Scienza

DEGENERAZIONE MACULARE: NUOVE POSSIBILITÀ TERAPEUTICHE

Sempre più spesso, di parla di degenerazione maculare.

Per capire esattamente di cosa si tratta e se vi sono possibilità di curare tale malattia, abbiamo interpellato il Prof. Vincenzo Marchi, Sovrintendente Sanitario e Direttore dei Servizi Oculistici della casa di cura “Villa Tiberia”, con sede in Roma via Emilio Praga nr.26, tel. 06/820901, il quale, con la sua solita squisitezza, ci ha spiegato: “L’occhio si può paragonare ad una sfera vuota ed il suo interno è rivestito da una membrana, la retina, che ha la funzione di acquisire le immagini del mondo esterno e quindi inviarle al cervello. Questa capacità di percezione non è uguale in tutte le sue parti; la massima capacità risiede solo nella parte centrale della retina, detta macula. Pertanto, quando si parla di vista, di acutezza visiva, di decimi, ci si riferisce al livello di funzionamento della macula: in condizioni di normalità la macula assicura una vista di 10/10. Come tutte le strutture del corpo umano, anche la retina si ammala e/o invecchia e la parte che più facilmente e prima delle altre si altera, è proprio la regione maculare. Da quanto detto, risulta che il danno visivo in caso di patologia maculare è sempre importante perché in tutti i casi riduce il livello visivo. Le cause di questa patologia sono varie: la prima è senz’altro l’età cui si associano fattori genetici, le malattie dismetaboliche, gli errori alimentari, il fumo. La degenerazione maculare insorge ed ha un decorso quanto mai diverso da caso a caso per cui può assumere vari aspetti ed avere una velocità di evoluzione diversa da soggetto a soggetto. In molte forme si verifica la crescita di vasi sanguigni anomali (neovasi) al di sotto della macula, vasi che sono responsabili di un’evoluzione veloce e sfavorevole della malattia. Una volta che la patologia inizia, non esiste una terapia che porti alla guarigione per cui la prognosi è sempre riservata. Tuttavia, dato che questa patologia ha aspetti e tempi di evoluzione diversi, una importante percentuale di questi pazienti mantiene negli anni un visus  di livello tale da permettere lo svolgimento di una vita normale. Abbiamo detto che questa patologia non può guarire ma è importante che alcune nuove terapie stanno permettendo di rallentare o stabilizzarne l’evoluzione. In particolare, sono entrati nell’uso clinico i farmaci anti-angiogenesi (farmaci che agiscono mandando in atrofia i neovai sottoretinici) per cui abbiamo una terapia che può stabilizzare ed a volte migliorare proprio le forme più gravi di degenerazione maculare. La terapia consiste nell’eseguire delle iniezioni endovitreali di una piccolissima quantità di farmaco; l’iniezione viene eseguita con ago di calibro minimo per cui è indolore ed il tutto viene eseguito in regime di Day-Hospital e pertanto, in genere, non è necessario il ricovero. A secondo del decorso e dei risultati, può essere necessario ripetere il trattamento: un ciclo terapeutico prevede l’esecuzione di tre iniezioni a distanza di 30-60 giorni una dall’altra. In conclusione, possiamo dire di avere oggi una nuova arma per combattere la degenerazione maculare: i farmaci anti-angiogenesi. Non sono utilizzabili in tutte le forme di questa patologia e non danno sempre e comunque un risultato positivo ma è certo che un incredibile numero di pazienti sta avendo risultati positivi con stabilizzazioni della malattia e  con spesso miglioramenti visivi. Il consiglio che possiamo dare è che in caso di diminuzione del visus, a qualsiasi età ma ancor più in un anziano, è indispensabile eseguire un accurato controllo oculistico dato che una diagnosi precoce permette una migliore gestione della malattia e che, anche se si tratta di farmaci dal costo elevato, il Servizio Sanitario Nazionale fornisce gratuitamente questa terapia presso le sue strutture, pubbliche o accreditate.

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