Politica

Il grande ministro Araldo di Crollalanza e la gestione dei terremoti

di CrollalanzaRoma, 27 agosto 2016 – Il Italia, eccetto quella del Friuli del 6 maggio 1976 (grazie all’opera di Giuseppe Zamberletti, Commissario Straordinario del Governo al quale fu concessa carta bianca, salvo approvazione a consuntivo, che regolarmente il Parlamento approvò, per cui 40.000 sfollati passarono l’inverno sulla costa adriatica, per rientrare tutti entro il 31 marzo 1980 in villaggi prefabbricati costruiti nei rispettivi paesi), le ricostruzioni post terremoto sono stati veri e propri disastri economici.

Dal Belice (1968) i costi si contano in 160 miliardi…di cui ben 70 per l’Irpinia in Campania che provocarono la prima guerra di Camorra per la spartizione dei soldi tra Cutoliani e il nuovo cartello della Nuova Famiglia…..Grande Italia!

Tutti sappiamo che ci vogliono gare regolari, non favorite dalla malapolitica, con Leggi adeguate quale oggi soprattutto la riforma della prescrizione (Legge Cirielli del 2005 pro Berlusconi e successori) di cui si parla ma nulla si fa per tagliarla fuori (fermando la stessa prescrizione al rinvio a giudizio o alla condanna in primo grado). E tutto questo porterebbe ad evitare di sentire in TV nei prossimi mesi, come abbiamo già sentito, persone già inquisite che si fregano le manone urlando che “guadambieremo” e “guadambieremo asssaiiiee!!!!!

Ora, una boccata di ossigeno; parlando di decenni passati e di grandi Italiani! Secondo l’ Istituto Carlo Alberto Biggini (dal nome del grande Giurista e Politico), il terremoto del Vulture del 1930 fu un sisma di magnitudo 6,7 della Scala Mercalli, che si verificò il 23 luglio 1930; colpì soprattutto la Basilicata, la Campania e la Puglia; ebbe i suoi massimi effetti nella zona montuosa fra le province di Potenza, Matera, Benevento, Avellino e Foggia.

Il terremoto causò la morte di 1404 persone prevalentemente nelle province di Avellino e Potenza, interessando oltre 50 comuni di 7 province. Il sisma fu aggravato dalla scarsa qualità dei materiali usati per le costruzioni e dalla natura argillosa dei terreni. Il Capo del Governo, Mussolini, appena conosciuta la notizia del disastro, convocò l’allora Ministro dei Lavori Pubblici, l’on. Araldo di Crollalanza e gli affidò l’opera di soccorso e ricostruzione. Il Ministro, in base alle disposizioni ricevute e giovandosi del RDL del 9 dicembre 1926 e alle successive norme tecniche del 13 marzo 1927, norme che prevedevano la concentrazione di tutte le competenze operative, nei casi di catastrofe, nel Ministero dei Lavori Pubblici, fece effettuare nel giro di pochissime ore il trasferimento di tutti gli uffici del Genio Civile del personale tecnico, nella zona sinistrata, così come era previsto dal piano di intervento e dalle tabelle di mobilitazione che venivano periodicamente aggiornate. Secondo le disposizioni di legge, sopra ricordate, nella Stazione di Roma Termini, su un binario morto, era sempre in sosta un treno speciale, completo di materiale di pronto intervento, munito di apparecchiature per demolizioni e quant’altro necessario per provvedere alle prime esigenze di soccorso e di assistenza alle popolazioni sinistrate. Sul treno presero posto il Ministro, i tecnici e tutto il personale necessario.

Destinazione: l’epicentro della catastrofe. Naturalmente, come era uso in quei tempi, per tutto il periodo della ricostruzione, Araldo di Crollalanza non si allontanò mai dalla zona sinistrata, adattandosi a dormire in una vettura del treno speciale che si spostava, con il relativo Ufficio Tecnico, da una stazione all’altra per seguire direttamente le opere di ricostruzione. I lavori iniziarono immediatamente. Dopo aver assicurato gli attendamenti e la prima opera di assistenza, si provvide al tempestivo arrivo sul posto, con treni che avevano la precedenza assoluta di laterizi e di quant’altro necessario per la ricostruzione. Furono incaricate numerose imprese edili che prontamente conversero sul posto, con tutta l’attrezzatura. Lavorando su schemi di progetti standard si poté dare inizio alla costruzione di casette a pian terreno di due o tre stanze anti-sismiche, particolarmente idonee a rischio. Contemporaneamente fu disposta anche la riparazione di migliaia di abitazioni ristrutturabili, in modo da riconsegnarle ai sinistrati prima dell’arrivo dell’inverno. A soli tre mesi dal catastrofico sisma, e precisamente il 28 ottobre 1930, le prime case vennero consegnate alle popolazioni della Campania, della Lucania e della Puglia. Furono costruite 3.746 case e riparate 5.190 abitazioni. Mussolini salutò il suo Ministro dei Lavori Pubblici al termine della sua opera con queste parole: Eccellenza di Crollalanza, lo Stato italiano La ringrazia non per aver ricostruito in pochi mesi perché era Suo preciso dovere, ma La ringrazia per aver fatto risparmiare all’erario 500 mila lire. L’intervento complessivo, difatti era venuto anche a costare meno del previsto. Nonostante il breve tempo impiegato nel costruirle e nonostante i mezzi tecnologici relativamente antiquati di cui poteva disporre l’Italia del 1930, le palazzine edificate in questo periodo resistettero ad un altro importante terremoto che colpì la stessa area 50 anni dopo (quello famoso dell’Irpinia, prima citato) che riempì la pancia di politica e Camorra!). Il 27/02/2014, con l’articolo “Araldo di Crollalanza, Podestà, Ministro e gentiluomo” “Il Giornale d’Italia” riportò quanto già scritto dal grande Marcello Veneziani. “”A lui, fascista e repubblicano, si devono molte opere pubbliche.  A Fascismo caduto, fu eletto ben sette volte consecutive al Senato nelle liste del Msi, ottenendo voti comunisti, socialisti e democristiani. Alla Camera votavano il loro partito per ragioni d’ideologia o di clientela, al Senato votavano Crollalanza col cuore e la memoria. E lui, nonostante l’origine valtellinese, era barese dentro e fuori, nell’anima e nell’inflessione. Perché don Araldo ha costruito la Bari d’oggi, senza tenersi per sé una lira. Infatti è Araldo di Crollalanza a creare la famosa Fiera del Levante, l’Università di Bari è opera sua, molte sono le cose che senza di lui non avrebbero mai visto la luce, al punto che ancora Montanelli scrisse: “una volta Di Vittorio mi disse “senza Crollalanza io non esisterei perché i miei genitori non avrebbero nemmeno avuto la forza di procrearmi”.. A Don Araldo si deve la costruzione della Firenze-Bologna, la bonifica dell’Agro Pontino, lo sviluppo della città di Littoria, la nascita di città di fondazione come Aprilia e Pomezia; l’aver reso il Tavoliere delle Puglie una terra fertile e rigogliosa, la realizzazione di nuove sedi per i Ministeri nella Capitale, strade, ponti (tra cui quello che unisce Mestre a Venezia, sulla Laguna), ferrovie e stazioni, la fondazione dell’Inpgi, l’Istituto Previdenziale per la categoria dei Giornalisti. Enrico Mattei, in un articolo de “Il Tempo” del 19 gennaio 1986 dedicato a questo straordinario personaggio all’indomani della sua scomparsa, titola: “Coerenza e rettitudine di un crociato della politica”, tratteggiando la figura di don Araldo come ‘sinonimo di onestà, di capacità, di lavoro e di organizzazione, di moderazione politica e disinteresse personale’”.

Concludo con memoria personale, scrivendo che da ragazzo, vivendo a Bari, studente liceale al seguito di mio Padre, ho avuto il piacere di conoscere personalmente il Senatore Di Crollalanza nel 1963, che, unitamente a mio Padre, fu testimone di nozze della figlia di un nostro Cugino. Mio Padre ne fu onorato!

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