Politica

Rifiuti tossici in Campania? Vicenda ben nota!

Rifiuti tossiciRifiuti tossici trovati fusti a Casal di Principe!

Li hanno realmente trovati in un terreno i tecnici dell’Arpa Campania (Arpac) e i Vigili del Fuoco di Caserta, in collaborazione con i Carabinieri del NOE. Erano a circa 10 metri sotto terra da più venti anni, in un terreno di proprietà privata. Si tratterebbe di fanghi industriali e di materiale ferroso. Gli scavi sono stati ordinati dai PM Antimafia di Napoli Conzo e Landolfi. Così la stampa e le televisioni in questi giorni martellano gli Italiani. Il tutto è avvenuto a seguito delle dichiarazioni di Carmine Schiavone, storico pentito della camorra dei “Casalesi”, nell’ormai famosa recente intervista a Sky Tg 24, in cui tra l’altro ha affermato di aver rivelato a suo tempo alla Commissione Parlamentare sul Ciclo dei Rifiuti, nel corso di un’audizione, i luoghi in cui la malavita organizzata aveva sepolto i rifiuti. Sembrerebbe ancora, incredibile a dirsi, che quelle dichiarazioni siano ancora, a distanza di anni, segretate. Ma è possibile che la Politica di tutti i colori e tendenze, che in queste ore con sicumera si agita allarmata con frasi roboanti ad effetto, nulla sapeva? Possibile che l’immane pubblicistica e ampia documentazione sull’argomento non le abbia solleticato la benché minima curiosità? Possibile che nessun politico autorevole abbia visto la trasmissione “Vieni via con me” di Fabio Fazio del 2011, nella quale, con quaranta minuti di telepredicazione, Roberto Saviano ha messo a nudo la storia che, alla fine degli Anni Ottanta, per accordi sottobanco, prevedeva lo smaltimento di rifiuti tossici in cambio del finanziamento di campagne elettorali? “”La dinamica è semplice -ha detto lo scrittore- perché le discariche sono piene, la Magistratura le sequestra, i camion non scaricano, la “monnezza” resta per terra, si moltiplicano i roghi per bruciarla””. Più di otto miliardi di euro in 10 anni per l’emergenza Campania, una massa di denaro su cui la politica ha speculato e lucrato senza risultati, facendo però guadagnare la Camorra. Tornando al recente rinvenimento di rifiuti tossici, non è da escludersi che siano proprio quelli della famosa indagine “Cassiopea”, della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (CE), con il bravissimo PM Donato Ceglie, unitamente ai Carabinieri del NOE, iniziate alla fine del 1999 e portate avanti per tre anni. Furono indagini avviate a seguito di un sequestro eseguito presso un impianto di conglomerati bituminosi nella zona del napoletano; si calcolarono ben un milione di tonnellate di rifiuti anche pericolosi  sversati o “tombati” nel cosiddetto triangolo della morte:Acerra, Santa Maria la Fossa e, appunto, proprio Casal di Principe. I rifiuti provenivano dai poli industriali situati in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana, principalmente da industrie siderurgiche, metallurgiche, cartarie e conciarie, per essere trattate da ditte compiacenti abilitate al trasporto, all’ intermediazione, al recupero ed allo stoccaggio. Fu un’inchiesta clamorosa; fu proprio quella alla quale si ispirò lo stesso Saviano per il suo “Gomorra”. Il processo che seguì si è però concluso con un nulla di fatto per i 95 imputati, quasi tutti titolari di aziende e autotrasportatori che sversavano i rifiuti nelle campagne; infatti, quasi tutti i reati sono risultati, grazie alle inefficaci Leggi, prescritti. La politica dovrebbe sapere bene, ma lo ricordiamo volentieri ai lettori, ribadendo concetti già espressi su questa testata, che non è la sola criminalità organizzata ad operare in modo illegale; esistono, notoriamente, società commerciali che hanno come “ragione sociale” proprio la gestione illecita di rifiuti, soprattutto di origine industriale. Conseguentemente, si è accresciuta, ovunque, la propensione all’illecito smaltimento come anche è aumentata la dimensione del mercato illegale gestito dalla criminalità, attratta dalla possibilità di realizzare ingenti guadagni, anche attraverso il ricorso ad indebite acquisizioni di finanziamenti pubblici. Come ampiamente riferito nella Relazione sulla Campania da parte della Commissione Interparlamentare , e come  anche accaduto per l’esperienza commissariale calabrese, spesso si è verificato che la stessa Struttura Commissariale per l’emergenza rifiuti abbia favorito le organizzazioni criminali dedite al traffico illecito dei rifiuti ed allo sfruttamento illecito delle risorse ambientali. Tutto questo la Politica che oggi alza la voce per correre ai ripari, ovviamente solo per motivi elettorali, lo sa? La Politica ha conoscenza di quel che accade nella “Terra dei fuochi” dove, oltre ai roghi tossici, sono sempre più forti le proteste di comitati, di Parroci e cittadini? Avvertono, loro, i politici, la necessità della doverosa informazione sul rapporto tra tumori e discariche illegali? Sentono, nella loro coscienza, che costituisce obbligo valutare le ricerche scientifiche che riguardano mortalità e incidenza delle patologie oncologiche in talune aree della Campania? Al riguardo, uno dei maggiori esperti in Italia, il Prof. Pietro Comba, responsabile del Dipartimento Epidemiologia Ambientale dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), intervistato recentemente, ha prudentemente risposto di non poter commentare dati ritenuti oltremodo allarmanti anticipati dai media, in quanto non ancora validati e pubblicati. Nella circostanza ha però precisato che ci sono altri studi su cui si può fare sicuro riferimento, come quello del 2007 sul “Trattamento dei rifiuti in Campania: impatto sulla salute umana. Correlazione tra rischio ambientale da rifiuti, mortalità e malformazioni congenite”, che  analizza i dati ambientali e le percentuali di mortalità di 196 comuni nelle province di Caserta e Napoli, commissionato dal Dipartimento della Protezione Civile e realizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Istituto Superiore di Sanità, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Osservatorio Epidemiologico della Regione Campania e l’Arpa della Campania. Bene, lo studio in parola ha rilevato percentuali del 9% in più per gli uomini e del 12% in più per le donne il rischio di tumore e 84% in più la possibilità di far nascere un bambino con malformazioni congenite, se si risiede nei comuni di Acerra, Aversa, Bacoli, Caivano, Castel Volturno, Giugliano in Campania, Marcianise e Villa Literno. Che aggiungere di più? Nulla, ovviamente, ma almeno, per decenza, la politica locale, regionale e, soprattutto nazionale, abbia l’accortezza di non fiatare, di non meravigliarsi!

 

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