Medicina

Anoressia – La malattia altera anche il tatto e l’orientamento

Questo l’esito delle equipe di ricerche coordinate dal Prof. Santino Gaudio e pubblicate sulla rivista Plos One

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Roma, 19 novembre – È un’immagine alterata del proprio corpo quella che viene trasmessa dal tatto a chi soffre di anoressia.

Questo risultato ottenuto dal gruppo di ricercatori guidati dallo psichiatra italiano Santino Gaudio, che collabora con diverse università italiane ed estere, è stato  pubblicato sulla rivista Plos One.

Per la prima volta, i ricercatori hanno analizzato e ricostruito la rete di alterazioni multisensoriali.

”Abbiamo fatto una revisione – spiega il Prof. Gaudio – degli studi fatti finora che avessero investigato la percezione del proprio corpo da un punto di vista multisensoriale, delle diverse aree del corpo”. È emerso così che ”Con il tatto percepiscono come più grandi di quello che sono le parti del corpo più importanti per le donne, come gambe e fianchi” Inoltre, in queste pazienti   ”Abbiamo riscontrato risultati simili a quelli dei pazienti che hanno avuto un ictus, in quanto mostrano un deficit nel riconoscere l’orientamento del proprio corpo”.

L’esito di questi studi, offre  un nuovo contributo per meglio comprendere il sintomo cardine dell’anoressia nervosa, che è la distorsione dell’immagine corporea, consentendo di indirizzare le cure anche verso una riabilitazione multisensoriale del rapporto con il proprio corpo.

”A tal fine partirà con l’università Cattolica di Milano, nei prossimi mesi – conclude il Prof. Gaudio –  un progetto di riabilitazione del corpo, con la riorganizzazione della propria immagine, che vedrà l’utilizzo della realtà virtuale. Se non si va ad agire sul sintomo della distorsione del corpo, che è reale e non solo la ricerca di un modello di perfezione, la terapia è in un certo senso completa”.

 

 

 

 

Anoressia –

 

Anoressiche, anche il tatto e’ alterato, si sentono più grandi

Problemi nell’orientamento, come in chi ha avuto ictus

Chi soffre di anoressia ha un’immagine alterata del proprio corpo e delle sue forme che va oltre la vista, ma coinvolge anche il tatto e la capacità di riconoscere l’orientamento del proprio corpo nello spazio. A ricostruire per la prima volta questa rete di alterazioni multisensoriali, che apre la strada a nuove terapie, è un gruppo di ricercatori guidati dallo psichiatra italiano Santino Gaudio, che collabora con diverse università italiane ed estere, e ha pubblicato lo studio sulla rivista Plos One. ”Abbiamo fatto una revisione – spiega Gaudio – degli studi fatti finora che avessero investigato la percezione del proprio corpo da un punto di vista multisensoriale, delle diverse aree del corpo”. Si è così visto che le pazienti affette da anoressia nervosa non solo si vedono grasse e in sovrappeso anche quando sono in condizioni di estrema magrezza o di grave denutrizione, ma hanno una percezione alterata delle loro forme corporee. ”Con il tatto – continua – percepiscono come più grandi di quello che sono le parti del corpo più importanti per le donne, come gambe e fianchi”. Non solo. Queste pazienti hanno anche dei deficit nel riconoscere l’orientamento e la posizione delle parti del loro corpo. ”Abbiamo riscontrato – prosegue Gaudio – risultati simili a quelli dei pazienti che hanno avuto un ictus, in quanto mostrano un deficit nel riconoscere l’orientamento del proprio corpo”. Questo nuovo contributo alla comprensione del sintomo cardine dell’anoressia nervosa, che è la distorsione dell’immagine corporea, apre la strada a nuove possibili strategia di cura, che siano anche mirate ad una riabilitazione multisensoriale del rapporto con il proprio corpo. ”A tal fine partirà con l’università Cattolica di Milano, nei prossimi mesi – annuncia il ricercatore – un progetto di riabilitazione del corpo, con la riorganizzazione della propria immagine, che vedrà l’utilizzo della realtà virtuale. Se non si va ad agire sul sintomo della distorsione del corpo, che è reale e non solo la ricerca di un modello di perfezione, la terapia è in un certo senso completa”.

 

 

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