Ciclismo

Le Tour de France.

scatta l'edizione n.106 della Grande Boucle.

Roma, 3 luglio 2019

 

 

Sabato 6 luglio parte il 106° Tour de France caratterizzato da due ricorrenze fondamentali e da un percorso particolare.

Le due celebrazioni riguardano la partenza da Bruxelles, in onore al “cannibale” Eddy Merckx a 50 anni dal  primo dei suoi cinque trionfi, ed i 100 anni dall’istituzione della maglia gialla introdotta esattamente il 19 luglio del 1919: ne verrà consegnata una diversa ogni giorno per una collezione più unica che rara, mentre per il percorso abbastanza inconsueto il disegno degli organizzatori che tagliano trasversalmente il territorio francese rinunciando alle tappe della costa atlantica, in avvicinamento ai Pirenei, che spesso hanno contraddistinto la prima settimana di corsa ricca di imprevisti sia climatici che tecnici.

Due le cronometro di 27 km. ciascuna, la prima a squadre, ancora in territorio belga, alla seconda frazione l’altra alla 13° tappa, individuale, a Pau, come pure due i giorni di riposo nelle tre settimane di gara per oltre 3.400 km di percorso.

Cinque gli arrivi in salita col primo già alla sesta tappa a Planche des Belles Filles, due sui Pirenei, col mitico Tourmalet, e due sulle Alpi non trascurando scalate di rilievo come il Galibier e l’Izoard  nell’ultima settimana di corsa.

Molto incerta è la griglia dei favoriti viste le gravi defezioni di Froome e Doumolin, tuttavia il team Ineos, ex Sky, con Thomas, vincitore nella scorsa edizione, ed il colombiano Bernal è senz’altro la squadra da battere. A mio modesto parere è un’occasione incredibile per le eterne promesse francesi Thibau Pinot e Bardet, per poter regalare alla Francia un successo che manca dal lontano 1985 con l’ultima vittoria di Bernard Hinault mentre dal punto di vista azzurro curiosità per il rientro di Aru, dopo le vicissitudini fisiche della scorsa stagione, e per il debutto della rivelazione del Giro di quest’anno Giulio Ciccone.

Discorso a parte per lo “Squalo” Vincenzo Nibali che al pari di Landa, Uran, Simon Yates ed il danese Fuglsang, parte in seconda fascia senza la minima pressione addosso con la speranza e la consapevolezza di poter centrare qualche colpo.

Appuntamento per la nostra prima ricognizione dopo il primo giorno di riposo.

 

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