Spettacolo

Cultura e Spettacolo: “L’estasi dell’oro”

il buono il brutto il cattivo locandinaRoma, 8 settembre – Credo che ognuno di noi, parlando di cinema, musica, teatro ma anche sport, conservi un’immagine che rimane impressa nella memoria e ne costituisca la sintesi dell’opera o dell’evento sportivo visto.
Il film “Il buono, il brutto, il cattivo”, girato e fatto uscire nel ’66, nel finale propone una scena che a mio modesto avviso è entrata nella storia della cinematografia mondiale, quando Tuco, personaggio magistralmente interpretato da Eli Wallach, entra nel cimitero per trovare la tomba nella quale sono sepolti 200.000 dollari.
La musica  che ha sublimato la scena, è un capolavori di tre minuti e venti secondi composta da Ennio Morricone ed è incredibilmente attinente alla corsa folle del protagonista che cerca disperatamente la tomba in un cimitero dove ce ne erano centinaia.
Il crescendo della colonna sonora, arricchita da uno splendido coro, va di pari passo con l’incedere del protagonista stesso, appunto un’estasi dell’oro; un momento di grande espressività con l’ausilio di un montaggio all’altezza della situazione.
Il film completa quella che il regista Sergio Leone definì “la trilogia del dollaro”, dopo i successi di “Per un pugno di dollari” del’64 e di “Per qualche dollaro in più” del ’65, con una novità sostanziale e cioè che i protagonisti erano tre anziché uno.
Qualche critico ha scritto che in ognuno dei tre primi-attori ci poteva essere qualcosa di Leone: il Buono, Clint Eastwood, metodico e calmo; il Brutto, Eli Wallach, cialtrone e ironico e il Cattivo, Lee Van Cleef, cinico e spietato.
I tre protagonisti concepiti da Leone si muovono ai margini di una sanguinosa guerra civile americana, intorno al 1860, completamente disincantati ed avulsi dalla tragedia del Paese; tra il Texas al New Mexico il filo conduttore dei tre è il bottino costituito da 200.000 dollari in oro.
Sergio Leone nel rivitalizzare il genere “western”,che stava progressivamente morendo, diede un’impronta molto diversa alle sue storie, che rispetto agli stereotipi americani si basavano su uno spiccato senso dell’ironia e dell’amicizia molto radicato.
Altre curiosità legate a ”Il buono, il brutto,il cattivo” sono la musica che fu composta in anticipo rispetto alla sceneggiatura del film, con l’idea di basare il tema musicale portante sul suono di un coyote, un tema su tre diverse variazioni che rifletteva  i tre personaggi principali; poi i ruoli dei tre “tenori” che hanno vissuto di arricchimenti e variazioni rispetto all’originale copione. Wallach apportò al personaggio di Tuco una maggiore gestualità ed una vis-comica eccezionale, Eastwood, nella parte del Biondo, che riteneva di avere una parte inferiore rispetto a Wallach e Van Cleef, nella parte dello spietato killer Sentenza, che accettò senza problemi il ruolo del cattivo dopo il grande successo del bravo Colonnello Mortimer in “Per qualche dollaro in più”.
A cinquant’anni dalla sua uscita il film è stato restaurato ed ha conservato intatte le suggestioni dell’epoca, considerando il genere ormai decaduto, con un ulteriore simpatico ricordo di alcuni dialoghi tra il Biondo e Tuco del tipo: “il mondo si divide in due categorie quelli con la pistola e quelli con una corda al collo” e “il mondo si divide in due quelli che hanno la pistola e quelli che scavano, tu scava”.
Geniale!

       

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