Medicina

Le strategie di gioco nei bambini

La capacità di ragionare in modo strategico, cioè di confrontarsi con una controparte prevedendo i cambiamenti del suo comportamento in risposta ai nostri, inizia a svilupparsi intorno ai sette anni di età.

A partire dall’età di sette anni  si sviluppa la capacità di adottare strategie di gioco che tengano conto delle idee dell’altro sul nostro comportamento – di fatto la trasposizione ludica di una parte significativa delle interazioni sociali. Prima di quell’età, i bambini, pur avendo una “teoria della mente” degli altri, in genere non riescono a tradurla in un comportamento efficace.

A stabilirlo è uno studio condotto da Itai Sher, Melissa Koenig e Aldo Rustichini, dell’Università del Minnesota a Minneapolis, che hanno indagato sui progressi dei bambini di diversa età nelle prestazioni strategiche.

Diversi studi hanno accertato che la capacità di attribuire stati mentali a se stessi e agli altri, ossia di avere una “teoria della mente”, si sviluppa attorno ai tre-quattro anni. Il pensiero strategico, però, richiede qualcosa di più. Nell’elaborarlo, infatti, bisogna essere in grado di usare l’esito di un passo del ragionamento come input per un passo successivo: si tratta cioè di passare dal “io credo che tu credi” (teoria della mente) al “io credo che tu credi che io creda…”, e agire di conseguenza. Per quanto complessa da esplicitare, sfruttiamo questa capacità quotidianamente in moltissime interazioni sociali, per esempio quando, mentendo, elogiamo l’eleganza del vestito nuovo di qualcuno, ma senza esagerare per non indurre nell’altro il sospetto di ironia.

Per stabilire il momento in cui inizia a svilupparsi questo pensiero strategico i ricercatori hanno messo a punto due esperimenti, in cui sono stati coinvolti 69 bambini dai tre ai nove anni e 44 adulti, descritti in un articolo pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”. Gli esperimenti consistevano in semplici giochi competitivi con un avversario, che poteva modificare la propria condotta di gioco in modo da ingannare l’avversario, facendogli fare la mossa sbagliata e assicurandosi così il premio in palio.

L’analisi dei risultati ha messo in evidenza che la capacità di confondere l’avversario con una serie di mosse che rende una serie di mosse che rende difficile intuire quella successiva si sviluppa appunto fra i sei e sette anni.

le scienze

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