Spettacolo

Il sorpasso.

Film simbolo della Commedia all'italiana.

Roma, 5 dicembre 2022.

La ricorrenza:

Compleanno importante quello odierno perchè sessant’anni fa, oggi, esce in Italia Il sorpasso diretto da Dino Risi.

Stavolta faccio un’eccezione rispetto alle pellicole che solitamente tratteggio raccontando la trama, lasciando uno spiraglio di curiosità nel finale per coloro che ancora non hanno visto il film.

Il sorpasso è arcinoto a tutti e rappresenta uno spaccato dell’Italia del boom di cui Bruno, il personaggio principale, incarna difetti, tanti, e pregi, pochi.

Il sorpasso è un caposaldo della Commedia all’italiana che non abbassa mai la guardia nelle quasi due ore di programmazione.

Risi dipinge un quadro dai forti contrasti innanzitutto nei due personaggi, l’istrione Bruno ed il timido ed impacciato Roberto, per proseguire con gli episodi vissuti velocemente in un caldissimo Ferragosto.

Il trentaseienne Bruno ed il giovane studente di giurisprudenza Roberto partono, da una Roma deserta, verso la Via Aurelia a bordo della Lancia B24, truccata nel motore, dello stesso Bruno.

E’ un susseguirsi di episodi tragicomici, con Risi che dirige i due protagonisti in un contesto reale non macchiettistico.

Roberto, quasi obbligato dal cialtrone Bruno, intraprende il viaggio come smarrito, inconsapevole e stupito di tutto ciò che va scoprendo di ora in ora.

Bruno vive sul momento, sull’estemporaneità, travolge tutto e tutti e pian, piano, modifica il pensiero e l’atteggiamento di Roberto che si è costruito tutt’altro nella sua vita.

Durante il viaggio che li porta fino a Castiglioncello, in Versilia, nella residenza estiva della ex moglie, Bruno rivede dopo lungo tempo Lilly,la giovane figlia, che trova incredibilmente cresciuta.

Lilly frequenta Bibì, un ricco e maturo signore, suscitando in Bruno sorpresa, stupore, per l’eccessiva differenza d’età tra i due.

Un approccio impensabile rispetto al modo di vivere di Bruno, che il concetto di padre non l’ha mai minimamente sfiorato.

In questo senso memorabile la sfida a ping-pong, sulla spiaggia, tra Bruno e l’attempato Bibì promesso nume tutelare della figlia.

Bruno vince la partita, punto a punto, e la relativa scommessa con il ricco Bibì, quasi a voler vendicare l’affronto di occuparsi lui della figlia sedicenne.

Il viaggio è una parabola che tocca vari posti, volti, tutti ad alta velocità sulla Lancia B24 raccontati con leggerezza e dove lo spettatore s’identifica nei protagonisti.

Ci si affeziona, a vario titolo, a Bruno e Roberto perchè, come già accennato, sono personaggi reali non macchiette ed il doloroso finale è qualcosa d’inaspettato, crudele.

Il film è uno spartiacque della Commedia all’italiana, dal forte impatto sociale e di costume sceneggiato dallo stesso Risi, Maccari, Scola e prodotto da Mario Cecchi Gori.

Originale e geniale la scelta delle musiche sostenute dalle canzoni dell’epoca più in voga, da “Quando calienta el sol” dei Marcellos Ferial, ai tormentoni di Edoardo Vianello con “Pinne, fucile ed occhiali”, “Guarda come dondolo”, fino a Peppino Di Capri con “St.Tropez Twist”.

Risi s’inventa anche un io pensante, relativo al ruolo di Roberto, quando nelle battute iniziali pensa a come contrastare l’esuberanza di Bruno, smentendo se stesso poi nelle risposte.

La pellicola è anche considerata un road-movie, (pellicola di strada), magari senza volerlo essere da parte degli sceneggiatori, con altrettanto protagonista la Lancia B24 truccata e il clacson tritonale frequentemente utilizzato da Bruno.

I protagonisti:

Bruno è Vittorio Gassman, mattatore nel vero senso della parola, protagonista anche di alcuni dialoghi improvvisati sul momento.

Alcune battute sono rimaste celebri, così come la scena in cui distrugge in maniera cruda i dolci ricordi di Roberto bambino nella visita fatta ai parenti del giovane studente.

Un ruolo su misura per il grande Vittorio, sbruffone, sciupafemmine, irriverente, ma anche profondo nelle scene in cui si rapporta con la giovane figlia.

Roberto è un delizioso Jean-Louis Trintignant, catapultato nella realtà del nostro cinema ma perfettamente a suo agio nel ruolo vicino al “mostro” Gassman.

Antagonista ideale e come spesso sottolineo grande risalto all’ottimo doppiaggio di Paolo Ferrari.

Lilly è una splendida Catherine Spaak, Bibì è Claudio Gora e Luciana Angiolillo è la moglie di Bruno.

Il sorpasso è da vedere e rivedere, nella nostalgia del periodo di rinascita italiana e nella magia del bianco e nero.

 

 

 

 

Back to top button
SKIN:
STICKY