Politica

I GALANTUOMINI NON TEMONO LE INTERCETTAZIONI

Premesso che la privacy va sempre tutelata si deve ammettere che I GALANTUOMINI NON TEMONO LE INTERCETTAZIONI.
Salvemini

Le intercettazioni telefoniche sono efficaci strumenti di indagine di cui le Procure si servono per raccogliere le prove necessarie per rinviare a giudizio coloro che commettono reati.
Sono quindi inevitabili le polemiche sulla cosiddetta legge-bavaglio.
E’ di lapalissiana evidenza che ogni norma limitativa delle intercettazioni vanificherebbe le finalità che il Governo dichiara di perseguire con il d.d.l. anti-corruzione.
Come potrebbero essere individuati gli autori dei crimini o degli attentati terroristici senza poter intercettare le loro conversazioni ?
Temono di essere intercettati solo coloro delinquono per procurarsi ingiusti ed ingenti profitti (manovratori di appalti truccati, spacciatori di droga, imbroglioni di vario genere).
La gente onesta (la stragrande maggioranza dei cittadini) non ha nulla da nascondere.
Più che legittima, pertanto, è la protesta dei Magistrati e delle Forze dell’Ordine nonché quella degli editori e dei giornalisti che, a norma dell’art. 21 della Costituzione, rivendicano il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con ogni mezzo di diffusione.
Ovviamente, la privacy va sempre tutelata.
E’ scontato il fatto che le notizie penalmente irrilevanti non devono essere divulgate.
Ma se si tratta di notizie che interessano l’opinione pubblica, al fine  consentire ai cittadini di votare consapevolmente, la loro divulgazione è non solo utile ma sacrosanta. Gli elettori hanno il diritto di essere informati sui misfatti compiuti da coloro che si vantano di essere stati “eletti” dal popolo.
Non sono credibili (né affidabili) quei politici che esaltano (a parole) il principio di legalità ma che nelle aule parlamentari approvano leggi che impediscono alla Magistratura di avvalersi dei mezzi necessari per effettuare indagini accurate. Quei politici dimenticano che “democrazia”,  nel significato più autentico, significa trasparenza nella gestione del potere; significa fiducia dei governati nei confronti dei governanti. Altrimenti, degenererebbe in corrotta oligarchia e in repellente plutocrazia.
Ai Signori insediati nei Palazzi va ricordato che la politica è missione al servizio del popolo, non mestiere lucrativo e tornaconto individuale.
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