Politica

Ordine pubblico, non disordine pubblico!

ll momento degli scontri tra Polizia e lavoratori dell’Ast di Terni è stato ripreso dalle telecamere di “Gazebo”, la trasmissione di Rai Tre che ha mostrato nuove immagini degli incidenti che smentirebbero il Ministro dell’Interno Alfano, che alla Camera ha continuato anche ieri a sostenere, ottenendo comunque la fiducia, che i “dimostranti volevano deviare l’itinerario del corteo verso la Stazione Termini.

Dopo gli scontri di Roma e quelli di Brescia, i vertici della Polizia dettano nuove norme, che mirano a evitare gli eccessi degli Agenti e cercano di evitare disordini.

Cosa prevedono le nuove norme?

Il contatto fisico con i manifestanti deve essere evitato; poi viene ribadito il concetto di lasciare ai manifestanti la cosiddetta “area di rispetto” e cioè una distanza adeguata dai contingenti di Forza Pubblica per tentare di impedirne il contatto.

Ai lati dei dimostranti non dovranno esserci Agenti in divisa i cui mezzi saranno parcheggiati in area lontana.

Bene, nulla di nuovo è stato deciso rispetto ai criteri di impiego dei Reparti Celeri di Polizia e Mobili dei Carabinieri di trenta-quarant’anni addietro o ancor prima.

Quel che si evince da questo e da altri gravi episodi, ravviva il ricordo di anni molto lontani quando l’Ordine Pubblico nella Capitale era gestito molto bene da Funzionari di Polizia di altissimo spessore.

Per tutti, cito i Vice Questori Zampano, Epifanio, Francesco Pasanisi, Salvatore Luongo e Felice Vecchione, Renato Sangiorgio, Aldo Luzzi,  Corrias e Raffaele Stella, eppoi De meo, Vitale, Secchi, isidoro Adornato, ed altri ancora…

I Funzionari in questione erano poi affiancati da eccellenti Ufficiali dell’Arma territoriale, quali il Comandante del Gruppo Roma I, Colonnello Giuseppe Richero, per proseguire con i Capitani Comandanti di Compagnia Nazzareno Volpe, Prospero Prosperi, Giancarlo Servolini, Luigi Nobili, Giorgio Castellani, Giuseppe Vecchio, Giuseppe Jannece, Romeo Martorelli,  ed altri ancora……..

Dalla Sala Operativa della Questura Centrale di San Vitale, poi, la voce calma e professionale del Capo di Gabinetto Vittorio Frasca si faceva sentire per dare direttive, ricevere valutazioni e aggiornamenti di situazione…

Una topica carenza di gestione dell’Ordine Pubblico si ebbe, come noto, a Genova, nel G8 di luglio 2001, sia per difetti di valutazione generale sia soprattutto per l’improvvido episodio della “macelleria messicana” della scuola Diaz…. intervento tardivo che comunque, se da attuare, andava condotto non già con giovani agenti già impiegati negli scontri della mattina…e quindi provati e forse anche esasperati….ma con forze territoriali mature (Digos, Squadre Mobili, Militari dei Reparti Operativi e Stazioni dell’Arma), certamente più moderate e consapevoli, ma non per questo meno efficaci.

Con tutto il rispetto per il giovane manifestante deceduto in quella circostanza, va detto senza se e senza ma che l’unico episodio di affermazione della Legge in quei tragici giorni è stato quello dell’uso legittimo delle armi da parte del Carabiniere Placanica, attuato  in pieno stato di necessità!

Ma com’era l’ordine pubblico romano tanti anni fa? Certamente difficile, ma sempre gestito in modo che mai degenerasse per difetto di valutazione dei responsabili sul campo…Certamente, la venuta del Presidente USA in Italia, nei primi mesi del 1969, in pieno rinnovo dei contratti di Lavoro, in quel periodo passato ormai alla storia come “Autunno Caldo”, rappresentò un evento straordinario, per quel che concerne il Comparto Sicurezza dell’epoca, per la straordinaria mobilitazione di Forza Pubblica. La saldatura tra mondo del Lavoro e Polo Studentesco era già avvenuto, e l’occupazione delle Università e di Istituti Superiori costituiva un problema da non sottovalutare. Il giorno precedente dell’arrivo dell’illustre Ospite, il Viminale decise lo “sgombero” dell’Università di Roma, da tempo occupata, anche perchè rappresentava un focolaio di possibili azioni violente. Per la cronaca, i Carabinieri allora non avevano manganello e scudo, ma solo, con la divisa di servizio (in nero), un manicotto di “contenimento”, in plastica dura, sul braccio destro.

L’Università, all’alba, fu trovata deserta, probabilmente grazie ad una “provvidenziale” soffiata, “ispirata” dall’Ufficio Politico (poi Digos), diretto dal grande Bonaventura Provenza, supportato da funzionari di primissimo piano, quali Spinella, Improta, Lazzarini ed altri…

Unico incidente di rilievo, in quel difficile periodo, denominato appunto “autunno caldo”, fu quello in cui rimase ucciso l’ Agente di PS Antonio Annarumma, a Milano, il 19 novembre del 1969 , con il cranio fracassato da un tubo innocenti, lanciatogli contro da un dimostrante durante le manifestazioni per la casa.

Certamente, come ampia cronaca testimonia, per quasi tutti gli anni ’70,  ci furono incidenti ancora più gravi, in un clima di vera e propria guerra civile, ma la tenuta delle FFOO fu esemplare.

Come non ricordare gli incidenti nel quartiere San Basilio nel 1974?  La lotta per il diritto alla casa era molto forte, nella Capitale, quando, quel 5 settembre del 1974, nella borgata di San Basilio, all’estrema periferia est della Capitale, le Forze dell’ Ordine intervennero con imponenti contingenti di Polizia e Carabinieri, iniziando a sgomberare le 150 famiglie che da circa un anno occupavano altrettanti appartamenti IACP. La Polizia, accolta con sassi e bottiglie incendiarie, esplose numerosi  lacrimogeni, ma nel pomeriggio fu costretta a sospendere gli sfratti perché alla fine dell’ assemblea organizzata dal “Comitato di Lotta per la casa di San Basilio”, fu tentata la rioccupazione delle case, per cui ci furono nuove cariche con lacrimogeni. Negli incidenti che seguirono, mentre un contingente di Forza Pubblica fu costretto a ritirarsi, dai dimostranti furono esplosi  alcuni colpi di arma da fuoco.  Alcuni  Agenti, tra i quali un Capitano di P.S., rimasero feriti, alcuni in modo grave, mentre il giovanissimo Fabrizio Ceruso, di 19 anni, fu purtroppo colpito in pieno petto da una pallottola, decedendo durante il trasporto in ospedale. Alla notizia della morte del giovane,  tutto il quartiere scese in piazza e la rabbia esplose in modo violento. ll giorno seguente ebbero inizio le assegnazioni di alloggi alle famiglie d San Basilio, di Casalbruciato e Bagni di Tivoli.

Certo, di chi le responsabilità del fatto che per le assegnazioni di case si dovettero attendere incidenti così gravi da causare addirittura la morte di un giovane, che comunque, viveva per un ideale di sostegno e aiuto per i più deboli e bisognosi; un ragazzo che lottava esponendosi in prima persona per una migliore giustizia sociale?

Concludendo,  i gravi perturbamenti dell’ ordine pubblico, soprattutto quando si  verificano  perdite di vite umane, sia da parte di dimostranti che di elementi della Forza Pubblica, lasciano l’amaro in bocca, facendo meditare, con ovvi spunti di riflessione, anche a posteriori!

Una lezione attuale, quindi, soprattutto oggi, che siamo alla vigilia di un nuovo autunno caldo!

La Politica mediti…….

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