DIVULGAZIONE SCIENTIFICA O ARTE DELLA PERSUASIONE?
Letica dellinformazione chiama in causa quattro problematiche interconnesse:
 
         
la scoperta scientifica (A), gli scienziati che la producono (B), i giornalisti che 
 le raccontano (C), il grande pubblico che la recepisce  (D). 
 Poiché il pubblico, pur non avendo alcuna conoscenza specifica nel
 campo, beneficia della scoperta (o la subisce, a seconda dei casi), il
 compito sociale cui è chiamata la divulgazione scientifica è di fare in
 modo che il pubblico comprenda ciò che gli viene comunicato. 
 Ma questo presuppone che i giornalisti, svolgano correttamente il loro compito.
 Di questo hanno discusso a Roma scienziati e giornalisti durante la 
 giornata di studio organizzata dal premio Sapio. 
 I mass media pullulano di notizie, dati e resoconti di ricerche e ritrovati 
 scientifici, questioni che interessano grandemente i non addetti ai lavori. 
 Ed è proprio perché gli ascoltatori sono incompetenti nello specifico 
 che la scienza rischia di trasformarsi nellarte della persuasione. 
 Chi fornisce in primis linformazione (lo scienziato) e chi poi la 
 riporta (il giornalista) detiene il potere di decidere cosa dirci, e come dircelo. 
 Sarebbe importante sapere chi finanzia la ricerca dello scienziato. 
 Sul fronte dei giornalisti, a primeggiare è il problema della loro effettiva competenza. 
 Chi fa informazione scientifica conosce realmente ciò di cui sta parlando? 
 Il divulgatore scientifico per eccellenza deve essere lo scienziato stesso, 
 che deveimparare a usare il linguaggio del pubblico. 
 
				

