Medicina

Concorsone medicina. Bastano i quiz per fare buoni medici?

lascia raddoppia bongiorno totoRoma, 16 settembre – Sono passati almeno sessanta anni da quando il giovedì sera Mike Bongiorno monopolizzava l’Italia con il gioco a quiz “Lascia o Raddoppia?” ma, notiamo, con amarezza, che quel meccanismo è utilizzato ancora oggi, pensate un po’!…allo scopo di selezionare i partecipanti ad un concorso che,  per il loro numero, è stato giustamente definito “concorsone”.

Stiamo parlando dell’ammissione ai corsi di laurea di Medicina.

Non è la prima volta che questo accade e non sarà l’ultima, ma questo ci porta a porci la domanda, “…mah, che cosa sta succedendo?…”

Le ipotesi possono essere due: o le scuole dello stato non servono più a niente e si cerca un mezzo per superare il problema, senza ammetterne o denunziarne l’esistenza  o le facoltà universitarie sono state equiparate ad un corso per il conseguimento della patente automobilistica.

In questa situazione siamo anche disponibili a considerare la possibilità di usufruire di questo sistema per selezionare gli aspiranti a tutte le altre facoltà, ma non possiamo non tener conto che Medicina e Chirurgia è diversa e impone, oltre all’applicazione di nozioni tecnico-scientifiche, anche una disposizione psicologico-emotiva e una capacità di immediatezza di decisioni che non possono essere espresse in una serie di risposte ad un questionario costituito di quiz.

Inoltre, impera sempre il vecchio e pur sempre attuale parametro dell’inseguimento del “camice bianco”.

Il voler diventare tutti dottori, anche al di la delle possibilità ricettive delle strutture, può portarci, anzi, in parte già lo siamo, alla saturazione del settore.

Nel film “La moglie del prete”, le parole di Don Mario al suo vecchio maestro, riferite nel collegio, a tutti gli “aspiranti alla tonaca”, fotografano alla perfezione questo problema: “tutti questi ragazzi vogliono diventare preti, ma quanti di questi, se non rinunceranno prima, saranno dei buoni preti?”

La situazione che si va delineando deve farci riflettere e convincere di due cose.

Per fare il medico, non basta rispondere ai quiz di un questionario prestampato, bisogna esserci tagliati e questo impone di essere disponibili al poter essere non padroni della propria vita, se si vuole fare il “medico sul serio”, altrimenti si finisce con l’andare a fare l’impiegato della mutua; e secondo, e questo riguarda le strutture e il legislatore, se si ricorre a questo sistema per selezionare gli aspiranti “dottori”, questa è una chiara dimostrazione che la scuola, non è più in grado di “formare” gli aspiranti alle professioni.

La situazione indica che si deve tornare ai sistemi di Giovanni Gentile che, giustamente, operavano queste selezioni, oggi affidate alla “memoria” di Mike Bongiorno, fin dalla scuola primaria.

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