Politica

Dopo le fiducie, siamo arrivati alla fase due del “piccolo” rimpasto…

alfano e renziRoma, 29 gennaio – Molto tempo fa ebbi modo di dire che la “salute” di un governo si vedeva dalle “richieste della fiducia”.

Se il governo cominciava ad “aggrapparsi” alla “fiducia”, era il chiaro segnale che non funzionava. Oggi, a “quel segnale”, dobbiamo aggiungere il “rimpasto” e, finalmente ci siamo arrivati!

Le “Unioni Civili” si stanno dimostrando insieme una “spina nel fianco” e un boomerang, ma il fatto stesso che ci siamo arrivati, significa che ormai…”è solo questione di tempo”.

Ovviamente questo “stato di cose” ha scatenato l’”arrembaggio” specialmente nel Ncd e Alfano, con l’arrivo di Verdini, sentendosi franare il terreno sotto i piedi e la “poltrona” sotto il sedere, è “partito in quarta” per attivare la sua “partita doppia”, “io do una cosa a te, tu dai una cosa a me” e salvare il salvabile. Se, Renzi voleva portare a casa le “Unioni Civili”, e tutto fa pensare che siamo alle ultime battute, doveva almeno “confermargli” un ministero e qualche sottosegretario elargendogli qualche altra cosa, e non trattarlo, come era stato fino ad oggi, come la sua stampella o, peggio, il suo “ragazzino di bottega”.

Accordo fatto e, almeno da Alfano, Renzi non deve aspettarsi uno sgambetto perché il portare a casa le “Unioni civili” valeva bene le otto poltrone accordategli.

Comunque, guardiamo  la situazione. “Piccolo” rimpasto; la cronaca è chiara, “era atteso da tempo”. Si, è vero, ma andiamo alla sintesi del meccanismo. “Rimpasto”, “piccolo” o “grande” che sia, è sempre “rimpasto” e la formula e la sostanza non cambiano. “Tizio” da qua lo sposto a la, e “Caio”, da la, lo sposto qua; dopo di che?… Quando frequentavo il Liceo, il professore di Filosofia ci dette la più vera definizione di ciò che era questa materia. Ci disse un giorno che “la filosofia era quella cosa con la quale e senza la quale, il mondo restava tale e quale”.

“Dopo di che?”, dicevamo prima; dopo di che…niente….non è che un “rimpasto” possa essere preso alla stregua di una formula magica e che, in questa dimensione, possa risolvere quei problemi che i componenti del governo non riescono a risolvere per l’”attaccamento alla poltrona” e per gli interessi di parte.

Il problema resterà, anche se si “caverà qualche ragno dal buco”, irrisolto nella sua sostanza e, insieme al “crak” delle banche rosse e ad un “conflitto di interessi”, che Renzi, assieme alla magistratura, si ostinano a negare, sarà un altro dei fallimenti di questo governo e di questa legislatura, insieme, ancora, al fatto, e avevamo previsto anche questo, che alla famigerata “Riforma del Fisco”, Renzi non ci avrebbe messo assolutamente le mani.

In questa situazione, se Renzi credeva di “raddrizzare” l’economia, risanare i conti pubblici e riavviare la ripresa economica, riavviando i consumi, senza riformare il meccanismo della contribuzione, ma soltanto facendo le “riforme istituzionali”, ci deve spiegare con quale equazione matematica pensava di ottenere questo risultato.

 Oggi siamo al primo “rimpasto” che non serve ad altro che “a prendere tempo”, per “conservare la poltrona” e ad accontentare leader come Alfano e basta perché, da che mondo è mondo, è sempre stato così, “cambiando l’ordine dei fattori, il prodotto non è mai cambiato”.

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