Calcio

È morto Ciro Esposito, 50 giorni di agonia

Il tifoso del Napoli fu ferito a Roma il 3 maggio prima della finale di Coppa Italia

Roma, 25 giugno (ansa) – Ciro Esposito, il giovane tifoso del Napoli ferito a Roma prima della finale di Coppa Italia, è morto alle prime ore di questa mattina nel reparto di Rianimazione del Policlinico Gemelli, dove era ricoverato. Le sue condizioni si erano improvvisamente aggravate ieri, dopo svariati interventi chirurgici che avevano fatto sperare in un miglioramento.  Cosciente quasi fino all’ultimo, era entrato in coma irreversibile. Esposito è morto “per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali”, ha precisato Massimo Antonelli, direttore del Centro rianimazione del Gemelli, che ha anche espresso,  nome di tutto il reparto “profondo cordoglio e vicinanza ai genitori di Ciro in questo momento di dolore per la perdita del proprio figlio”.

Ora De Santis è indagato per omicidio volontario – Con la morte di Ciro Esposito cambia, aggravandosi, la posizione di Daniele de Santis, l’uomo detenuto a Regina Coeli in quanto ritenuto colui che sparò al gruppo di supporters napoletani. Non più tentato omicidio, ma omicidio volontario: questa la nuova ipotesi di reato contestata all’ex ultrà romanista. Il pm, Eugenio Albamonte, titolare dell’inchiesta giudiziaria, dovrà oggi, tra l’altro, nominare il medico legale al quale sarà affidato l’incarico di eseguire l’autopsia su Esposito.

Il dolore della famiglia Esposito al Gemelli – I parenti e gli amici di Ciro Esposito sono riuniti all’esterno del pronto soccorso del Policlinico Gemelli, attiguo al reparto Rianimazione dove il giovane tifoso del Napoli è morto stamani poco dopo l’alba. Ci sono la madre, Antonella Leardi, il padre Giovanni, la fidanzata Simona e un’altra ventina di persone tra familiari e amici. Il dolore e la stanchezza dei genitori di Esposito sono evidenti: la famiglia ha annunciato l’intenzione di non rilasciare dichiarazioni oggi, a parte quelle di stamani dello zio di Ciro, e ha affidato il proprio pensiero ad un comunicato stampa che è stato diffuso. Al momento non si sa ancora se l’autopsia sul corpo del trentenne di Scampia verrà effettuata al Policlinico Gemelli. La famiglia attende di poter disporre del suo corpo per riportarlo a Napoli.

Appello famiglia Esposito, chi ha sbagliato paghi – ”Alle 6 di questa mattina dopo un calvario durato 50 giorni si è spento il nostro Ciro, un eroe civile. Quel maledetto 3 maggio il nostro Ciro é intervenuto in via Tor di Quinto a Roma per salvare i passeggeri del pullman delle famiglie dei tifosi del Napoli calcio. Il nostro Ciro ha sentito le urla di paura dei bambini che insieme alle loro famiglie volevano vedere una partita di calcio; é morto per salvare gli altri.Chiediamo alle istituzioni di fare la loro parte”. Comincia così l’appello della Famiglia Esposito per chiedere giustizia per Ciro morto dopo 50 giorni di agonia.

Avvocato, chiediamo lutto nazionale – “All’alba il cuore di Ciro si è fermato, chiediamo per il lutto nazionale per il nostro ragazzo”. È quanto chiede Angelo Pisani, l’avvocato di Ciro Esposito, il giovane tifoso del Napoli, ferito prima della finale di Coppa Italia, a Roma, lo scorso 3 maggio. Pisani, che è anche presidente della municipalità di Napoli in ricade anche Scampia, zona di Napoli dove Ciro viveva, chiede anche che gli sia dato l’ultimo saluto nell’auditorium del quartiere, con tutti i napoletani.

Sindaco Napoli, proclamiamo il lutto cittadino – Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, proclama il lutto cittadino per la morte del tifoso Ciro Esposito. Lo annuncia con un tweet nel quale scrive “Ciro è morto e a Napoli proclamiamo il lutto cittadino. Per Ciro, per i familiari, per il nostro popolo. Per dire no al binomio calcio-violenza”, conclude De Magistris.

Lo zio, basta violenza – “A nome di tutta la famiglia – ha aggiunto lo zio di Esposito – dico a tutti basta violenza”. Esposito era rimasto ferito da colpi di pistola a Roma il 3 maggio, vicino allo Stadio olimpico prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. Un’infezione polmonare che si è innestata in un quadro clinico già compromesso. Sarebbe questa la causa dell’aggravarsi delle condizioni di Esposito. L’uomo era gia’ stato sottoposto ad alcune operazioni, la prima al polmone; era in dialisi e aveva un’attività epatica non pienamente efficiente. L’ultimo intervento il 19 giugno scorso


Allerta forze ordine Roma, si temono raid tifosi – Forze dell’ordine in allerta nella Capitale per l’eventuale arrivo di gruppi isolati di tifosi napoletani  dopo il decesso di Ciro Esposito. Si temono raid e vendette nei confronti della tifoseria romanista. A sparare a Ciro sarebbe stato un ultrà giallorosso, Daniele De Santis.

La visita della famiglia Sandri –  A fare visita a Ciro Esposito, ieri, anche il padre e il fratello di Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso l’11 novembre del 2007 in un’area di servizio nei pressi di Arezzo mentre era in viaggio in macchina, con quattro amici, diretto verso lo stadio Meazza per vedere la partita Inter-Lazio. Durante una sosta nell’area di servizio Badia del Pino, sulla A1, Gabriele Sandri fu colpito da un colpo di pistola sparato dall’agente della Polstrada Luigi Spaccarotella.

Per il ferimento in carcere tifoso giallorosso – Per gli incidenti avvenuti prima della finale di Coppa Italia del 3 maggio scorso, e per il ferimento di Ciro Esposito, morto questa mattina al Gemelli, è attualmente detenuto per l’accusa di tentato omicidio, Daniele De Santis. Secondo gli inquirenti, l’ultrà romanista ha fatto fuoco in direzione di alcuni tifosi del Napoli, tra cui Ciro Esposito, nel corso di una rissa scoppiata dopo che De Santis, assieme ad altre tre persone ancora da identificare, aveva provocato alcuni tifosi del Napoli a bordo di un bus con lanci di oggetti e fumogeni. Nei confronti dei tre tifosi partenopei rimasti feriti, il pm Eugenio Albamonte contesta il reato di rissa. Per questa vicenda nelle scorse settimane si è svolto un incidente probatorio per raccogliere la testimonianza di Raffaele Puzone, il supporter napoletano che ha confermato di aver visto De Santis fare fuoco. Nel corso della sua ricostruzione però il superteste è caduto in contraddizioni.

Famiglia, suo corpo a Napoli – La famiglia Ciro Esposito vuole riportare a Napoli il corpo del giovane. Uno degli zii di Esposito, secondo quanto si è appreso, ha contattato la questura di Roma per chiedere l’autorizzazione a disporre della salma, che potrebbe però essere messa a disposizione dalla magistratura per l’autopsia considerando che c’è un’inchiesta in corso.

Niente maxischermo a Scampia per match Italia – Niente maxi schermo ieri sera a Scampia per la partita dell’Italia, dopo l’aggravarsi delle condizioni di salute di Ciro Esposito, ferito prima della finale di Coppa Italia a Roma dello scorso 3 maggio. La decisione è stata presa dal presidente della Municipalità, l’avvocato Angelo Pisani, che assiste legalmente il giovane tifoso del Napoli. Per la sfida con l’Uruguay dell’ex Cavani, la Municipalità aveva organizzato un evento nella villa comunale di Scampia, con l’installazione del maxi schermo.

Lo zio di Ciro, Questore e Prefetto Roma si dimettano – “Vogliamo giustizia, non vogliamo che il nome di mio nipote sia usato per altre violenze. Ma il questore e il prefetto di Roma devono dimettersi”. Così lo zio di Ciro, Enzo Esposito davanti al Gemelli. “Mio nipote sta morendo- aveva detto ieri, prima del decesso – perché quel fascista gli ha sparato – ha aggiunto -, ma anche perché é rimasto a terra un’ora senza soccorsi. Vogliamo De Santis condannato e questore e prefetto a casa per le loro negligenze”. Lo zio di Ciro ha anche criticato aspramente il sindaco di Roma Ignazio Marino per non essere mai venuto a trovare il giovane. “Il suo squallore é ormai chiaro”, ha detto.

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