Spettacolo

I Complessi

Roma, 17 settembre 2020. C’è stato un tempo nella nostra cinematografia in cui si giravano film a episodi, due, tre, o più storie spalmate su un centinaio di minuti di programmazione; lo scopo, il compromesso, probabilmente era quello di poter utilizzare pezzi da 90 che magari potevano intralciarsi a vicenda su un’unica trama.

Il film a episodi in se non ha mai rappresentato il non plus ultra rispetto ad un’unica sceneggiatura con qualche eccezione come per esempio I mostri del 1963 di Dino Risi con mattatori Gassman e Tognazzi. Tuttavia 55 anni fa, oggi, la pellicola I Complessi ha segnato senz’altro un punto a favore.

Tre segmenti per tre interpreti della commedia all’italiana. Nino Manfredi, timido impiegato a cui manca il coraggio, durante una gita aziendale, di regolarizzare il fidanzamento con una bella collega che è insidiata da un ben più intraprendente spasimante per di più già sposato, nell’episodio <<Una giornata decisiva>>; Ugo Tognazzi, funzionario di Stato pedante e moralista che va in paranoia per una vecchia comparsata cinematografica della moglie ripresa in una scena a seno nudo, nel corto <<Il complesso della schiava nubiana>>; Alberto Sordi, giovane e preparatissimo concorrente al concorso di lettore del telegiornale Rai afflitto da un vistosissimo difetto relativo ad una dentatura enorme, nell’episodio <<Guglielmo il dentone>>.

Al di là delle considerazioni iniziali bisogna dire che il film per il soggetto, Maccari, Scola, Age, Scarpelli, Sordi, la sceneggiatura, gli stessi Scola, Sordi e Maccari, Sonego, Benvenuti, De Bernardi e la regia, Dino Risi, Franco Rossi e Luigi Filippo D’Amico, ha avuto l’apporto di grandi professionisti che hanno confezionato storie di italico costume nel pieno boom economico.

Manfredi a suo agio nella parte dell’impacciato aspirante innamorato che alla fine subisce, per inerzia, le insistenze di una collega zitella e brutta come non mai. Tognazzi anche lui bravissimo nel ruolo dell’ossessivo e stucchevole ministro, già recitato in un episodio de I Mostri di qualche anno prima, che finisce, suo malgrado, in un raduno gay con retata della polizia e relativo scandalo. Sordi, graffiante come al solito, interpreta un uomo di una cultura vastissima in concorso per un posto in Rai come lettore del telegiornale che senza appoggi e raccomandazioni arriva dove si era prefissato mettendo alla berlina tutte le ambiguità di una burocrazia cialtrona.

I tre grandi della nostra commedia sono fuori concorso ma caratteristi formidabili li hanno coadiuvati come Riccardo Garrone, Ilaria Occhini, Claudio Gora, Nanda Primavera, Franco Fabrizi, Paola Borboni, Romolo Valli e simpaticamente nella parte di loro stessi le gemelle Kessler, Lelio Luttazzi, Armando Trovajoli, Gaia Germani, Nanni Loy e il professor Cutolo. 

Come detto cento minuti di godibile programmazione con aspetti grotteschi della società italiana di più di cinquant’anni fa, al netto di parolacce, espressioni sguaiate, oggi quasi necessarie per strappare un sorriso fine a se stesso.        

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