Tematiche etico-sociali

Parrocchia Sant’Alberto Magno – 30 anni dalla presa di possesso

Un tuffo nel mio passato per raccontare “il parroco” di Sant’Alberto Magno, Monsignor Donato Perron

Roma, 16 aprile – Sono trascorsi ben 30 anni da quando Monsignor Donato Perron si assunse l’onere di “aprire una parrocchia” a Vigne Nuove, all’epoca estrema periferia della Capitale, togliendo il primato di “frontiera” alla Parrocchia SS. Maria Assunta al Tufello.

Così, nasceva la Parrocchia di S. Alberto Magno, dedicata al Vescovo, vissuto nel 1200,  di origine tedesca, filosofo e teologo, maestro di Tommaso d’Aquino, elevato agli onori dell’altare nel 1931 e proclamato Dottore della Chiesa.

Per la sede, ci fu un ripiego: un negozio in via Augusto Genina, a due piani, venne adattato a Chiesa. Sotto, per il culto. Sopra, gli uffici parrocchiani.

Coadiuvato dall’allora viceparroco, don Mimmo Monteforte, don Donato, valdostano e buon “montanaro” abituato a lottare, con grandi sacrifici e ponendosi a disposizione del  quartiere, riuscì a diventare il punto di riferimento  dei primi abitanti del nascendo quartiere “Vigne Nuove”.

Intanto, attorno, spuntavano altri palazzi e lentamente, la Chiesa, ultimo baluardo cittadino,  veniva inglobata dalle abitazioni, evidenziando sempre più la necessità di altri spazi per i giovani che, seppure seguiti, dovevano giocare per strada.

E dalla strada bisognava togliere quei ragazzi che crescevano in un quartiere adiacente ad una zona, purtroppo, nota per la presenza di delinquenza ben qualificata, nonostante che,  con i miei Carabinieri e l’opera della Polizia di Stato,  limitassimo i loro spazi.

Ma seppure in quel “fortino”, don Donato riuscì ad ottenere la visita pastorale di S.Santità Giovanni Paolo II.

Crescevano le famiglie ed aumentava sempre più la necessità di  una nuova sistemazione per i giovani. Così, a furia di scalare “le montagne”,  don Donato riuscì ad ottenere terreno e fondi per poter costruire la nuova Chiesa.

Finalmente la nuova Chiesa era finita.

La funzione religiosa per  la consacrazione, venne celebrata dal Vescovo S. Ecc. Monsignor Camillo Ruini appena nominato, ma non ancora creato,  del titolo di Cardinale e che ebbi il privilegio di  accompagnare.

Da allora, la Parrocchia ha avuto un crescendo continuo con la formazione di gruppi di preghiera, associazioni varie, scout, campi di calcio, basket, palestra. Non manca ne il coro ne la scuola di ballo.

La festa patronale, prima dell’allegria “paesana”, è preceduta  dalla Processione con l’effige del Santo, sempre affollatissima.

Ieri,  per la ricorrenza del trentennale, la Chiesa era gremita di fedeli per la S. Messa cantata con la presenza del coro.

Ad officiare, il Cardinale Benimino Sella, con ben10 concelebranti, già viceparroci a S. Alberto Magno ed ora titolari di parrocchie.

Il Cardinale ha voluto ricordare ai presenti la figura e l’opera di questo grande Sacerdote che era in evidente stato emozionale.

Peccato che, dimostrando poca sensibilità ed  interesse a quanto avviene nel quartiere,  se si esclude la presenza del solo già consigliere provinciale Bruno Petrella,  del mitico  vicepreside dell’ITC Matteucci Prof. Giovanni Laurenza ed il Maresciallo Giovanni Fava, mio successore,  le autorità locali erano completamente assenti.

Al termine, sul grande sagrato, un momento di conviviale fra i partecipanti alla gioia del festeggiamento mentre, all’interno dei locali della parrocchia, è stata allestita una mostra fotografica della storia della Chiesa e delle sue attività.

 

Anche a nome della redazione di “www.attualita.it”, formulo i più fervidi auguri a Don Donato Perron per il brillante traguardo raggiunto,  augurandogli che possa continuare a lottare e vincere  in questa lotta per il bene dei suoi Parrocchiani, assistito ora dai suoi due  viceparroco Don Emanuele Albanese e Don Giovanni Rengo e dal Collaboratore parrocchiale Don Samuel Grech.

sotto galleria fotografica di Eugenio Catalano

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