!

Back to top button
SKIN:
STICKY