Politica

Renzi ha vinto, ma chi ha perso?

In Italia, non perde mai nessuno!

In tutte le competizioni elettorali di ogni tempo e paese, c’è sempre stato qualcuno che ha vinto e qualcun altro che ha perso, ma in Italia, nonostante uno stato di democrazia avanzata, pare proprio non sia così.

Si tratta di una regola non scritta, ma ben radicata nelle coscienze di tutte le comunità civili ed evolute e coloro i quali non la osservano, si pongono fuori dal contesto politico e democratico.

Dopo la netta vittoria di Matteo Renzi, prima ancora del Partito Democratico, le elucubrazioni  dei leader dei vari partiti e raggruppamenti, hanno assunto  toni e contenuti che farebbero sorridere se non fossero in ballo i destini del nostro paese.

Immagino abbiate letto od ascoltato le dichiarazioni degli esponenti più rappresentativi delle varie forze politiche in campo.

Grillo, ad esempio, ha rivendicato al suo “Movimento” il merito di “aver retto bene e che il tempo giocherà a suo favore per l’assalto decisivo ai palazzi del potere”. Eppure i dati sono inoppugnabili e rivelano che il M5S ha perso oltre 2 milioni di voti rispetto all’ultima consultazione di poco più di un anno fa. Se si considerano, poi, le inquietudini e le fibrillazioni scoppiate all’interno dei gruppo parlamentari grillini, l’ex comico genovese dovrebbe ammettere il clamoroso flop delle sue attese, ma non lo fa.

Qualche accenno di “mancato successo” è arrivato da Forza Italia, il cui capo carismatico, Silvio Berlusconi, ha pubblicamente ammesso che si aspettava qualcosa di più e di meglio.

Emblematica la dichiarazione di Angelino Alfano, segretario del NCD: “Sapevamo che era una prova difficilissima, ma il risultato è stato eccellente. Siamo stati premiati”.  Contento lui, contenti tutti. Si dà, però, il caso, che il NCD, alleato con l’UDC di Casini, ha raggranellato soltanto il 4,3 % superando appena l’asticella dello sbarramento fissata al 4 %. Dunque nemmeno l’ex delfino di Berlusconi ammette di aver perso.

C’è poi il segretario della Lega Nord, Salvini, che canta vittoria per il raddoppio dei voti, attestandosi al 6,16 %. Però  nessuno gli ricorda che questo partito era praticamente allo sfascio per gli scandali verificatisi durante la gestione dell’ex segretario, Umberto Bossi.

Sulla stessa linea i commenti di Niki Vendola riguardo la neo formazione politica Tsipras ch’è riuscita a portare nel parlamento europeo un proprio rappresentante.

Nessuna meraviglia perché queste liturgie caratterizzavano il dopo voto anche durante la prima Repubblica.

Ma l’aspetto più inquietante e preoccupante, che pochissimi hanno evidenziato, è l’astensionismo che ha raggiunto il 41 % e va interpretato come una grave manifestazione di sfiducia, di disaffezione e di sdegno nei confronti della politica e dell’attuale classe dirigente.

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