Dicembre

Almanacco del 27 dicembre 2014

OGGI

Sabato 27 Dicembre 2014

NASCE

1571: Keplero, astronomo

1822: Louis Pasteur, batteriologo, inventore del processo

di pastorizzazione, del vaccino contro la rabbia e della

cura del carbonchio (antrace)

1901: Marlene Dietrich, attrice

1914: Giuseppe Berto, scrittore

MUORE

1836: all’età di 43 anni muore Stephen Fuller Austin,
fondatore dello stato americano del Texas

ACCADDE

1871: a Londra si tiene la prima mostra felina della storia

1923: fallito tentativo di assassinare il principe reggente di

Giappone Hirohito (che fa le veci del padre malato)

1925: in una stanza di un albergo di Mosca, il poeta russo

Sergei Esenin si taglia le vene e, con il proprio sangue, scrive

una poesia dedicata all’amato amico, e amante, Anatoli Marienhof.

Il suo tentativo di suicidio fallirà e lui stesso chiede ai

soccorritori di consegnare la poesia all’amico.

Esenin si impiccherà nello stesso albergo la notte successiva.

1934: nella città americana di Northfield inaugurato il primo ostello

per giovani d’America

1934: Reza Shah Pahlevi, Scià di Persia, proclama che il Paese

cambierà il suo nome da Persia a Iran

1985: viene trovato il cadavere di Dian Fossey, naturalista americana

che dedicò la sua vita alla difesa dei gorilla di montagna, assassinata

il giorno prima forse da bracconieri o forse da agenti governativi

LA CHIESA RICORDA

Santi

S. Giovanni evangelista

S. Fabiola, S. Hesso ab., S. Loreta Fusconi *, S. Nerea de’ Tolomei

Onomastica

Giovanni – Giovanna – Gianni – Gianna – Ivano – Ivana – Ivan

Deriva dall’ebraico Yehohanan, composto da Yeho, “Dio”, + hanan,

“misericordia”, con il significato di “Dio è misericordioso”,

“Dio ha avuto pietà” (forse con riferimento alla richiesta di avere un figlio).

Nella comunità cristiana fu soprattutto il culto di san Giovanni Battista

e quello di San Giovanni Evangelista a diffondere enormemente questo nome.

Il nome divenne in greco Ioànnes e in latino Iohannes, 
per trasformarsi infine nell’italiano Giovanni.

Varianti del nome sono: Gianni, Ivano, Ivan, Ivana

Onomastico:

Giovanni: 27 Dicembre; 24 Giugno

Giovanna – Gianna: 30 Maggio

PROVERBIO

Non imboccar sicuro

ogni passaggio oscuro

AFORISMA

Non rattristarti e non malinconia sulle tue ciglia:

morire non è nuovo sotto il sole,

ma più nuovo non è il vivere.

(Sergej Esenin)

LINGUAGGIO DEI FIORI

Il significato di Allamanda è…

Vanità

DIZIOGIORNO

Gozzovìglia

Sostantivo femminile – (pl.: gozzoviglie).

Si indica con questo termine una baldoria tra più persone che mangiano

oltre misura. L’atto del “gozzovigliare” significa propriamente mangiare

in modo smodato e lasciarsi andare anche ad intemperanze di altro genere.

Deriva da: diverse sono le teorie sull’etimologia di questa parola:

– direttamente dal latino “gaudibilia”, plurale di “gaudibilis”, godibile

– dall’unione della parola volgare “gozzo” nel senso di stomaco,

“con il termine latino “gaudibilia”,

– dall’unione della parola volgare “gozzo” e il termine latino “vigilia”, cioè veglia,

che renderebbe il termine come “riempire il gozzo vegliando (cioè di notte).

Sinonimo: Bagordo , Stravizio, Baldoria, Baccanale, Crapula

UNA FRASE AL GIORNO

Fate oggi la volontà altrui, senza fare tante contraddizioni. 
Reprimete il pensiero di aver sempre ragione in ogni cosa,
e di veder eseguiti i propri consigli. Persuadetevi che piace 
più a Dio che si ubbidisca a un altro uomo, benché non sia dei migliori, 
che seguire il proprio giudizio. 
L’obbedienza, dice il Savio, val più che le vittime.

(Bartolo Longo)

PERCHÈ SI DICE

Perché si dice “cavalcare la Tigre”?

In politica “cavalcare la tigre” è l’espressione che
puntualizza lo svantaggio che si avrebbe, 
se si tentasse di troncare a metà un’iniziativa o un’impresa 
importante inizialmente promossa con grande dispiego di forze.

L’immagine è molto incisiva, in quanto la tigre, per la sua particolare

ferocia,  è un animale prima di tutto da temere e quindi
non è razionale il pensiero di poterla cavalcare, 
ma allo stesso modo non si può nemmeno pensare di poter scendere 
dalla sua groppa durante la corsa, perché sarebbe una situazione 
troppo pericolosa e il rischio di uscirne con gravi danni sarebbe troppo alto.

In definitiva dunque, cavalcare la tigre è un modo di esprimere quella

rassegnazione che ci pervade quando partecipiamo a un’iniziativa arrischiata,

rimanendone prigionieri e subendone le conseguenze fino in fondo.

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