Spettacolo

Teatro Golden – “Un piccolo gioco senza conseguenze” regia di Fornari

teatro piccolo gioco senza conseguenzeGirotondi d’amore.
Parafrasando il titolo, si potrebbe dire “Conseguenze di un piccolo gioco”, perché la deliziosa, delicata commedia francese “Ce petit jeu sans conséquence” di Gérald Sibleyras e Jean Dell, scritta nel 2002, tradotta per lo schermo da Bernard Rapp e, per la scena italiana, dalla regia di Augusto Fornari rappresentata nello spazio open del Teatro Golden di Roma.
La commedia utilizza la struttura del gioco per entrare dentro la vita di cinque personaggi che si trovano a confrontarsi fra loro e a mettere in discussione amori, amicizie e persino rapporti di parentela.
Così che ben presto si comprende come il titolo sia ironico, anzi una miccia, un detonatore per l’esplodere di situazioni imprevedibili e comicamente drammatiche. L’ossimoro non è casuale. Se queste storie fragili, questi frammenti di vita, queste dinamiche di coppia smuovono il sorriso è perché Bruno, Chiara, Sergio, Patrizio e l’amica siamo noi, o i nostri amici, o i nostri colleghi di lavoro o i nostri vicini. Il Gioco che li accomuna è un girotondo, tutti si tengono metaforicamente per mano. La vicenda mostra un momento di relax, il party su un prato alla vigilia della vendita del casale di campagna della madre di Bruno, dove sono rimaste sue tracce indelebili, l’impronta sul cemento fresco della sua mano bambina, e quella del cane Bambù, morto ormai da decenni, di cui la parete d’edera del casale custodisce il collare, l’atmosfera un po’ sognante è come un addio all’infanzia.
Qui vive il cugino un po’ stralunato e rompiscatole Patrizio che si arrabatta sfruttando ospitalità dai parenti.
Il presente di Bruno, invece, lo vede da dodici anni compagno di Chiara, per la quale Patrizio nutre una autentica passione. Per tentare di arginarlo, Chiara gli confida che sta per separarsi da Bruno.
Naturalmente, chiede al compagno di sostenerla nella piccola bugia che, ben presto, fa il giro di amici e conoscenti. La cosa più sconvolgente è a questo punto la reazione di tutti alla notizia: se lo aspettavano!
Ma ecco entrare in gioco altri due personaggi, il quasi amico Sergio, che Bruno ricorda che aveva tentato di affogarlo nello stagno da bambino e la migliore amica di Chiara, la sua confidente.
E adesso che ci sono tutti, incomincia il giro di poker.
I cinque si rivelano, parlano d’amore e di fedeltà, si chiariscono, mettono a nudo necessità e desideri nascosti, in un prato verde, pieno di fiori con una giostrina per grandi e piccini (bellissima la scena che trasforma praticamente l’open space). In questo ambiente cecoviano comincia ad inquadrarsi meglio l’usura dei sentimenti, d’amore come d’amicizia, che danno alla divertente commedia tracce di una malinconia esistenziale.
Alla fine di questa festa campestre, i giochi sono svelati, le vite dei cinque personaggi stravolte,divertendo lo spettatore e facendo nascere una voglia di interrogativi, primo fra tutti quello sulla durata dei sentimenti nella realtà di oggi.
A rendere plausibile l’intreccio provvedono egregiamente gli attori, ben noti anche al pubblico televisivo, un cast di prim’ordine con in ordine alfabetico, Elena Di Cioccio, Roberto Ciufoli, Toni Fornari, Simone Montedoro e Laura Ruocco.
Tutti bravissimi e perfettamente nel ruolo.
A gestire le innumerevoli entrate e uscite di scena di tutto il cast la sapienza registica di Augusto Fornari

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