Rugby

SPORT- RUGBY SEI NAZIONI 2024, ITALRUGBY A RITMO DI TANGO

Domani all’Olimpico

Roma, 2 febbraio 2024 – Domani, 3 febbraio, all’Olimpico, nel primo match azzurro RUGBY SEI NAZIONI 2024 contro l’Inghilterra, fa il suo esordio in panchina Gonzalo Quesada, il tecnico argentino chiamato a sostituire il neozelandese Kieran Crowley dopo il fallimento della sua gestione ai Mondiali 2023 in Francia.

È la prima volta che l’Italia si rivolge alla scuola argentina per risolvere le proprie problematiche tecniche.

Già in passato giocatori italo-argentini hanno avuto un ruolo decisivo per le fortune internazionali azzurre.

Accade, ed è sempre accaduto, nel calcio. Accade ancor più nel rugby che, nell’approccio sportivo argentino, è praticato con pari frequenza al calcio.

Un ragazzo di Buenos Aires decide in un secondo tempo a quale dei due sport dedicarsi definitivamente, magari diventando, poi, professionista in qualche club europeo.

I momenti storici più rilevanti del rugby italiano si sono verificati sotto l’egida in campo di due ragazzi italo-argentini, Diego Dominguez e Sergio Parisse.

Con il primo mediano di apertura gli azzurri a Grenoble nel 1997 sconfissero per la prima volta la Francia, 40-32.

Quindi, 3 anni dopo, nella partita di esordio assoluto nel Torneo delle Sei Nazioni allo Stadio Flaminio, l’Italrugbyriuscì nell’impresa di battere 34-20 la Scozia Campione uscente. Diego Dominguez mette a segno ben 29 punti.

Il regno azzurro di Dominguez dura 12 anni, dal 1991 al 2003.

Inizia, al suo ritiro dalla scena internazionale, la leadership azzurra di Sergio Parisse, giocatore aquilano figlio di Sergio campione d’Italia con l’Aquila rugby, emigrato per ragioni di lavoro in Argentina.

Prima nel ruolo di terza linea, poi come Capitano, Sergio indossa per 17 anni (2002-2019) 142 volte la maglia azzurra, con la quale l’Italia riesce a superare negli scontri diretti ogni avversario (Sud Africa, Francia, Galles, Irlanda, Argentina) con la sola eccezione dell’ Inghilterra.

Si spera domani, con Quesada in panchina, di voltare questa ultima pagina.

Che Italia sarà quella di questo cinquantenne (ex mediano di apertura, quarto marcatore assoluto dei Pumas francesi con 486 punti in 38 caps)?

Gonzalo è l’esponente perfetto del tipico Mediano di Apertura argentino, dotato di un rugby in cui il piede ha un ruolo tutto suo particolare: crea occasioni di gioco e realizza punti.

Non si limita a cercare di guadagnare metri ed a passare il pallone al compagno designato.

Una interpretazione tutta argentina che non trova altri esempi attorno.

La storia del rugby degli ultimi 50 anni in Argentina mette in evidenza quattro personaggi.

In primis Hugo Porta, nominato da Peron, perfino Ambasciatore in Sud Africa, a curare gli ampi interessi del paese sudamericano.

Dopo Porta arrivò l’era di Dominguez.

Quindi Gonzalo Quesada.

Oggi, a difendere la stabile presenza dei Pumas fra le prime 8 potenze del rugby mondiale, figura Tomas Cubelli.

Gonzalo Quesada allenatore, si è fatto le ossa in Francia, dove approdò giocatore e poi tecnico allo Stade Français di Parigi, il più forte club transalpino di allora.

Per il suo “gioco al piede”, il CT della Nazionale francese Marc Lièvremont, lo ha ingaggiato nel proprio staff tecnico.

Ciò si nota chiaramente osservando il gioco al piede del mediano di mischia Antoine Dupont!

Al contrario, questa particolarità fondamentale risultata assente nel gioco dei mediani italiani impostato da CT azzurro Crowley.

Ed è proprio su questo fondamentale che sono da attendersi novità nella squadra azzurra che presenta Quesada.

Su questo punto Juan Ignacio Brex – tre quarti centro azzurro titolare in forza al Benetton Treviso – è stato chiarissimo a proposito del lavoro preparatorio svolto nei brevi raduni di Verona ed Acqua Acetosa a Roma: “Ci siamo dedicati in particolare al gioco al piede….”

Certamente non ci si può attendere miracoli in questo senso.

Il gioco lo fanno i singoli giocatori con le proprie singole capacità tecniche.
È fondamentale, dunque, optare per la scelta di elementi maggiormente già dotati sotto il profilo ricercato.

Le scelte fatte fino all’ultimo Sei Nazioni da Crowley, prescindevano da queste esigenze.

In particolare, le presenze di Allan e Paolo Garbisi garantiscono già un eccellente gioco al piede, sia in attacco che in difesa, a livello Numero 10.

Altrettanto non si può dire per quanto riguarda l’altro ruolo mediano, quello del Numero 9, davvero problematico nelle scelte dell’interprete tra i convocati.

Nel gruppo degli aspiranti figurano Alessandro Garbisi ed Alessandro Fusco, entrambi, però, limitati in quanto a rugby-football.

Più duttile apparirebbe l’italo- francese Martin Page-Relo, se non altro per essere stato negli ultimi anni il vice del fenomeno francese Antoine Dupont allo Stade Toulousain.
Chiuso dal campione, quest’anno aveva appena accettato di trasferirsi a Lione, quando gli è arrivata la chiamata azzurra.

La sua è una grossa opportunità di trovare soluzione ad un problema davvero complicato.

 

Giacomo Mazzocchi

Giacomo Mazzocchi, giornalista professionista, è stato capo redattore di TuttoSport, capo della redazione sportiva di Telemontecarlo, direttore della comunicazione della Federazione Mondiale di Atletica Leggera e direttore della comunicazione della Federazione Italiana Rugby. Vanta una vasta esperienza suddivisa fra giornalismo scritto e video con direzione e gestione di giornali, pubblicazioni, redazioni televisive, telecronache, conduzioni e partecipazione televisive. Cura l'organizzazione e produzione tv di eventi e uffici stampa
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