Walter Nudo riscopre a Los Angeles “i maestri” del cinema italiano
dalla nostra corrispondente da Los Angeles Maristella Santambrogio
Abbiamo incontrato a Los Angeles, Walter Nudo, attore. È necessario sottolineare come Nudo abbia percorso un cammino inusuale parallelo alla carriera d’attore. Ha studiato recitazione in America e in Italia dove, diventato personaggio televisivo con le partecipazioni al ” Maurizio Costanzo Show”, Nudo, con la carriera d’attore, inizia quella di cantante formando una band con la quale girerà l’Italia nel 1997. Lo sport lo affascina e si misura a livello agonistico nel Karate come nel pugilato per poi passare alle corse automobilistiche. Vincitore della prima ”Isola dei Famosi”, con “Incantesimo ” e “Carabinieri” raggiunge il successo televisivo. Ora eccolo a Los Angeles. C’è da domandarsi quale sia la novità del momento che lo abbia portato qui, e glielo chiediamo. “E poichè questa intervista andrà anche in Italia , dove forse qualcuno sa chi sono” -ci ha risposto Nudo- “ devo dire che mi manca l’Italia, mi mancano gli Italiani, l’affetto degli italiani , specialmente quando tagliando loro la strada mi mandano a ….”
“ Da quanto tempo è in America ?”: “Sono qui da sei mesi, ritornerò tra poco in Italia per lavoro e poi di nuovo qua. Dopo il sole di Los Angeles del primo giorno, mi manca l’Italia.”
“L’annoia Los Angeles?” : “ Los Angeles è un mito, ma un Paese come l’Italia non ce n’è, quindi tutti gli altri vengono dopo.”
“Ma cosa fa un attore Italiano a Los Angeles ?”: “L’attore a Los Angeles sta in macchina, scende dalla macchina e va in una palestra , poi di nuovo in macchina per andare alle audizioni.”
“Do you speak English?”: ‘’ I do, I do .I was born (si ,lo parlo, sono nato ) in Canada“.
“Ecco perché lo parla bene e senza accento! Ha un agente?”: “Certamente ,anzi due“.
“Ha dei programmi qui inerenti alla sua carriera?”: ” Si , sto scrivendo, sono qui per sviluppare la possibilità di fare il filmmaker, imparare il mestiere, produzione ecc. Ora voglio scrivere e produrre un mio lavoro . Voglio realizzare idee mie, voglio produrre continuando a fare sempre l’attore. A volte fare l’attore è faticoso perché devi misurarti con emozioni che non sono solo di gioia. Toccando certe corde in profondità ci vuole coraggio, per cui preferirei essere dall’altra parte della macchina da presa e dirigere ragazzi e ragazze e far entrare loro in quelle emozioni. Qui benché pazzesco sto riscoprendo i film di Fellini, di Monicelli, De Sica, Scola, i film degli anni cinquanta e sessanta. Vedo film di Mastroianni e di Sofia Loren. Sembra assurdo, ma sto riscoprendo qui il nostro cinema, mi rivedo in internet tutti i nostri film classici, impegnandomi in una ricerca approfondita di quei capolavori. Il cinema di oggi non è altro che il frutto della mamma che è il cinema italiano degli anni 50 e 60, la realtà di quell’epoca, era incredibile. Scorsese e tutti gli altri alzano le mani davanti a Fellini, a Rossellini e a De Sica.”
“Qui c’è un’ altra mentalità, un’altra cultura.”: “Bisogna dare qualità e non necessariamente qualità è sinonimo di costi alti. La qualità significa impegnarsi a fondo nelle cose. Organizzare un grande lavoro di preparazione prima di girare un film, poi lo si può anche realizzare in venti giorni. Il lavoro di preparazione è fondamentale, può durare mesi, ci si domanda a tavolino con gli attori tutto quel che è necessario per ottenere un buon risultato, poi, quando si è pronti, si ha un pacchetto a prova di bomba.”
“ Hitchcock ha sempre detto che il film lo si gira per il pubblico non per se stessi”:“Assolutamente! “
“Qui, se vuoi dare un prodotto, devi sapere a chi lo vuoi proporre.”: “ Siamo in un Paese dove insegnano il marketing. Ma io sono del parere che i tempi sono cambiati. Negli anni cinquanta c’era un altro tipo d’inflazione d’immagine, ora c’è un bombardamento da tutte le parti. I francesi hanno una storia come gli italiani, con la differenza che gli italiani girano 80 film all’anno i francesi ne girano 400 e vincono gli Oscar.”
“L’italiano, l’Italia e tutta l’arte italiana cinematograficamente parlando, dov’è?”: “C’è, ma dobbiamo crederci, vogliamo riscoprire i nostri nonni! Forse se lo facciamo, ritroviamo la nostra arte. Noi non dobbiamo copiare gli altri perché tutto il mondo ha copiato da noi. Quando ho visto il film “Amour” candidato agli Oscar insieme ai migliori film e come foreign movie, ho avuto la conferma che se le cose le fai bene, sfornando un prodotto di qualità e mettendoci il cuore, il prodotto va e la qualità esce fuori. Auguro e dico a tutti, italiani e non, ovunque voi siate, se sentite qualcosa nel profondo del cuore è perché credete in quel qualcosa che nasce proprio da lì e, quindi, va detto.”