Politica

In Francia ha vinto lo spauracchio della guerra civile

guerra civileRoma, 20 dicembre – Nelle elezioni regionali francesi il vero vincitore è stato lo spauracchio di una pericolosa destabilizzazione interna  orchestrata e strumentalizzata magistralmente dalla coalizione di  centro-sinistra.

A bocce ferme, da una sommaria e disincantata valutazione dei risultati della prima tornata elettore e del successivo ballottaggio, sembrerebbe che lo sconfitto sia stato il Fronte Nazionale.

Paradossalmente, però, la signora Marine Le Pen, può, ora vantarsi di rappresentare la prima forza politica nazionale col suo 30 % dei votanti e con ottime possibilità di partecipare al ballottaggio nelle prossime elezioni politiche generali in programma nel 2017.

Per onestà intellettuale bisogna riconoscere che i “vincitori” sono stati parchi e moderati dopo la proclamazione della loro vittoria, quindi si è assistito ad un sostanziale ridimensionamento dei loro spot trionfalistici tipici in occasioni di questo genere.

Anche l’Europa ha tirato un sospiro di sollievo perché nel programma di Marine Le Pen, oltre all’attacco frontale ai poteri forti della politica e della finanza, c’era (e c’è), anche la Comunità Europea nel suo insieme.

Sintomatica e molto significativa l’esultanza del presidente del Parlamento Europeo, Schulz, noto agli italiani per le pesanti accuse di collusioni con la mafia, rivolte pubblicamente ai nostro Premier “pro tempore”, Silvio Berlusconi.

Nella circostanza, il Cavaliere ha replicato pesantemente invitando il suo accusatore, ad accettare il ruolo di “capò” in un film in produzione a Roma sui “lager nazisti” durante la 2^ guerra mondiale.

Come si ricorderà, è successo di tutto e di più, persino  la cancellazione della  visita ufficiale in Italia  del cancelliere tedesco dell’epoca, Schroeder.

Ma la “frittata ”era già stata fatta e l’eco non si è ancora del tutto spenta.

Il vecchio adagio ci ricorda che il fine giustifica sempre i mezzi, ma l’alleanza dei socialisti di Hollande con i repubblicani di Sarkozy, finalizzata a sbarrare la strada al Fronte National, crea obiettivamente delle perplessità.

Qualche buontempone  indigeno ha cercato di accostare la Lega di Salvini al partito dei Le Pen, ma è assai difficile immaginarsi una similitudine del genere, perché, mentre La Lega ha già fatto, per anni, parte del governo del Paese ed amministra  tuttora le Regioni più importanti d’Italia, il Fronte National non ha ancora  avuto modo di dimostrare come intenda governare la Francia.

Non si può nemmeno pensare che i nostri amici transalpini abbiano votato in questo modo a causa del devastante shock per il terrificante attentato terroristico, perché, sostanzialmente, i risultati confermano i sondaggi dei mesi precedenti.

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