Politica

Un’epocale invasione pacifica ed inarrestabile

sbarchi invasioneRoma, 29 agosto – Quanto sta accadendo quotidianamente lungo le nostre coste meridionali, dovrebbe far riflettere i responsabili degli organismi interni ed internazionali perché sono ormai in gioco i destini dell’Italia, dell’Europa e dell’intero mondo fin qui conosciuto.

Si tratta di centinaia e centinaia di migliaia, (almeno per ora), di migranti in fuga dai loro paesi devastati dalle guerre e dalle feroci persecuzioni, speranzosi e decisi di trovare, a qualsiasi costo, un’alternativa alla fame, alla miseria ed alla morte quasi certa.

Non sorprende più di tanto la condotta speculativa dei mestieranti della politica, né l’atteggiamento severo (in qualche caso discutibile) della Chiesa; in fondo la democrazia è bella anche per questo.

Ma l’aspetto più inquietante e preoccupante è il sostanziale immobilismo di chi potrebbe e dovrebbe fronteggiare questo esodo di dimensioni bibliche, che non mostra alcuna inversione di tendenza, offrendo la sensazione che si stia privilegiando una linea  destinata più a contenere gli effetti che a rimuoverne le cause, ma  cosi non si va da nessuna parte.

Non mi pare il caso di personalizzare i vari comportamenti e le polemiche tuttora in corso su una tragedia così immane, perché sarebbe assai difficile  attribuire le responsabilità ai colpevoli o presunti tali.

Infatti se è vero, com’è vero, che il segretario della Lega Nord, Salvini, cavalca la protesta, è altrettanto vero che non può essere giustificato l’intervento del segretario generale della C.E.I., cardinale Galantino, il quale dal suo autorevole pulpito, ha dileggiato ed offeso legittimi rappresentanti del popolo italiano liberamente e  democraticamente eletti dagli elettori di destra, di sinistra e del centro.

Il razzismo non credo sia veramente il pomo della discordia perché siamo al cospetto di vere e proprie tragedie umane in cui sono coinvolte donne e bambini, anche in tenerissima età.

Al contrario, penso invece si tratti di insufficienti strutture di accoglienza e consapevolezza piena della totale assenza di ragionevoli prospettive per il futuro di questa marea di esseri umani in gran parte vittime della bramosia di potere dei dittatori di turno.

Per onestà intellettuale, ci siamo mai chiesti quanti sono i perseguitati ed i disperati in Irak, Siria, Egitto, Somalia e chi più ne ha, più ne metta ? Abbiamo i mezzi e le attrezzature per accoglierli tutti senza compromettere la pace sociale nelle nostre città e tra la nostra gente?

Il problema è evidentemente mondiale e, quindi, dovrebbe essere affrontato e risolto dall’O.N.U.  i cui membri, anziché interessarsi molto spesso  del sesso degli angeli, di petrolio e del consolidamento dei cosiddetti “poteri forti”, con la consulenza di una pletora di consiglieri strapagati, scelgano  una buona volta il modo, gli strumenti e, soprattutto, i tempi per un intervento rapido e risolutore.

del Direttore
Prima che ci pensino i cittadini esasperati che vedono così sparire la loro cultura per accettare quella importata ed imposta da altri…

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