Politica

Il subdolo non è mai morto …

DAlemaRoma, 24 luglio – Non siamo in un laboratorio di fisica o di chimica, ma quella che Renzi ha definito, in assenza di ispirazioni migliori, una “rivoluzione copernicana”, ha prodotto, invece, un’autentica “reazione a catena” di posizioni pro e contro in tutte le parti politiche e nello stesso PD.

Il PdC, mai come questa volta, “ha sparato forte” e senza rendersi conto prima se, nella cartucciera, c’erano le munizioni necessarie per combattere.

Per abbassare le tasse e togliere quella della prima casa, i servizi assicurati da queste, devono essere “coperti”, altrimenti non può essere abbassato ed eliminato niente.

Il ministro dell’economia glielo ha fatto presente e qui è venuta fuori la prima “perla” in economia del PdC; “per eliminare le tasse sulla prima casa apriamo i cantieri e rilanciamo le infrastrutture”; si, ma con quali soldi? Cantieri e infrastrutture, sono campi di investimenti di soldi pubblici e se questi non ci sono, non è sufficiente aprire, di quelli, solo i cancelli. Seconda “perla”; il rilancio delle infrastrutture porterà alla diminuzione delle tasse. O.K.; ma sarebbe anche il caso di spiegare in base a quale meccanismo di matematica o di economia avviene questo prodigio.

A questo punto, visto che l’argomento, più strumentalmente che programmaticamente, era “zompato” d’attualità, (secondo il calendario di Renzi, doveva essere affrontato, non prima del 2017, sempre che gliel’avessero fatto affrontare), le due forze politiche che si fronteggiano nel PD si sono sentite nel “diritto-dovere” di confrontarsi sull’argomento e in una riunione del partito è riapparso D’Alema che ha squittito la sua riflessione bolscevica: le tasse non possono essere abbassate perché c’è un problema di fondo irrisolto, l’evasione fiscale e, al giornalista che lo intervistava, ha mormorato con gravità e con un sospiro “…eh!…come si fa ad eliminare un problema del genere?…” …beh, il commento è stato tra i più subdoli e strumentali, che si poteva  ed ha dimostrato ancora una volta, da almeno cinquanta anni a questa parte, la non volontà del partito, allora comunista, oggi PD, di eliminare questo bubbone della nostra economia perché, su di esso ci vivono quelle lobbies che loro favoriscono.

Nel nostro paese questa evasione è tanto alta da uccidere l’economia e distruggere il reddito fisso per cui l’on. D’Alema, come anche i sindacati, ha sempre predicato la sua lotta, ma, contemporaneamente, si è sempre opposto, assieme ai sindacati, all’adozione dei meccanismi per arrivare a debellarla e ha trattato sempre l’argomento come se fosse di difficile soluzione.

Questo problema non è di difficile soluzione ma di una semplicità enorme e consta, udite!, udite!…di una semplice operazione aritmetica di terza elementare e si chiama, “Conflitto delle Competenze” (deduzione delle imposte indirette dall’Imponibile Irpef… ed il problema è risolto) ed è infallibile perché poggia sul principio del “togliere al contribuente la necessità di evadere”.

Che cosa c’è di tanto difficile? E che cosa c’è dietro all’opposizione di D’Alema, di tutti i sindacati e di tutti i partiti della sinistra, alla sua applicazione? Lo ha detto allo scrivente, l’on. Tabacci, ottimo economista e sostenitore di questo meccanismo; “è troppo liberale per essere accettato dalla sinistra”; quindi solo una questione di ideologia, e di ammissione o meno del fallimento di una posizione preconcetta.

… mah… con quale faccia l’on. D’Alema ha ancora il coraggio di presentarsi al popolo del quale, secondo la sua dottrina, lui dovrebbe tutelare gli interessi?

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