Racconti di sport

Racconti di sport. L’Arrigo.

calcio arrigo sacchi(foto Elio De Seta)

l Natale, gli allenatori e i panettoni che non avrebbero mangiato. Tutto cominciò con Sacchi al Milan e una profezia che più sbagliata non poteva essere…

Roma, 23 dicembre – Quante volte avete sentito raccontare la storia di quel tale allenatore che non avrebbe mangiato il panettone a Natale sulla panchina che occupava in autunno perché sarebbe stato esonerato prima?

Anche quest’anno il ritornello è stato ripetuto spesso.

Prima addirittura per Allegri, ma poi la Juve ha cominciato a volare.

Poi per Mihajlovic, ma le ultime vittorie del Milan che lo hanno riportato al sesto posto hanno anche consolidato la panca del serbo.

Quindi si è passati alla Capitale, dove sia Pioli (Lazio) che Garcia (Roma) sembravano sul punto di saltare proprio dopo l’ultima giornata prima delle feste, salvo poi salvarsi grazie alle vittorie delle rispettive squadre. Dunque tutti i papabili digiunandi mangeranno il panettone.

Esattamente come accadde ad Arrigo Sacchi nell’inverno del 1987, quello della sua prima stagione al Milan, dove lo aveva fortemente voluto Berlusconi in seguito ad una bella prestazione del suo Parma in Coppa Italia contro i rossoneri. I soloni di Milano si dettero di gomito e con spocchia dissero subito che quell’Arrigo lì non sarebbe arrivato a Natale. Troppo neofita e innovatore per la panchina di una grande squadra come quella rossonera. Invece l’Arrigo, detto anche “il Profeta di Fusignano”, come recita Wikipedia: “Compie una vera e propria rivoluzione nel modulo di gioco e nelle tecniche di allenamento all’interno della squadra rossonera. Sfruttando a fondo le caratteristiche del gioco a zona, già praticato nel Milan di Nils Liedholm, pone un’assoluta attenzione alla fase difensiva, cui aggiunge il pressing sistematico a centrocampo. Diventa famoso per i suoi pesanti e severi allenamenti; applica allo schema tattico vari principii legati al cosiddetto calcio totale della Nazionale olandese di Johan Cruijff, che ammirava sin da ragazzo”. Parole che riportiamo fedelmente perché sono da sottoscrivere in toto.

Con il Milan non solo mangia il panettone a Natale 1987, ma vince anche tutto quello che può dal 1987 al 1991: uno scudetto, una Supercoppa italiana, due Coppe dei Campioni, due Supercoppe Europee e due Coppe Intercontinentali. Quel Milan viene soprannominato quello degli “Immortali” ed è stato considerato la squadra di club migliore di tutti i tempi da un sondaggio online pubblicato dalla rivista inglese World Soccer, oltre che essere uno dei Milan più vincenti della storia.

Ovviamente, leggendo questa storia,  i vari Mihajlovic (in primis), Garcia e compagnia cantante sogneranno di ripercorrere le gesta dell’Arrigo da Fusignano. L’uomo che alla fine degli anni ’80 ha cambiato il calcio trasformandolo in quello che è oggi.

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