Calcio

Serie A – Calcio, siamo alla farsa, si salvi chi può!

Roma, 21.07.2020 – Siamo ormai alla farsa. Alla comica finale. In serie A, la Juventus liquida virtualmente la pratica scudetto battendo la Lazio per 2-1. E lo fa con il contributo del rigore numero 16 in stagione, proprio come avevamo ampiamente previsto su www.attualita.it alla vigilia di questo determinante match.
Il calcio italiano sta velocemente entrando nel grottesco. Il rigore offerto alla Juve per sbloccare il risultato all’inizio della ripresa, non sarebbe stato assegnato in nessuno stadio che si rispetti, in qualsiasi paese del mondo.
Cose da non credersi! Ronaldo tira in porta da una decina di metri fuori dell’area di rigore degli ospiti. Il difensore Bastos si gira di spalle per offrire la schiena all’impatto con la sfera. Gli rimane esposta una parte dell’avambraccio sinistro su cui va ad urtare il pallone (in tv il fermo immagini).
L’arbitro Daniele Orsato è a due passi, con perfetta visibilità. Nota che entrambi i piedi del difensore di colore laziale sono fuori dal perimetro dell’area di rigore e fischia immediatamente il calcio di punizione dal limite indicandone esattamente il punto da cui calciare. Bastos nella sua giravolta non ha badato a richiamare completamente le braccia vicino al corpo aumentandone il volume: calcio di punizione di prima fuori area e, magari, anche ammonizione.
La Juve dispone di uno specialista micidiale in questo genere di situazioni. Dybala. Una occasione ghiotta che può portare alla rete.
Tutto a posto, dunque? Andiamo avanti!
Niente affatto: “Ed io che cosa ci sto a fare qui?” – Si deve essere detto Pier Silvio Mazzoleni arbitro di Serie A, in pensione dallo scorso anno. “Come faccio a garantirmi l’incasso settimanale di 3.880 euro a partita che mi spettano come Var!”
Detto fatto. Richiama l’attenzione del suo collega sul campo e lo invita a rivedere l’azione.
Questi, diligentemente, rispetta il coadiuatore e, dopo il fatidico rettangolo disegnato nell’aria, procede verso il monitor.
Lì scopre che – sebbene lui (e con lui tutta l’Italia TV) abbia visto bene al replay che i piedi di Bastos erano fuori dell’area di rigore al momento del tocco di Ronaldo al pallone, una mano del difensore era più arretrata. Una questione di millimetri, di spaccare qualsiasi capello, anche elettronico.
In tutti gli sport di palla le linee di delimitazione sono indicate da una linea bianca. Se uno è dentro o fuori lo stabiliscono i piedi per terra. Così nel rugby, così nella pallavolo, nel basket e perfino nel baseball. Se la palla destinata fuori viene presa e rigettata in campo da un giocatore in tuffo prima che atterri, la palla è in campo..
Naturalmente tranne nel caso della linea di porta, per la quale è stato approntato l’ausilio elettronico di un segnalatore che indica quando la sfera ha superato la linea.
Dunque il Var di Recoaro Terme, Daniele Mazzoleni, si tuffa nel ” pelo nell’uovo”
Trova immediata e prevista collaborazione proprio di un arbitro che si guadagna crediti e benemerenze attraverso la politica del Ponzio Pilato, ovvero è maestro nell’arte di essere telecomandato e del Signorsì, scaricando su altri le proprie responsabilità
Due i precedenti clamorosi di Orsato nella stagione. Ed entrambe in situazioni veramente importanti e determinanti.
La prima volta in occasione di Inter-Juventus quando aveva espulso l’interista Vecino per doppia ammonizione, alzando il cartellino rosso. Una situazione in cui il protocollo del Vademecum sull’attuale arbitraggio al tempo del Var, non contempla la consulenza del Videoarbitro. Invece lo zelante Var della partita, Valeri, gli trasmise in audio un richiamo all’armato ‘NON E’ ROSSO, NON È ROSSO’. Orsato capì al volo. Fece in modo di rivedere l’accaduto in qualche maniera. E ritirò il rosso.
La seconda perla di Orsato (amatissimo all’Aia e dal designatrore Rizzoli) è stata Milan-Juve 1-1; altro derby d’Italia Milano-Torino.
Un vero capolavoro di teleguida: Orsato sottovaluta un tocco in area di Conti e fa proseguire il gioco; Filippo Aureliano, il Var, lo richiama; Orsato assegna il rigore alla Juve. Rolando centra il palo irretito da Donnarumma. L’azione prosegue e su un rimbalzo alto del pallone il rossonero Rebic alza il piede in aria contrastando Danilo. Per Orsato è rosso immediato. Dopo solo un quarto d’ora di partita , nello spazio di due minuti, l’arbitro della sezione di Schio prima ha dato un rigore (ripensato) alla Juventus; quindi le ha permesso di giocare con un uomo in più per 1 ora e mezza.
Arbitro integerrimo? Che non guarda in faccia a nessuno? No, furbacchione che si garantisce il futuro scaricando ogni responsabilità sugli altri 4 arbitri che condividono la gestione del match.
Tutto questo funziona finchè il calcio italiano è nelle mani della Juventus, cui tutti si inchinano, cominciando dai media.
Anzi, agli Orsato ed ai Mazzoleni (che ha richiamato Orsato sulla faccenda del fallo oltre l’area di rigore) vanno encomi e prebende, nonchè la riconoscenza degli arbitri di calcio italiani mai stati così ricchi ed importanti e cui la Pandemia ha fatto il gran favore di non essere oggetto dell’attenzione delle folle.
Il calcio, anche quello professionistico, è, e rimane, uno sport, dove è morale che, possibilmente, vinca il migliore.
Così è in tutto il mondo; lo afferma anche il bravo Gianpiero Gasperini, il tecnico dell’Atalanta, un autentico signore juventino : certi rigori sono inimmaginabili in qualsiasi luogo del mondo.
Una domanda per tutti: in quale paese al mondo sarebbe stato accordato un rigore come quello del fallo di mano di Bastos, girato con i piedi fuori area ed una mano microscopicamente dentro?
La risposta?
Intanto al peggio non c’è mai limite. In Italia, dopo l’alzata di scudi e l’allarme, di Mario Sconcerti, di nuovo è scattata l’omertà. Tutti zitti od al massimo raccontando l’episodio Bastos ha sottolineato come il difensore laziale abbia “colpito la palla in arrivo” ( tipo una mazza da baseball) anzichè correttamente parlare di urto involontario, non certo premeditato.
In realtà se neanche questa vicenda ha fatto insorgere l’opinione pubblica vicina al calcio, vuol proprio significare che si è entrati in un tunnel senza sbocchi.
Si salvi chi può, altro che Corona Virus!!

Giacomo Mazzocchi

Giacomo Mazzocchi, giornalista professionista, è stato capo redattore di TuttoSport, capo della redazione sportiva di Telemontecarlo, direttore della comunicazione della Federazione Mondiale di Atletica Leggera e direttore della comunicazione della Federazione Italiana Rugby. Vanta una vasta esperienza suddivisa fra giornalismo scritto e video con direzione e gestione di giornali, pubblicazioni, redazioni televisive, telecronache, conduzioni e partecipazione televisive. Cura l'organizzazione e produzione tv di eventi e uffici stampa
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