Racconti di sport

Il ritorno di Chinaglia.

Dopo la prima espulsione, la reazione del Campione.

Roma, 19 dicembre 2021.

E’ una giornata fredda a Roma il 19 dicembre del 1971, cinquant’anni fa, e all’Olimpico di Roma si gioca la 13°giornata del campionato cadetto, con la Lazio che ospita l’insidioso Perugia.

I biancocelesti stanno scontando l’anno di purgatorio dopo la sciagurata stagione precedente che l’ha vista precipitare, sotto la gestione Lorenzo, nella serie inferiore.

Il nuovo allenatore Tommaso Maestrelli ha preteso, d’accordo col direttore sportivo Sbardella e il presidente Lenzini, la conferma di Giorgio Chinaglia per poter centrare al primo colpo l’agognato ritorno in serie A.

Dunque domenica 19 dicembre 1971 quasi cinquantamila (!) spettatori, a dispetto di una giornata tipica invernale, si riversano allo stadio anche e soprattutto per un motivo particolare.

Tre domeniche prima, 10°di andata, la Lazio fa visita alla Reggiana che è anch’essa una delle pretendenti alla promozione in serie A.

Gara difficile che prende una piega inaspettatta dopo appena sette minuti, con l’ineffabile arbitro Motta di Monza che espelle Chinaglia per un inesistente fallo sul portiere avversario Boranga.

L’estremo difensore reggiano raccoglie, in uscita alta, un traversone dalla destra e si sfiora nel contrasto con Giorgione stramazzando, appena ricaduto in terra, come colpito da una scarica elettrica.

L’arbitro Motta abbocca clamorosamente e caccia via Chinaglia, disperato, che non riesce a concepire la slealtà dell’avversario.

Oltre ad aver perso la possibilità di giocare la gara quasi per intero, la beffa arriva dal giudice sportivo che infligge addirittura due giornate al centrattacco laziale…

Quindi l’attesa e la curiosità del popolo biancoceleste è tutta sul ritorno in campo di Giorgione, che sfoga la sua rabbia repressa approcciando con grande grinta la partita.

Lo fronteggia lo stopper Carlet, che oggi defineremmo un difensore di <categoria>, uno dei pochi, insieme al ciclopico Udovicich del Novara, che gli ha reso la vita dura.

L’abnegazione di Carlet nulla può alla mezz’ora del primo tempo quando Chinaglia porta in vantaggio la Lazio con una staffilata al volo di rara bellezza che accarezza l’incrocio dei pali alla sinistra del portiere umbro.

L’esultanza di Giorgione è come al solito istintiva e omaggia i sostenitori laziali che riempiono la tribuna Tevere.

E’ una liberazione per il centrattacco dopo, di fatto, un’astinenza di tre giornate con una media-goal, fino a quel momento, di una rete a partita.

Nello specifico Lazio-Perugia finisce 4-1 e alla fine dell’anno la Lazio centra la sospirata promozione, con Chinaglia capocannoniere con 21 reti.

Giorgione tre giorni dopo l’ultima gara di campionato viene premiato dalla convocazione in Nazionale, bagnata con goal.

All’epoca non si poteva lontanamente immaginare ma stava nascendo la Lazio dei sogni.

Questa però è un’altra storia…

 

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