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Liguria sotto choc: la storia vera di Donato Bilancia, il serial killer italiano

Dalla vita ordinaria ai crimini efferati: il percorso di un uomo comune diventato uno dei serial killer più temuti d’Italia.

Negli ultimi mesi del 1997, la Liguria non dormiva più tranquilla. Tra Genova, Savona e Imperia, una scia di sangue lasciava dietro di sé paura e mistero. Nessuno sapeva chi fosse il responsabile, fino a quando emerse il nome che avrebbe segnato per sempre la cronaca nera italiana: Donato Bilancia, il serial killer che in meno di un anno uccise 17 persone.

Il volto della normalità: chi era Donato Bilancia

Donato Bilancia nasce a Potenza nel 1951 e cresce a Genova. Ai più sembrava un uomo comune, senza segnali di pericolosità: frequenta i casinò della Riviera, ha problemi economici e una vita segnata da solitudine e frustrazioni. Ma dietro questo volto “ordinario” si nascondeva una mente capace di pianificare e compiere omicidi con una lucidità impressionante. La normalità apparente fu forse la sua arma più potente, perché gli permise di muoversi tra le vittime senza destare sospetti.

La scia di sangue: i 17 omicidi in Liguria

L’autunno del 1997 segna l’inizio della sua attività criminale. Le vittime erano uomini e donne di contesti completamente diversi: lavoratori, pendolari, prostitute, guardie giurate. Nessun pattern apparente, nessun collegamento immediato. E poi ci fu il colpo che sconvolse tutti: il duplice omicidio sul treno regionale tra Ventimiglia e Genova, che trasformò un viaggio quotidiano in un luogo di terrore. La Liguria, fino ad allora considerata relativamente sicura, si ritrovò improvvisamente vulnerabile.

La cattura: indagini complesse e la confessione shock

Gli investigatori si trovarono davanti a un mosaico apparentemente impossibile da ricomporre. Ogni delitto sembrava scollegato dall’altro, e le piste erano numerose e spesso contraddittorie. Solo l’incrocio tra analisi balistiche, intercettazioni e pedinamenti portò a un nome: Donato Bilancia. Nell’aprile del 1998, l’uomo viene arrestato e sorprende tutti: confessa immediatamente tutti i 17 omicidi, ricostruendoli con una precisione agghiacciante. Una confessione che chiuse uno dei capitoli più complessi della cronaca nera italiana.

L’Eredità criminologica del Caso Bilancia

Nel 2000, Bilancia viene condannato a 13 ergastoli. Trascorre il resto della sua vita in carcere mantenendo un profilo basso e senza clamori mediatici. Muore nel 2020 per complicazioni legate al Covid-19, lasciando dietro di sé un mistero che ancora oggi affascina criminologi, giornalisti e appassionati di true crime.

Il caso di Donato Bilancia non è solo un episodio di violenza estrema. È un esempio unico di serial killer italiano capace di colpire senza schemi precisi, creando paura e tensione sociale in poco tempo. Ancora oggi, studiosi analizzano la sua mente e le dinamiche dei suoi crimini per capire come un uomo apparentemente ordinario possa diventare un assassino così prolifico. Per un approfondimento sulle conclusioni giudiziarie e l’analisi dei delitti, consulta la Sentenza integrale.

Le domande che lascia aperte sono inquietanti: quali segnali possono far riconoscere una mente pericolosa? È possibile prevedere simili escalation criminali? Il caso Bilancia resta un monito sulla fragilità della sicurezza e sul lato oscuro nascosto dietro un volto comune.