La linea Maginot

La linea Maginot
Thionville, 29 maggio 2025 – Tutti abbiamo studiato la Linea Maginot sui libri di scuola.
Ma visitarla è tutta un’altra cosa, perché quando ci sei dentro, capisci davvero di che tipo di impresa ingegneristica si tratta.
Una enorme linea difensiva eretta dalla Francia dopo la Prima Guerra Mondiale sul confine con la Germania (ma anche con il nostro, dopo Ventimiglia) che doveva preservarla da un’altra invasione tedesca.
Una struttura sotterranea fatta di forti, casematte, torrette di avvistamento che fungeva da enorme trincea là dove i tedeschi sarebbero potuti passare di nuovo, come già avevano fatto in passato.
In Alsazia e in Lorena, terre di confine ora francesi, ora tedesche, a seconda dei periodi storici.
Tornate alla Francia dopo la vittoria nella Grande Guerra bisognava proteggerle, fortificando quel confine che non aveva barriere naturali di protezione.
Ecco dunque la costruzione della Linea, che prende il nome da colui che l’ha progettata.
Oggi è visitabile da più ingressi e quando entri nei suoi cunicoli sotterranei, capisci cosa debbono aver vissuto i soldati che ci erano stati mandati.
È come se il mondo fuori non esista più.
Lì sotto è una città enorme che si dipana tra corridoi e gallerie, dove c’è tutto.
La cucina, i dormitori, in alcune parti perfino gli ospedali.
Il vivere sempre alla luce delle lampade, la mancanza di vitamina D, la claustrofobia generata da questa vita sotterranea potevano portare anche al suicidio.
Per questo i soldati , quando non impiegati nei posti di combattimento, giravano disarmati dentro la linea, ufficiali a parte.
Ma oltre a questi disagi avevano anche vantaggi.
Mangiavano molto bene, perché il buon cibo serviva a compensare i disagi e a tenere alto l’umore.
E in un’epoca in cui fuori scarseggiava non era cosa da poco.
Potevano farsi una doccia calda a settimana, mentre fuori non sapevano neanche cosa fosse la doccia.
La Linea Maginot non fu ma sconfitta dai tedeschi, che nel 1940 entrarono in Francia dal Belgio perchè sul cui confine, i francesi non avevano costruito fortificazioni.
Così la Linea fu aggirata e presa alle spalle, ma i suoi soldati resistettero fino a quando poterono.
I tre mesi previsti e, in alcuni punti, anche di più.
Poi furono costretti ad arrendersi, ma non furono mai vinti.
Perché conquistare quella Linea di cemento armato era davvero impossibile, come bombardarla dall’alto, tanto era ben fatta e concepita.
Basti dire che era coperta da trenta metri di cemento armato.
Oggi la si può visitare grazie ad alcune associazioni di volontari come l’Association Ligne Maginot de Cattenom che mi ha condotto in questo monumento storico impressionante.
Una menzione particolare per Daniel Kieffer, la mia guida in questa straordinaria avventura nella storia.