Politica

Sicurezza:emergenza nazionale!

Rapinatore armato

Le notizie dal fronte del lavoro sono allarmanti! Negli ultimi cinque anni nell’ industria sono già andati persi 674 mila posti e altri 123 mila sono a rischio nel 2013; numero che potrebbe salire ad almeno 300mila se si considera la cassa integrazione ordinaria.

E’ un vero e proprio bollettino di guerra quello tracciato dal X Rapporto Cisl “Industria, Contrattazione e Mercato del Lavoro”, diffuso nei giorni scorsi. Sappiamo tutti che Lavoro, Scuola, Sanità e Sicurezza sono i poli che maggiormente dovrebbero interessare la politica. E’ così? Certamente no; ricordiamoci che siamo in Italia! Vediamo, intanto, quel che accade nel quarto polo sopra indicato, quello del pianeta sicurezza dei cittadini. Ed è appunto con questo spirito cercante, che noi cronisti leggiamo di tutto e di più per documentarci per raccontare, e così ci imbattiamo in un articolo molto veritiero su “L’ESPRESSO” di questa settimana,  dal titolo:”EMERGENZA SICUREZZA-CITTA’ INDIFESE” di Gianluca Di Feo e Giovanni Tizian. Bene, apprendiamo che omicidi, ma soprattutto assalti alle case, furti e scippi assillano gli Italiani; la crisi economica, infatti, moltiplica i reati e aumenta la paura. Mentre le Forze dell’Ordine alle prese con tagli di personale e di fondi non riescono a fronteggiare l’offensiva della nuova criminalità, ogni giorno nella Provincia di Milano ci sono 13 rapine e 441 furti. Numeri simili, che “l’Espresso” pubblica in esclusiva, riguardano le altre metropoli, Roma, Napoli, Palermo e persino Bologna; statistiche che testimoniano una nuova emergenza, avvertita più dai cittadini che dalle Istituzioni per l’aumento vertiginoso di reati predatori, realizzati con violenza, come gli scippi o le rapine, oppure con la destrezza di chi sfila portafogli e penetra negli appartamenti anche abitati. Governo e Vertici delle Forze dell’Ordine tendono ovviamente a minimizzare il problema, riconoscendolo solo nelle vicende clamorose. A dicembre 2011 mancavano 27 mila uomini e donne in divisa, quanti basterebbero per presidiare un’intera Regione. I numeri complessivi però non sono esigui; nel Lazio si contano 30 mila Poliziotti, Carabinieri e Finanzieri; in Lombardia 26 mila; in Sicilia 25 mila; in Campania 22 mila. Le Volanti della Polizia in giro per le città sono sempre meno. Prosegue l’articolo citando il New York Police Department che ha illustrato il segreto della “tolleranza zero” ai tempi di Rudolph Giuliani che ha abbattuto il senso di insicurezza della Grande Mela, fornendo solo due dati: prima, due terzi del personale era in ufficio e il resto per strada; poi la proporzione è stata invertita. Ma gli uomini destinati a passare dalle scrivanie alla strada venivano addestrati e motivati, con premi e possibilità di carriera. Sin qui “L’Espresso”; noi aggiungiamo che in Italia tutto questo non accade ed è una pia illusione il modello USA. Quel che urge, alla luce di quanto sopra, è la necessità di una nuova riconfigurazione dei presidi di Polizia sul territorio, evitando doppioni inutili, abolendo strutture autoreferenziali soprattutto per garantire posti di impiego a Dirigenti in numero ridondante, con supporti di staff anch’essi esagerati. Insomma, adottare da subito e senza rinvii il modello Giuliani, senza se e senza ma, anche perché a costo zero. Per quel che concerne, poi, la normativa di contrasto all’illegalità, la situazione è un vero disastro! Al riguardo, va ribadito quel che già abbiamo sostenuto in passato su questa testata, e cioè che siamo ancora ..all’alba del mondo…in una sorta di.. stupefazione giuliva.. da parte della politica.., tant’è che illegalità e corruzione costituiscono un danno al bilancio dello Stato intorno ai 60 miliardi; una cifra enorme, purtroppo reale. Diciamo subito che 60 miliardi costituiscono una “valanga” di quattrini, più di una finanziaria, bastevole per quasi raddoppiare la pensione appena sufficiente per la sopravvivenza (6000 euro annui) per 10 milioni di pensionati minimali. Poi, sul riciclaggio di capitali illeciti, come segnalato dalla Banca d’Italia, c’è da dire che rappresenta da solo il 10% del Pil (in Italia, ogni giorno, il riciclaggio di danaro sporco produce 410 milioni di euro, quindi il crimine è la prima azienda produttiva nazionale!); 160 miliardi l’anno invece riguardano l’evasione fiscale; 500 miliardi si trovano nei paradisi fiscali (su questi ultimi, senza peccare di ingenuità, continuiamo a non comprendere perché non vengano subito tassati). Certo, tutto questo influisce moltissimo sulla mancata ripresa economica del Paese, che ha un debito pubblico che è il 130% del Pil; cioè si spende più di quello che si incassa. Sappiamo anche che le ecomafie hanno un fatturato di 19,3 miliardi annui. Trattato a volo di uccello il tema sicurezza, vediamo ora quel che succede nell’altrettanto importante, e collegato al primo, pianeta Giustizia, dove constatiamo che nulla di positivo si è verificato! La classifica internazionale sui tempi processuali del rapporto “Doing Businnes”, che la Banca Mondiale dirama per elementi di valutazione alle imprese sui Paesi con cui conviene investire, colloca l’Italia al 156° posto su 181, preceduta dall’Angola, il Gabon, la Guinea…scusate se è poco; c’è di che rallegrarsi! Ciò, ovviamente, crea danni enormi all’economia nazionale perché non stimola gli imprenditori stranieri ad investire da noi. In Italia, infatti, è stimabile in 1210 giorni il tempo per concludere una controversia commerciale, mentre in Germania 394 ed in Francia solo 331 giorni. Non parliamo poi del processo penale, ben otto anni per i tre gradi di giudizio, secondo l’Ufficio Studi della Suprema Corte di Cassazione, cui si associa, per risvolti negativi, la Legge Cirielli del 2005, che andrebbe immediatamente cassata per non assistere allo scandalo delle prescrizioni che vengono maliziosamente e tartufescamente interpretate come assoluzioni. In questo contesto, dobbiamo dire a voce alta che negli ultimi venti anni il Parlamento ha creato 83 Leggi di modifica al Codice di Procedura Penale delle quali neanche una è servita ad abbreviare anche di un solo giorno il tempo dei processi, anzi li ha allungati per giungere all’agognata prescrizione! L’auspicio, concludendo, è quello che la politica rinsavisca una volta per tutte e pensi finalmente al bene e alla tutela dei cittadini onesti i quali, davvero, non ne possono più di essere presi per i fondelli dai suoi rappresentanti oltremodo modesti, parolai e inconcludenti! BASTA, SACCHEGGIARE LE TASCHE ORMAI VUOTE DEGLI ITALIANI CHE LAVORANO E DEI PENSIONATI; I SOLDI PER DARE OSSIGENO AD UN’ECONOMIA AL COLLASSO CI SONO E ABBIAMO ILLUSTRATO COME FARE PER TROVARLI; PURCHE’ SI VOGLIA! BASTA LASCIARE I CITTADINI IN BALIA DELLA CRIMINALITA’ BRUTALE E ASSASSINA! BASTA!!

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