Svelati i criteri del Doc Music Contest di Rieti
Nell’intervista Paolo Di Sabatino svela il suo anema e core: sensibilità, professionalità e premi per i talenti. Un “provinciale convinto”.

Intervista al Maestro Paolo Di Sabatino
Pianista, compositore e arrangiatore di fama internazionale, ha accettato con entusiasmo la Direzione musicale del Doc Music Contest, che avrà luogo a Rieti, Teatro Flavio Vespasiano dal 23 al 25 ottobre 2025, sottolineando come oggi più che mai sia importante puntare sulla qualità, sull’intensità interpretativa e sull’autenticità degli artisti.
Nell’intervista che segue, il Maestro parla di sensibilità, emozioni e professionalità, ma anche di giovani, talento e delle opportunità concrete che il Contest offre, grazie anche ai premi in denaro. Tra ninne nanne dedicate ai figli, Caterina e Luigi, collaborazioni prestigiose e un legame con Teramo e L’Aquila, emerge il volto vero e trasparente del Maestro.
La voce della Direzione Musicale
Le origini
È nato a Teramo: in quali luoghi ha vissuto?
Teramo e provincia, Bellante e Tortoreto, per la precisione. Sono un provinciale convinto.
È figlio d’arte?
Sì, mio padre Vincenzo è un pianista ed è stato il mio insegnante di pianoforte.
La sua famiglia, quanto ha contato nelle sue scelte artistiche?
La famiglia è importante, soprattutto all’inizio. Gli stimoli, quando sei ragazzino, sono fondamentali. Il resto del mio percorso l’ho intrapreso seguendo il mio istinto e i miei desideri.
Qual è stato il momento in cui la musica è diventata la sua scelta di vita e non solo un’eredità di famiglia?
Gli stimoli di cui sopra, quando sei in una casa dove si ascolta musica in continuazione, è facile appassionarsi. Ma non scontato. Sono nati grandi musicisti in famiglie di operai e operai in famiglie di musicisti. Io, per mia fortuna, ho fatto tesoro della mia infanzia all’insegna della musica, portando a termine gli studi di Conservatorio sia in piano classico che in musica jazz.
Emozioni e ricordi
Qual è stato il momento più emozionante della sua carriera fino ad oggi?
Fortunatamente ne ho avuti diversi e mi rimane difficile sceglierne uno solo. La collaborazione con Fabio Concato, quella con Altan, il primo Sanremo con Antonella Ruggiero, la prima volta che ho condiviso il palcoscenico con Giorgio Albertazzi e Michele Placido insieme, Peppe Servillo che registra la canzone che ho composto per mia figlia Caterina.
Ci parli della sua collaborazione con Francesco Tullio Altan, meglio noto semplicemente come Altan. Fumettista, vignettista e autore satirico, ha segnato intere generazioni con la sua ironia pungente e il suo tratto inconfondibile; personaggi come la cagnolina Pimpa o il cinico operaio metalmeccanico Cipputi sono impressi nell’immaginario collettivo italiano. Come lo ha conosciuto?
Ho scritto una serie di Ninne Nanne per i miei figli, Caterina e Luigi, quando erano piccoli e mi venne in mente di pubblicarle. Provai a contattare Altan, lo trovai sull’elenco telefonico. Mi dicevano che era un pò burbero e che mi avrebbe detto di no. Una mia amica lo aveva conosciuto e mi consigliò di insistere, di non cedere al suo primo rifiuto. Riuscii a parlarci e gli illustrai la mia idea di disegnare le storie di Pimpa con le mie musiche. Mi disse che non aveva tempo.
Io gli dissi che il tempo lo avevo, che non avevo nessuna fretta e gli chiesi di pensarci. Mi disse: “Sentiamoci dopo l’estate”. Andai a trovarlo, gli feci ascoltare le mie musiche, gli piacquero ed è nata questa pubblicazione “Le Ninne nanne di Pimpa”.
C’è un artista, anche del passato, con cui avrebbe voluto suonare o collaborare?
Anche qui, ce ne sarebbero diversi. George Benson racchiude in un solo artista il mio amore per il jazz e per la canzone e poi Quincy Jones.
Quando non è al pianoforte o sul palco, cosa le piace fare?
Faccio lunghe camminate quasi ogni giorno, mi aiuta a pensare e a sollecitare il metabolismo. E durante le mie camminate ascolto musica in continuazione, jazz, classica e molta dance anni ’70. Nella mia playlist non mancano mai i due gruppi di quell’epoca che adoro: Earth, Wind & Fire e Kool and the Gang. Poi mi rilasso con le serie TV o qualche bel film. E mi piace fare dolci, soprattutto torte al forno ma anche semifreddi.
C’è un ricordo della sua infanzia o giovinezza legato alla musica che porta sempre con sé?
Direi l’ultimo concerto di mio padre. È stata un’emozione enorme. Avevo 16 anni mi pare.
Se non fosse diventato musicista, quale altra strada avrebbe potuto scegliere?
Da bambino mi piaceva disegnare e giocare a calcio. Ma la musica ha preso prepotentemente il sopravvento su tutto.
Qual è il brano che, ogni volta che lo suona, le dà ancora i brividi?
Per fortuna ho il brivido facile, non saprei come gestire il fare musica senza emozionarmi. Quindi anche qui, sono diversi, sia composti da me che cover. I brani di Concato, Gino Paoli, Dalla. e poi Henry Mancini, Michel Legrand. E poi mi emoziona molto suonare Blackbird dei Beatles.
La direzione musicale del Contest e il legame con L’Aquila
Che tipo di “gemellaggio” c’è tra Doc Music Contest e la città di L’Aquila?
C’è parecchio del “Casella” in questo Contest. La mia presenza, quella di Claudio Di Massimantonio, il direttore del Conservatorio di musica “Alfredo Casella” e la collega Maria Cristina De Amicis in una delle commissioni di preselezione.
Le selezioni avverranno proprio al Casella e il gruppo che accompagnerà i cantanti, con i miei arrangiamenti, è formato da ex allievi e allievi del nostro Conservatorio: Alessandro “Charlie” Mariani (chitarra), Alberto Bianchi (piano e tastiere) e Matteo Grandoni (basso), ex allievi.
Poi i coristi, allievi di canto pop e jazz: Alessandra Rossi, Antonella Scellini e Mikael Perez Mendoza. Poi c’è un imbucato, che è mio fratello Glauco alla batteria, colonna portante di tantissimi dei miei lavori. Affido quasi sempre a lui e alla sua solidità ritmica le parti di batteria delle mie produzioni.
Quali sono le motivazioni dietro l’esclusione dei residenti delle Province di Rieti, L’Aquila e Teramo dal Contest?
Abbiamo deciso di non ammettere alla partecipazione i residenti delle province di Rieti, L’Aquila e Teramo perché gli organizzatori vivono e/o lavorano in questi territori. Per evitare qualsiasi possibile conflitto di interessi abbiamo preferito regolamentare così.
Sensibilità e talento
Maestro, come descriverebbe l’anima musicale del Doc Music Contest?
L’anima nobile, quella che fa della sincerità di espressione il tratto distintivo.
Quale sarà il criterio principale con cui guiderà la Direzione Musicale?
Sono un musicista legato alla qualità, a prescindere dai generi. Quindi verrà data molta importanza al brano, all’intensità melodica, ma anche all’interpretazione e all’intonazione dei cantanti.
Cosa significa, per lei, dare un’impronta artistica a un evento che coinvolge tanti talenti?
È un privilegio. In un momento storico come questo, dove purtroppo la musica di qualità è in crisi, diventa davvero importante fare parte di un progetto simile. Significa infondere un po’ di fiducia a tutti quei giovani (ma anche meno giovani) talenti messi da parte dalle dinamiche commerciali contemporanee.
Lei è conosciuto come pianista e compositore di fama internazionale: cosa l’ha convinta ad assumere questo incarico?
Mi lega al Direttore Artistico Stefano Pozzovivo un lungo rapporto di stima e amicizia e so che quando c’è di mezzo lui sono solo cose belle. Insieme a Stefano e a Bruno Targusi abbiamo trovato subito sintonia e comunione di intenti. Ho accettato immediatamente!
In che modo la sua esperienza da musicista la aiuta a comprendere e valorizzare i concorrenti?
L’esperienza è importante, ma lo è di più la sensibilità. Talvolta preferisco una esecuzione imperfetta ma piena di intensità interpretativa a una senza sbavature ma poco comunicativa.
Qual è la qualità che più cerca in un cantante e in un musicista?
Mi ricollego alla risposta precedente e cito una storica canzone napoletana: Anema e core.
Che cosa è per Lei, il talento?
Il talento sicuramente deve partire da una predisposizione naturale. Ma poi va coltivato, con dedizione e sacrificio. Non basta essere portati per emergere, ci vuole tanto lavoro. E poi professionalità e anche un pizzico di fortuna.
Il rapporto con i giovani
Il Contest è aperto a tutti, senza limiti di età, nessuno escluso. Tornando ai giovani, crede che oggi abbiano più difficoltà a emergere oppure più possibilità grazie ai nuovi mezzi digitali?
Oggi è più facile fare girare il proprio prodotto, ma più difficile emergere. La tecnologia esasperata permette anche ai fruttivendoli e ai meccanici di “produrre” un brano musicale. E purtroppo la competenza generale del pubblico si è abbassata. Quindi un mare di musica liquida che quasi sempre non porta da nessuna parte.
Cosa consiglia a un giovane che sogna di fare musica seriamente?
Di ascoltare le composizioni e le canzoni che hanno fatto la storia. E ovviamente di trovare un bravo Maestro.
Quanto è importante, secondo lei, creare occasioni come questo Contest?
Importantissimo! È una grande opportunità per chi è alla ricerca di un palcoscenico per fare conoscere il proprio lavoro. E non dimentichiamo i premi in denaro.
Che cosa la emoziona di più in questa esperienza di Direzione musicale?
Sono felice quando ho modo di incontrare artisti bravi. La consapevolezza di poter dare il mio contributo alla carriera di talenti autentici, mi riempie di soddisfazione e orgoglio.
Se dovesse definire questo Contest con tre parole, quali sceglierebbe?
Autentico, professionale, emozionante.
C’è un messaggio che vorrebbe lasciare al pubblico e agli artisti che lo seguono?
Mi piacerebbe che questo Contest possa essere motivo di riflessione sugli aspetti fondamentali della musica: preparazione, talento, serietà. Sarebbe ora di tornare a mettere sui palchi solo Artisti con la A maiuscola. La musica ne ha tremendamente bisogno.
Con le sue parole, Paolo Di Sabatino ci ricorda che la musica non è soltanto tecnica, ma sensibilità, autenticità e “anema e core”. La sua Direzione musicale diventa così un atto di fiducia verso i talenti e un invito a riportare sui palchi la vera essenza dell’arte: quella degli Artisti con la A maiuscola, che la musica, oggi più che mai, merita.
Il messaggio del Maestro è chiaro: il Doc Music Contest non è solo un palco, ma un’occasione autentica per riportare al centro, emozioni e professionalità. Perché la musica ha bisogno, oggi più che mai, di Artisti con la A maiuscola.
Le iscrizioni al Doc Music Contest 2025 chiudono il 15 settembre!
Info e iscrizioni: www.docmusiccontest.com – iscrizioni@dmcontest.com
Per saperne di più: Nasce a Rieti il palco dei sogni: Doc Music Contest 2025 – attualita.it
