Giro d’Italia, 105°edizione: Tutto aperto per la maglia rosa.

Grande incertezza in classifica generale.

Roma, 17 maggio 2022.

 

Dopo le prime nove tappe e dopo il secondo giorno di riposo il 105° Giro d’Italia vive un’incertezza diversa e non pronosticabile nelle iniziali previsioni.

La maglia rosa è sulle spalle del giovane spagnolo Juan Pedro Lopez, della Trek Segafredo, già dalla quarta frazione così come la maglia bianca di miglior giovane sotto i 25 anni.

Lopez ha difeso con i denti il primato domenica, nella durissima tappa del Blockhaus, mantenendo un esiguo vantaggio di appena 12’’ sul portoghese Almeida.

Ma tutta la classifica generale, come dicevamo, vive di un equilibrio inatteso se pensiamo che nello spazio di appena 1’09’’ ci sono i primi dieci della graduatoria.

Dopo il bagno di folla dei primi tre giorni in Ungheria con Van Der Poel in rosa, l’approdo in terra di Sicilia, con la tappa dell’Etna, dà già dei primi scossoni con, su tutti, il cedimento di Nibali.

Domenica tutto lasciava presagire che Carapaz conquistasse la rosea ma lo strapotere della Ineos è stato ben contenuto dai suoi più accreditati avversari.

Su tutti Landa e Bardet col redivivo Hindley vincitore di tappa sul Blockhaus che, ricorderete, contese la vittoria a Geoghegan Hart nel Giro 2020.

Clamoroso il tonfo del britannico Yates, uno dei favoriti assoluti della vigilia, che ha preso una sbornia di più di undici minuti all’arrivo in vetta sulla Maiella.

La lotta è avvincente ma la sensazione è che non ci sia l’atleta che possa stroncare gli avversari con delle rasoiate alla Pantani; forse con Pogacar ed Evenepoel….

La pattuglia azzurra si sta difendendo bene col “vecchio” Pozzovivo (39 anni) e con una buona tenuta di Nibali, in ripresa dopo la crisi sull’Etna.

Al momento deludenti Ciccone e Fortunato, rispettivamente 22° e 18° nella classifica generale.

Le tre settimane della kermesse rosa rappresentano anche momenti di considerazione su quello che è l’indotto che circonda i protagonisti.

Lontani anni-luce dal ciclismo pane e salame dei tempi andati, oggi si spostano al seguito della corsa dei camion, per l’assistenza dei corridori, pazzeschi.

Delle vere e proprie officine viaggianti con sistemi laser per la preparazione millimetrica delle bici, con una media di 42 mezzi a disposizione di un parco di otto corridori.

Circa 140 ruote dai vari profili, una novantina di gomme, tra tubolari e copertoncini, più selle e manubri vari.

Per non parlare dei motor-home che consentono già agli atleti, appena giunti al traguardo, di farsi una doccia, mangiare e bere reintegrando tutto ciò che hanno speso in corsa.

E’ il ciclismo moderno delle tattiche esasperate, dei treni per i velocisti, delle gallerie del vento, dei materiali avveniristici, a cui manca però il corridore dalla grande impresa.

Manca < Un uomo solo al comando…>.

 

 

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