Spettacolo

Pane e cioccolata.

18 gennaio del '74, la prima uscita del capolavoro di Brusati.

Roma, 18 gennaio 2019 – Quando un film viene riconosciuto come opera rappresentativa ed inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare, parliamo di una pellicola di grande rilievo.
E’ il caso di “Pane e cioccolata”, uscito nelle sale esattamente 45 anni fa, diretto da Franco Brusati ed interpretato da un Nino Manfredi in grande forma che si è avvalso di una pregevole sceneggiatura dello stesso Brusati e di Iaia Fiastri.
Tema caldo negli anni ’70 quello dell’immigrazione, al contrario però rispetto alle problematiche attuali perché riferito agli ultimi flussi dei nostri connazionali fuori del nostro Paese, con Brusati, che cinque anni dopo vince un David di Donatello per “Dimenticando Venezia”, che dirige con perfetto equilibrio la trama tra il surreale ed il grottesco.
Ci troviamo in Svizzera e Manfredi tratteggia il personaggio dell’emigrante Nino Garofoli da par suo alternando momenti di disperazione, a seguito del provvedimento di espulsione per essere stato fotografato da alcuni turisti mentre faceva pipì all’aperto, a situazioni umoristiche.
Celebre la battuta in risposta al commissario di polizia che gli chiede conto del suo reato: “lei è italiano?”, “nessuno è perfetto signor commissario!”
Nelle varie peripezie, successivamente, da clandestino Garofoli/Manfredi cerca in tutti i modi di riscattarsi, di potercela fare, pur di non ritornare a casa senza lavoro ed in tutti i modi tenta d’integrarsi come quando si tinge i capelli di biondo ed in un bar assiste in televisione ad una partita della Nazionale italiana di calcio. Nino, abbastanza goffamente, appoggia i commenti negativi di alcuni spettatori locali contro gli italiani salvo poi esplodere in un urlo liberatorio ad una rete degli azzurri.
Anche la scena finale è significativa del disagio dell’emigrante Nino che sul treno di ritorno in Italia non sopporta i canti di alcuni connazionali sulle note di “simmo ‘e Napule paisà” e, tirando il freno d’allarme, scende dal treno stesso per riprendere la sua battaglia d’integrazione.
Una menzione particolare va anche a dei caratteristi che hanno nobilitato la pellicola come uno strepitoso Gianfranco Barra, nella parte del turco antagonista di Nino per un posto da cameriere in un grande ristorante, come Tano Cimarosa o Ugo D’Alessio, per citare anche Johnny Dorelli nella parte dell’industriale italiano fallito.
Un affresco italiano che ha ulteriormente valorizzato la nostra cinematografia in tutta Europa.

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