Cronaca

Tempi moderni – Non passa i compiti ad un compagno di classe. Minacciata con un coltello

autoradio polizia8È avvenuto a Velletri.
Velletri, 27 febbraio – L’assurda vicenda, si è svolta nella cittadina di  Velletri, dove una ragazzina, minorenne, frequenta una scuola superiore.
La giovane, saltuariamente, accondiscendeva di passare i compiti fatti a casa, ad un suo compagno di classe che, probabilmente, preferiva altre alternative allo studio. Alcune volte, la studentessa rifiutava ed allora veniva tempestata di messaggi dal giovane nonostante le sue minacce di informare i professori.
Ma ecco che salta fuori un terzo minorenne, che accorre in difesa dell’amico svogliato.
Anch’egli inizia con l’azione di stalking  contenenti minacce indirizzate alla compagna ma, visti vani i risultati, l’ha attesa nel cortile della scuola dove, ripetendo le minacce, per dare maggior corpo alle sue parole, ha estratto un coltello.
Tornata a casa, la povera ragazzina, scioccata e piangente   ha raccontato ai genitori il grave episodio vissuto.
Immediatamente è stato informato il Commissariato di Polizia di Velletri, diretto dal dott. R. Cioppa.
Gli investigatori del Commissariato hanno rapidamente identificato l’autore della minaccia sequestrando il coltello, nonchè l’altro giovane, anch’egli segnalato per stalking,  informando l’Autorità Giudiziaria.
 
Questo è ormai il comportamento della nostra gioventù alla quale, per non traumatizzarli, abbiamo sempre concesso tutto fino a far loro credere che ogni azione è legittima.
Spetterà alla Procura presso il Tribunale per i   Minorenni giudicare il fatto che, quasi certamente, concederà loro il perdono giudiziario. Così facendo, in una Nazione dove i valori stanno scomparendo giorno per giorno, si darà il messaggio che la concessione del beneficio è un diritto ed  in colui che ha commesso l’azione criminosa, si rafforzerà la convinzione che tutto è permesso.
Ricordo nel lontano 1971, a Roma nel popolare quartiere di Cinecittà,  un giovane delinquente minorenne, certo L.B. . Controllandolo, gli chiesi perchè non cambiava vita anzichè dover sempre scappare vedendo le ‘guardie’.
Convinto, mi rispose “A Brigadiè, m’hanno arrestato a prima vorta e nun m’hanno fatto niente; m’hanno arrestato  a seconda e nun m’hanno fatto niente; m’hanno arrestato a terza vorta e nun m’hanno fatto niente; m’hanno arrestato a quarta vorta e nun m’hanno fatto niente. Che vordì? Che ciò raggione io, no?” Una logica che non ammetteva repliche!
Dopo alcuni anni, lo raccolsi morto, ucciso  in un regolamento di conti.
Ma siamo sicuri che la colpa fosse stata solo la sua? La pianta si raddrizza da piccola, non quando è diventata un tronco…

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