Tematiche etico-sociali

Ricordi di un “ragazzo” sergente allievo ufficiale carrista

Roma, 16 dicembre 2014 – Ricordo con particolare piacere il breve periodo (quattro mesi) trascorsi nell’ambito del 60° Battaglione Corazzato di Altamura (BA) della gloriosa Brigata di Fanteria “Pinerolo”.

Dopo la fase formativa di cinque mesi presso la Scuola Truppe Corazzate e Meccanizzate di Caserta (Caserma “ Ferrari Orsi”), dal mese di gennaio a maggio del 1968, per il 50° Corso AUC, venni trasferito, a seguito della promozione a Sergente Allievo Ufficiale, in Puglia, nel citato Battaglione. Mi sentivo un vero “Corazzato”, avendo avuto, a Caserta, Maestri di primissimo piano, quali il compianto Generale Giangiorgio BARBASETTI dI PRUN, Comandante della Scuola, il Ten Col. dei Bersaglieri Massimo MANNA, Comandante del I° Battaglione AUC, il Capitano dei Lagunari Galantino, Comandante della 6^ Compagnia “Tobruk”.

L’impatto fu notevole, per uno studente appena licenziato dal Liceo Classico Statale “Luciano Manara” di Roma, già iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza dell’ Università “La Sapienza”. Quelle costruzioni basse, quei formidabili Carri Armati M-47 allineati sotto le tettoie dei parcheggi, quell’habitat difficile ma non ostile, offrivano l’idea di un clima di disciplina operosa, in una struttura militare ben salda. Comandante del Battaglione era allora il Ten. Col. MELEGA, un vero gentiluomo, mentre la 2^ Compagnia Carri era Comandata dal Capitano PALAZZO, Ufficiale autorevole, non già autoritario.

La vita di caserma, allora come certamente oggi ancora, era scandita da orari e impegni precisi: il tutto improntato sull’ “ordine e disciplina”. Tra gli Ufficiali, ricordo il Capitano dei Lagunari AVVENIENTE, particolarmente esigente quando era d’ispezione, i Tenenti CARLINO, GUERRIERO e PERILLO……. Tra i Sottufficiali, c’erano memorabili figure di Carristi, come il Maresciallo BRANCATISANO, tra gli anziani, e, tra i più giovani, il Sergente SPATUZZO, validissimo meccanico di mezzi corazzati. Ricordo il Maresciallo CALIFANO, sempre elegantissimo, proprietario di una Volkswagen cabrio fuoriserie di colore verde. La preparazione per la partenza per il campo estivo, fu un evento importante. Si andava a Tor di Nebbia, le due Compagnie Carri e quella Meccanizzata (con gli AMX 12) , dove si predisposero gli attendamenti. Iniziarono ben presto le esercitazioni, con la calura del luglio 1968! Un pomeriggio, ci raggiunse il S.Tenente PASQUINI, un romano, gentile, garbato, reduce dalla licenza per gravi motivi per l’ imminente morte del padre. Lo circondammo per rinnovargli le più affettuose espressioni di solidarietà e ci raccontò della recente tragedia familiare.

Dovendo lasciare il poligono per tornare al Campo, il Sergente AUC GARRI, napoletano, gli offrì sul nostro camion (C.P.) il posto di capo macchina, e lui vi prese posto per quello che doveva essere il suo ultimo viaggio terreno. Facemmo colonna, scortati dai Carabinieri della “Pinerolo”, e dopo qualche chilometro il camion militare andò a scontrarsi improvvisamente, e per cause al momento non chiarite, con altro pesante autocarro che procedeva dalla parte opposta. Noi, nel cassone, fummo ovviamente sbalzati dai nostri posti, urtando contro sponde , sedili in legno, tra noi stessi, infortunandoci in modo non grave. Scendemmo dall’autocarro, peraltro inclinato ai limiti della stabilità sul ciglio stradale, e ci rendemmo subito conto che per il giovane Ufficiale non c’era più nulla da fare.

I funerali si svolsero nella Chiesa Madre di Corato, alla presenza del Generale REITANO, Comandante della Brigata “Pinerolo”. La povera madre, annientata dal duplice lutto, ebbe grande dignità. Fui prescelto con altri per il trasporto della bara, e ne fui onorato, ma per il gran dolore provocato dalla contusione alla spalla, a causa dell’incidente, chiesi la sostituzione. Dopo qualche giorno, il mio plotone, al Comando del Tenente PERILLO, partì per partecipare alle esercitazioni delle altre Unità della Brigata in provincia di Potenza. Il trasferimento avvenne di prima mattina ed il mio carro (in qualità di Vice Comandante di plotone) era il quinto nell’ ordine. La scorta era sempre a cura di Carabinieri motociclisti. Fu un’ esperienza interessante quella di attraversare i paesi (Pietragalla, Oppido Lucano….) che si incontravano, stando in torretta, e vedendo così alla stessa altezza le persone che si affacciavano nel sentire quelle montagne di acciaio che transitavano. Le esercitazioni andarono benissimo, ed i Carristi del Battaglione Corazzato furono elogiati dal Comandante del X° Comiliter di Napoli. Un altro momento toccante fu quello del Giuramento, che si svolse a Bari, da parte dei Sergenti sia provenienti dagli AUC sia dagli ACS, alla presenza del Comandante del 9° Reggimento Fanteria di Bari, Col. GENOVESI, Ufficiale di antico e nobile stampo, il quale rivolse ai giurandi parole belle, che ancora ricordo.

Concludo, affermando di andare orgoglioso di quell’ esperienza breve ma per me esemplarmente formativa. Ancora oggi, sulla mia scrivania, e così da 46 anni, in qualunque parte d’Italia abbia prestato servizio, a ricordo di quei tempi ormai lontani, c’è una foto incorniciata che ritrae un Sergente capocarro poco più che ventenne , su un M-47 in movimento, insieme con i “suoi” bravi Carristi, che incedono orgogliosi del motto: “FERREA MOLE IN FERREO CUORE!”

Carabiniere Raffaele Vacca, Generale di Divisione (Aus) dell’arma dei Carabinieri

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