Spettacolo

Cadaveri eccellenti.

Un grande Lino Ventura nella pellicola di Rosi.

Roma, 20 febbraio 2021.

 

La ricorrenza.

Tratto dal romanzo Il contesto di Leonardo Sciascia esce quarantacinque anni fa il film Cadaveri eccellenti per la regia di Francesco Rosi.

La storia.

Alcuni magistrati vengono uccisi in una regione del sud dell’Italia e l’ispettore di polizia incaricato indaga su ambienti mafiosi oggetto delle condanne dei giudici assassinati.

L’ispettore Rogas, interpretato da un Lino Ventura particolarmente ispirato, però si convince man mano che i delitti potrebbero avere una matrice politica.

Il contesto italiano degli anni ’70 riflette gli anni di piombo, dove la violenza e la tensione sono all’ordine del giorno.

Rogas, sempre più convinto delle sue intuizioni, matura la convinzione che i vertici dello Stato, più o meno occulti, siano coinvolti in un vasto piano di destabilizzazione politica.

I suoi movimenti sono sorvegliati e ciò nonostante Rogas prosegue la sua lotta impari mettendo a repentaglio la sua stessa vita.

Curiosità.

Francesco Rosi, coadiuvato nella sceneggiatura da Lino Iannuzzi e Tonino Guerra, adatta fedelmente il pensiero del romanzo di Sciascia.

Ha inteso mettere in luce e criticare i meccanismi oscuri e malati del potere politico, la collusione dei partiti politici, della polizia e della magistratura.

C’è tutto nel film, dagli scontri, ai depistaggi da parte degli alti funzionari statali, all’ipotesi del golpe.

Il film è una ricostruzione perfetta dell’epoca, serrato e angosciante nell’evidenziare la mostruosità del potere e nel denunciare le aberrazioni del potere stesso.

Gli interpreti.

Simbiosi eccellente tra Rosi e Lino Ventura, come detto protagonista, che studiò profondamente le letture di Sciascia dando al personaggio un connotato di alta maturità artistica.

Il volto di Ventura è serio ma allo stesso tempo dolce, lontano dai vecchi ruoli da gangster duro e poi la “sua” voce non doppiata, d’accordo con Rosi.

Di rilievo Max Von Sydow, nella parte del presidente Riches, in una delle migliori scene del film insieme a Rogas, seduti uno davanti all’altro.

Riches, nella sua austera posizione, teorizza sull’infallibilità del potere giudiziario mentre Rogas gli fa capire che è in pericolo e che lui deve pensare a proteggerlo.

L’abilità di Rosi sta nella gestione del gioco di sguardi tra Von Sidow, sempre più pallido nella sua perdita di sicurezza, e Ventura consapevole e preoccupato della situazione.

A seguire Alain Cuny, Charles Vanel, Renato Salvatori, Fernando Rey, Anna Proclemer ed altri tutti funzionali all’idea di Rosi.

Il nostro ricordo poi cade proprio nel centenario dalla nascita di Leonardo Sciascia che avvenne il 8 gennaio 1921 a Racalmuto in provincia di Agrigento.

Uno scrittore anomalo che ha dato spunto a molti registi e sceneggiatori per delle trasposizioni cinematografiche di enorme spessore.

Tanto per inquadrarlo, Sciascia non subiva minimamente la lusinga del guadagno e così  teorizzava:<<non solo bisogna essere liberi dal bisogno, ma bisogna essere liberi dalla voracità del guadagno>>.

 

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