Calcio

Roma: alle radici della crisi

roma in crisiLa Roma non si ritrova più. La squadra ammirata da tutti per il bel gioco e i risultati è sparita. Proviamo a spiegarne i motivi.

Roma, 20 marzo – Che fine ha fatto la Roma? Se lo chiedono i tifosi, ormai sul piede di guerra e anche la società.

Garcia non sa più che pesci prendere, i giocatori sembrano la brutta copia di loro stessi e ormai la crisi è profonda, con la trasferta di domenica sera in casa del Cesena che fa paura. Il secondo posto è sempre più a rischio e nessuno capisce come si è arrivati a questo punto.

Noi diciamo la nostra, senza la presunzione, ovviamente, di essere i depositari della verità.

Punto primo: la squadra corre male ed è lenta nello svolgimento della manovra offensiva. Colpa della preparazione, che ha puntato troppo sulla palestra appesantendo i muscoli dei giocatori e togliendo loro velocità. E se una squadra che gioca con gli schemi di Garcia non va veloce, diventa prevedibile. Un conto è metterli in pratica a 100 all’ora, un conto a 10 all’ora. Senza ricordare che ormai gli avversari li conoscono alla perfezione e prendono le contromisure (ovvero stare tutti coperti dietro per chiudere ogni spazio e poi ripartire velocemente in contropiede).

Punto secondo: al gruppo sono venuti a mancare i giocatori di grande personalità. Maicon non gioca più (il ginocchio destro ha problemi di cartilagine), Strootman è fermo ai box per i postumi della seconda operazione, Castan è fermo per il cavernoma e Benatia è stato ceduto in estate.

Punto terzo: la ripetuta mancanza di vittorie ha provocato la perdita di autostima e alla prima difficoltà la squadra va in crisi. Anche perché mancano i giocatori con gli attributi di cui sopra.

Punto quarto. Per bocca dello stesso ds Sabatini, il mercato di gennaio è stato completamente sbagliato. Servivano giocatori pronti subito, invece sono arrivati Ibarbo e Doumbia che ancora devono entrare in condizione. E poi: perché farsi scappare un terzino sinistro come Antonelli del Genoa (finito al Milan nonostante le tante volte in cui la società ligure lo ha proposto alla Roma) per continuare ad affidare quella fascia agli ectoplasmi Holebas e Cole?

Punto quinto. Garcia non ha schemi alternativi ed è convinto che si può giocare a pallone senza un grande centravanti. Ma nel calcio di oggi se non hai in squadra un attaccante da 15-20 gol a campionato non vai molto lontano.

A meno che non corri a 100 all’ora come facevi l’anno scorso.

E qui torniamo al punto primo.

Come un serpente che si morde la coda…

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