Rugby

Rugby 6 Nazioni 2018. Parisse 10 e lode!

rugby o shea italia ingh feb 18L’Italia c’è!  Vedrete in Irlanda!                 
Roma, 4 febbraio 2018 – È stata la miglior Italia  degli ultimi anni quella che ha affrontato l’Inghilterra nel primo turno del Torneo delle Sei Nazioni di rugby. Finalmente una squadra piena di coraggio, senza complessi, capace di battersi dal primo all’ultimo minuto.
Finalmente il XV azzurro esprime la stessa qualità ed intensità delle altre 5 Nazioni che partecipano al torneo. Sì, compresa  la stessa Inghilterra che ha chiuso gli ottanta minuti di gioco  vincendo 46-15. Sembra un paradosso, ma non lo è.
Contrariamente a quanto occorso nelle precedenti sconfitte degli ultimi anni, dove l’Italia era stata stritolata dagli avversari, magari dopo una dignitosa prova difensiva, contro l’Inghilterra l’epilogo  dolorosamente negativo è maturato  per via di un “paio di giocate” estremamente fruttifere messe a   punto da Eddie Jones  nel corso del ritiro segreto pre-Sei Nazioni, svoltosi  in Portogallo all’Algarve. Un paio di giocate provate e riprovate fino a raggiungere la perfezione e l’implacabilità.
Il Tecnico Australiano che gestisce l’Inghilterra, aveva annunciato che si sarebbe vendicato  della mossa “FOX, con cui l’Italia di Conor O’Shea   aveva sbeffeggiato il XV della Rosa nel corso di tutto il primo tempo del  match disputato lo scorso anno a Twickenham. Eddie è stato a lungo preso di mira  dai media britannici  ed ora  si preso la rivincita sbeffeggiando l’Italia dell’irlandese O’Shea,  costringendolo ad incassare in inizio partite due mete in prima  fase, una vera onta per chi le subisce. Perché non frutto di superiorità di una squadra sull’altra,  in quanto  a giocatori di livello superiori,  ma della capacità di  un tecnico di inventarsi mosse tecniche irresistibili se realizzate a sorpresa.
L’Italia perciò, senza essere inferiore all’Inghilterra si è trovata sotto di ben due mete,  quelle messe a segno da Watson. Un vantaggio incolmabile quando, comunque, devi affrontare una squadra che è , assieme agli All Blacks la più forte al mondo. Per risalire la china, l’Italia ha dovuto profondere molte energie.  Così l’Inghilterra ha dovuto subire le due mete di Benvenuti e Bellini, uno sforzo  pagato nell’ultima parte del match.
L’Italia ha dimostrato  di aver raggiunto, comunque, un ottimo livello  di competitività. Soprattutto perchè finalmente ha aggiunto, a un livello fisico e tecnico di spessore internazionale, anche la forza di carattere e di combattività estrema senza  la quale nel rugby rimani nella mediocrità.
O’Shea ha scelto un’Italia che tenesse conto soprattutto della combattività e del  coraggio dei singoli.  Quello  che il maestro di questa  qualità, Marco Bollesan,  ha sempre definito come la capacità di grattare anche le ultime briciole sul fondo del barile. Ciò che altri definiscono come saper metterci la faccia senza tema di poter venire ritoccato nei lineamenti.  
Così, assieme al leader Sergio Parisse  (mai tanto grande come in questa occasione), il XV azzurro ha potuto annoverare contemporaneamente anche: Ghilardini,  il Zanni ritrovato, il Ferrari a cui si sono uniti anche il 21 enne estremo padovano Minozzi – il più piccolo in campo (col suo 1,75m x 76 kg) ma anche quello con maggior cuore,  il centro Castello con il suo fido gemello Boni.
 Insomma, un bel gruppo di base caratteriale elevata in grado di trascinarsi dietro tutti gli altri.
Anche l’altro “piccoletto” azzurro, Tommaso Allan,  ha mostrato la sua grande energia nel gioco: le due mete azzurre sono scaturite  da un paio di suoi tempestivi passaggi lunghi con salto del difensore avversario. Peccato che in occasione della meta annullata a Boni  sul 10-17, il suo passaggio al compagno sia risultato all’occhio del TMO televisivo leggermente in avanti: sarebbe venuto giù l’Olimpico!
Dunque, ora gli uomini ci sono; il CT li ha individuati; le capacità fisiche e tecniche pure. Adesso, per davvero, l’Italia può guardarsi attorno con fiducia cominciando da sabato prossimo in Irlanda. Anche perché fintanto che Sergio Parisse (giunto alla sua 130esima maglia azzurra) non appenderà le scarpette al chiodo (e non ha nessuna intenzione di farlo) l’Italia può contare sul miglior giocatore al mondo. Anche oggi,  migliore in campo ed applausi a scena aperta per qualche suo intervento da superatleta tecnicamente fuoriclasse.
Il lavoro del C.T. sta portando i suoi frutti. Ci sono ancora problemi, non caratteriali, per certi ruoli come quello del mediano di mischia il quale più che compiere gesti eroici, deve saper soprattutto trasmettere il pallone con velocità ed accuratezza.
E qui tecnicamente siamo lontani dal dieci nelle pagelle.  
Per il resto tutti gli azzurri hanno meritato ottimi voti. Sugli scudi, oltre a Parisse (10 e lode) mettiamo Minozzi, Allan, Ferrari,  Zanni, Ghilardini, la coppia Boni-Castello. Ottima la touche  (non abbiamo perso una palla mentre Parisse ne ha rubata una ai francesi), meno, la mischia chiusa.
O’Shea ha ruotato tutte le prima linea, ma ancora non ha ottenuto il giusto risultato. Nei raggruppamenti, l’Italia ha preso troppe penalità. Sono le 5 penalità consecutive concesse dall’arbitro francese Raynal all’Inghilterra, penalità  che hanno poi portato il divario di punti finali.

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