Quando un Giovane in divisa rinuncia alla Vita. Riflessione….

Il suicidio, lo sappiamo, costituisce un mistero, forse il più oscuro e amaro in assoluto, soprattutto quando l’autore è un giovane nel pieno delle speranze nella Sua vita “cercante” e in formazione. Anche una giovane Tenente dell’Arma dei Carabinieri, nell’ottobre 2010, proveniente dai corsi d’Accademia, all’interno della Scuola Allievi di Via Carlo Alberto dalla Chiesa, in Roma, si è tolta la vita con la pistola di ordinanza. La si vedeva fiera e bella nella Sua divisa nell’ampio cortile, ovvero al Circolo per il tradizionale caffè di metà mattina, con altri colleghi, come anche quand’era di Picchetto e in tutte le attività addestrative.

Il portamento Suo, poi, era regale, di grande equilibrio interiore. Ora, quella Vita è stata spezzata da un gesto incomprensibile, forse scaturito dal peso enorme di una situazione da Lei forse erroneamente ritenuta un’ ingiustizia patita, sofferta, amaramente vissuta. E, così, è giocoforza tornare ai tempi lontani, quando i Comandanti (quelli con la “C” maiuscola), nelle Scuole o nei Battaglioni, dicevano, con bonaria severità: “”Il Subalterno deve… “morire”… al Reparto””, volendo con questo significare che Sottotenenti e Tenenti dovevano lavorare e lavorare; i primi ad arrivare la mattina per la sveglia, gli ultimi ad andare via, di sera tardi, dopo il silenzio, se “di Giornata”; ovvero, nel quotidiano, in Caserma dall’inizio delle operazioni sino a fine rapporto istruttori, alla libera uscita, alla vigilanza a Mensa e anche oltre. Ma con tale frase, quei Comandanti, certamente mai avrebbero pensato che in Caserma si potesse morire davvero, e in quel modo così tragico, poi, senza che nessuno si accorgesse  di un così grande turbamento, di una così immane vicenda umana!

Tutto ciò deve far riflettere molto sull’odierno modo di vivere e di comandare, come sul minore spirito di appartenenza, di solidarietà che, un tempo, antipatie fisiologiche a parte, faceva considerare, tra Colleghi, tutti  Amici.

E così era davvero!

Addio, bel Tenente, riposa in Pace; quella Pace che questa Vita Ti ha negato!

 

 

 

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