Tematiche etico-sociali

Al via la stagione della caccia, nel segno della “precarietà e della crisi economica”

Parte la stagione della caccia. Apertura generale in programma la terza domenica di settembre con preaperture, dell’attività venatoria con appostamento, in diverse regioni d’Italia già dalla prossima settimana.

Roma, 27 agosto – (Adnkronos) Dal primo settembre si comincia in Veneto, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia con diverse specie cacciabili. A seguire le altre regioni. “Si chiude il 31 dicembre con la caccia stanziale e, di media, il 31 gennaio per tutta la migratoria con una serie di chiusure intermedie legate alle diverse caratteristiche delle specie”.

A fornire il calendario venatorio alle porte è Osvaldo Veneziano, presidente nazionale di Arci Caccia, che con Adnkronos parla di una stagione che inizia nel “segno della precarietà”.

Il problema, spiega Veneziano, è “la modificazione delle competenze istituzionali e il superamento delle province” che determinano una situazione di incertezza su tempi e regole.

C’è poi il “mordere della crisi che mette in difficoltà i cacciatori, oggi sempre più anziani e con poche risorse per spostarsi”. Mentre restano “sempre pochi i giovani che si avvicinano a questa pratica”.

Veneziano elenca poi alcune delle regole che il cacciatore deve osservare: stop il martedì e venerdì, mentre tra i restanti cinque giorni della settimana dovrà sceglierne al massimo tre. Tre i colpi consentiti in canna salvo che per la carabina nella caccia al cinghiale che può contenere fino a cinque colpi. Tante regole, dunque, che l’appassionato dovrà rispettare e che lo distinguono dal bracconiere, “il nemico più grande del cacciatore”, dice Veneziano. “Perché ha costruito un’immagine del cacciatore che spara a tutto”.

Fauna selvatica e bracconaggio – Altro discorso poi quello dell’uccisione di animali ritenuti pericolosi per gli allevamenti come i lupi che contano circa un migliaio di esemplari in Italia. “Questi animali – spiega il responsabile area Conservazione del Wwf, Fabrizio Bulgarini – vengono spesso avvelenati oppure barbaramente uccisi con dei lacci”. Più di un lupo è stato ammazzato, dopo una razzia tra i greggi, impiccato ed esposto in segno di protesta. E’ successo nel Frusinate, nel Parco dei Monti Simbruini e in Maremma. Neanche quelli del Parco d’Abruzzo sono stati risparmiati. Ne sono stati uccisi quattordici in meno di due anni.

Discorso ancora diverso per i cinghiali che nel nostro Paese sono un milione. “Sono numerosissimi – spiega Bulgarini – perché dieci, quindici anni fa sono stati portati nel nostro Paese dall’Europa centrale e dell’Est per ragioni venatorie, in particolare dalla Germania e della Polonia. I cinghiali d’importazione sono però più grossi di quelli nostrani e, dato il vasto numero, possono creare seri problemi all’agricoltura. Il controllo biologico? Deve essere fatto con intelligenza perché se gli si spara si rischia di ottenere l’effetto contrario, mentre per far scendere il loro numero funziona la cattura di esemplari selezionati e il mantenimento in particolari recinti”.

Difficile la convivenza anche con gli orsi, specie protetta come i lupi. E’ di queste settimane il ‘caso’ di Daniza ancora in fuga dopo l’aggressione a un cercatore di funghi, in provincia di Trento, o dell’orso che ha sbranato degli asini, in provincia di Sondrio. Da qui la richiesta di alcuni, preoccupati dei danni agli allevamenti se non addirittura alle persone, di procedere all’abbattimento.

L’attività del Corpo forestale – In questo contesto si inserisce il lavoro del Corpo Forestale dello Stato impegnato nella tutela del patrimonio naturale e paesaggistico. La protezione della fauna, e più in generale del mondo animale, è uno dei compiti istituzionali che il Corpo svolge attraverso le sue strutture territoriali, il NOA (Nucleo Operativo Antibracconaggio) e il NIRDA (Nucleo Investigativo per i Reati in Danno agli Animali), oltre che con la sezione investigativa della CITES. Nel mirino degli ‘agenti’ ambientali il bracconaggio, il maltrattamento degli animali e il traffico illegale delle specie in via di estinzione. Per quanto riguarda la protezione della fauna selvatica e il prelievo venatorio, i reati accertati nei primi sei mesi dell’anno sono stati 303 (in testa la regione Campania, seguita dalla Puglia), contro i 732 di tutto il 2013, le persone denunciate 193, i sequestri penali 243.

Sul sito internet la Forestale invita al rispetto delle regole e pubblica una serie di consigli per una caccia sicura. Tra gli altri quelli di “non cacciare, per un periodo non inferiore a 10 anni, sulle superfici boschive percorse da incendi; controllare meticolosamente lo stato delle armi, del munizionamento e dell’equipaggiamento personale; verificare la regolarità dei documenti necessari per l’esercizio venatorio”. Ancora: “provvedere al pagamento delle tasse governative e regionali; accertarsi di quali siano i confini di eventuali Parchi, o altre aree protette, all’interno dei quali è assolutamente vietata la caccia; essere sempre certi delle specie selvatiche per le quali è consentito il prelievo venatorio”.

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