Racconti di sport

Racconti di sport. L’argento di “Pippo”. ESCLUSIVO

ciclismo paolo gentiliA pochi mesi dalle Olimpiadi di Rio vi proponiamo una storia esclusiva e inedita dell’Olimpiade di Berlino di 80 anni fa.

Roma, 19 maggio – Nell’Olimpiade di Berlino del 1936 non ci fu solo l’impresa epica di Jesse Owens sotto i baffi del peggior dittatore della storia umana. “attualità.it”  ha il privilegio di ospitare in esclusiva la narrazione di un altro successo sportivo, stavolta italiano, meno noto al grande pubblico, ma altrettanto degno di essere ricordato.

Ecco la storia di Mario Gentili (detto “Pippo”), ciclista romano vincitore di un argento olimpico nel 1936. Una medaglia figlia di uno sport d’altri tempi.

Nato a Roma il 31 gennaio 1913, in Piazza Sanniti nel popolare quartiere di San Lorenzo, quinto di dieci figli, il piccolo Mario, fin da giovanissimo, lavora insieme ai due fratelli nel noto negozio di riparazioni e costruzioni di biciclette di proprietà del padre Antonio. A quindici anni inizia la sua attività agonistica di ciclista a livello dilettantistico per poi tesserarsi ufficialmente nel 1931 con la società “Concordia” di Roma. Nel 1932 passa all’”Associazione Sportiva Roma” e nel 1934 alla “Società Cisterna” di Cisterna, per poi tornare definitivamente alla “A.S. Roma” nel corso dello stesso anno. Sempre nel 1934 ottiene la prima affermazione di rilievo con la conquista del Campionato Laziale, del Campionato centro-meridionale di corsa ciclo campestre e, attraverso una prova molto impegnativa, del campionato laziale su strada.

Pedalatore di classe sia nelle gare su strada sia in quelle su pista e nella ciclo campestre, esprime particolare potenza nel passo e nelle prove di velocità, distinguendosi peraltro anche come ottimo scalatore. Viso tondo, sorriso bonario, schietto accento romanesco, lo rendono simpaticamente noto nell’ambiente sportivo romano che gli attribuisce il nome di “Pippo”, con l’unanime consenso di compagni, amici e ammiratori.

Nel 1935 fa parte del famoso quartetto giallorosso formato da Gentili, Latini, Rigoni e Bonfanti che si aggiudica il campionato nazionale a inseguimento a squadre, migliorando il primato olimpico della specialità.

Nel 1936 fa parte della compagine azzurra che partecipa alle Olimpiadi Berlino per la specialità di inseguimento a squadre. In questa gloriosa competizione il quartetto “azzurro” formato da Gentili, Latini, Rigoni e Bianchi, attraverso le durissime selezioni delle prove olimpiche, giunge alla finale e qui conquista la medaglia d’argento, secondo soltanto alla squadra francese, oro olimpico della specialità. Un’impresa che la stampa del tempo celebra adeguatamente e che Roma, sempre attenta e generosa a quello che fanno i suoi figli, vive con passione.

Per Gentili è l’apice di una carriera che nel 1937, dopo averlo visto vincere numerose selezioni, lo porta a classificarsi al primo posto nel campionato nazionale assoluto di ciclo campestre, svoltosi a Crenna di Gallarate.

L’attività agonistica di Mario Gentili prosegue negli anni successivi anche se spesso viene interrotta dalle frequenti chiamate alle armi, sia nel periodo pre-bellico sia in quello bellico. Nell’aprile del 1940, poi, trova anche il tempo di sposarsi e nel giro di pochi anni diventerà padre di quattro figli.

Nel 1941 conquista il Campionato Laziale di corsa ciclo campestre ed è quarto nella stessa specialità a livello nazionale.

Nel 1942 a Vetralla, dopo numerose e dure selezioni regionali e interregionali, si laurea campione nazionale di corsa ciclo campestre.

Poi arrivano i tragici bombardamenti della città di Roma, nel 1943, durante i quali Gentili si prodiga per salvare vite umane sepolte dalle macerie nel martoriato quartiere di San Lorenzo. Il suo quartiere. Lui, che aveva conosciuto il podio olimpico, ora fa quello che può per consentire a tante altre persone di continuare a vivere i loro piccoli o grandi sogni, strappandoli da un destino tragico che, per la guerra in corso, non sembra avere fine. Ma così non è e un giorno la guerra finisce e l’attività agonistica riprende.

Gentili partecipa con successo a numerose gare su pista e la sua attività di ciclista si conclude nel 1944, quando decide di dedicarsi a tempo pieno all’attività lavorativa nel suo negozio di biciclette.

La sua passione per la bicicletta, però, non lo tiene lontano a lungo dall’ambiente ciclistico agonistico, dove finisce per tornare nel 1950 nelle vesti di allenatore dietro motori stayer sia nelle gare di mezzo fondo in pista sia nelle peculiari corse per professionisti su strada.

Dal 1950 al 1955 raccoglie diversi successi nella manifestazione agonistica più singolare che svolse nel dopoguerra sia a livello nazionale che internazionale, denominata Roma-Napoli-Roma. Nell’edizione del 1950 porta alla vittoria il famoso ciclista francese Jean Robic, mentre nel 1954 e nel 1955 contribuisce in modo determinante alla vittoria del ciclista Bruno Monti davanti al campionissimo Fausto Coppi. Nella stessa specialità ottiene, inoltre, altre affermazioni di classifica affiancando il suo nome a quello di noti campioni. La sua attività di stayer prosegue quindi per diversi anni nelle competizioni in pista e su strada, sia nella categoria professionisti sia in quella dilettanti.

Lasciata l’attività agonistica rimane sempre affettuosamente legato al mondo del ciclismo.

Si spegne nell’aprile del 1999 all’età di 86 anni.

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