Politica

Renzi punta a monopolizzare l’informazione

Renzi e la RAIRoma, 29 maggio – Ci sono degli avvenimenti nella vita di tutti i giorni che, per  essere portati a compimento con successo, occorre il consenso delle parti.

L’aspetto più importante, in casi del genere, riguarda la disponibilità dei soggetti che può essere concordata, omaggiata, oppure estorta con minacce, pressioni e ricatti di qualsivoglia natura.

Uno degli obiettivi primari per il Presidente del Consiglio, riguarda proprio la ricerca ad ogni costo del sostegno degli organi d’informazione, o, quanto meno, la loro non belligeranza nei confronti del suo governo.

È assai verosimile che la personalizzazione esasperata del referendum di ottobre sulle riforme costituzionali, potrebbe rivelarsi un letale boomerang, con conseguenze devastanti per i protagonisti e l’intera struttura che li sostiene.

È fin troppo ovvio che ormai non si potrà più tornare indietro rimescolando le carte, pena la perdita totale della credibilità, senza contare che il Paese è nettamente spaccato in due e la “guerra” non dichiarata ha già fatto le prime vittime.

Non conosciamo i retroscena dell’improvviso licenziamento del direttore del quotidiano “Libero”, Maurizio Belpietro, ma secondo alcuni importanti osservatori, si è trattato di un vero e proprio siluramento per alcune sferzanti critiche rivolte proprio contro lo stesso Renzi.

Non è che il nuovo direttore  (e fondatore), dello stesso giornale, l’autorevole Vittorio Feltri, si sia improvvisamente convertito, come San Paolo sulla via di Damasco, sposando la strategia politica del centro-sinistra, ma nel caso specifico, si è nettamente e pubblicamente espresso per un netto “si”, sia pure con qualche distinguo  non certo vincolante.

In alcuni ambienti solitamente molto bene informati, si sussurra che un altro noto giornalista verrà presto sacrificato sull’altare della “liturgia renziana”, attualmente conduttore del settimanale “Virus, il contagio delle idee” in onda ogni giovedì in prima serata sul secondo canale della RAI.

Si tratterebbe di Nicola Porro, collaboratore fisso del “Giornale” della famiglia Berlusconi e diretto da Alessandro Sallusti, entrambi ritenuti moderati del centro-destra.

Le motivazioni dell’accusa riguarderebbero la scelta degli ospiti, tra cui Vittorio Sgarbi che introduce abitualmente la trasmissione e gli argomenti in discussione, ritenuti sempre in chiave non certo filogovernativa.

La situazione è tutt’altro che stagnante e lascia supporre che presto si evolverà;  in quale senso lo scopriremo nelle prossime settimane.

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