Spettacolo

Accademia di Santa Cecilia – ‘Resurrezione’ di Mahler diretta da Harding

spettacolo Daniel HardingLa morte soggiogata
Roma, 11 dicembre 2016 – La cattedrale eretta da Mahler con la sua Seconda Sinfonia si accende delle luci di un’orchestra ormai nel pieno della maturità stilistica. La formazione dell’Accademia di Santa Cecilia, che molto percorso in crescita ha fatto negli ultimi anni assieme al Maestro Antonio Pappano, tendenzialmente crea un’empatia particolare con chi viene a dirigerla, trovando sintonie più profonde se sul podio prende posto la classe e la qualità di un musicista come Daniel Harding, a lungo collaboratore di Claudio Abbado, cui lo spettacolo è dedicato a due anni dalla scomparsa, del quale conserva l’eleganza del gesto, la misura interpretativa e la profondità dell’analisi dell’opera. Se ad un’Orchestra di tale livello, da essere definita una delle prime dieci nel mondo intero, si unisce la qualità vocale del Coro, educato da Ciro Visco, gli elementi a favore di un evento memorabile si addensano in un unicum di vero prestigio. Così è stato certamente per la maestosa Sinfonia n.2 in do minore di Gustav Mahler, opera di lunghissimo respiro il cui finale obbedisce ad una scelta stilistica che si riallaccia alla tradizione imprescindibile della Nona di Beethoven e si articola sui versi spirituali di un Corale di F.Gottlieb Klopstock, adattati dallo stesso compositore “Auferstehung” (Risorgerai).
Il sottotitolo dell’opera “Resurrezione” chiarisce l’intento emotivo che sottende la composizione che occupò il direttore-compositore boemo per gli anni che vanno dal 1888 al 1894. Mahler avvertiva vivissima la necessità di utilizzare la “parola” come veicolo delle sue idee musicali. Ne scrive in una sua lettera, che dà anche conto della ricerca travagliata, che trovò esito ad Amburgo durante il funerale del celebre direttore Von Bülow, quando il coro di voci bianche intonò ‘Aufersteh’n’di Klopstock. Fu un momento di commozione collettiva, e di particolare emozione provata dal musicista, che poteva identificare nel celebre direttore la figura dell’eroe evocata dal programma della Sinfonia.
L’episodio illustra anche la capacità di Mahler di trasferire astrattamente nella propria musica eventi apparentabili ad altri contesti, ad altre esperienze del suo vissuto, procurando un rinnovamento di forme e schemi compositivi tradizionali (ad esempio, la Seconda Sinfonia si distende per 5 tempi , invece dei quattro consueti), ma anche innestando elementi sonori provenienti da territori lontani da quelli della musica classica: marce, canzoni popolari e popolaresche, ritmi di danza che era facile in quello scorcio di secolo, la favolosa belle époque, ascoltare nei café-chantant.
La composizione della Sinfonia presuppone un organico orchestrale di notevolissime proporzioni, con 4 corni e 4 trombe in lontananza ed altri strumenti a fiato che vengono ad irrobustire il suono nel Finale; inoltre, è previsto l’impiego di un soprano, Anna-Lucia Richter, e un contralto, Anna Larsson, oltre che del coro e dell’organo. Dopo la marcia funebre iniziale espressa dalla cupa atmosfera della tonalità in minore, impetuosità e appassionato vigore si impadroniscono del suono rendendo conto di quei profili romantici e post-romantici che sono caratteristici del compositore.
Nello Scherzo (terzo movimento), Mahler si serve di un Lied precedente, ‘La predica di Sant’Antonio ai pesci’, le cui parole sono tratte dalla raccolta di fiabe popolari tedesche “Des Knebel Wunderborn” (il corno magico del fanciullo) curata da A. Armin e C. Brentano. Ma è nel movimento Finale che va ricercato il focus dell’intero lavoro, qui si evince come tutto il resto della Sinfonia non è che una preparazione alla clausola drammatica e alla sua rappresentazione dell’Aldilà, del Giudizio Universale, della resurrezione dei corpi. Il tutto raccontato con pagine di grande effetto, con un ruolo di primazia affidato ai suoni lontani dei corni nello spazio. Un espediente, la spazializzazione del suono, in funzione espressiva, assieme alla scansione temporale data dai mutamenti di passo musicale, con le appena evocate marce della banda militare in lontananza che contribuisce a rafforzare il tessuto emotivo e avvia verso il tema glorioso e solenne della Resurrezione

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