Tematiche etico-sociali

Monumento commemorativo del “bicentenario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri”

Monumento Carabinieri

In occasione del Bicentenario della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri, nel 2014, sarà realizzato il Monumento intitolato “I Carabinieri nella tormenta”.

Dal sito dell’Arma (www.carabinieri.it) apprendiamo che in occasione del Bicentenario della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri, nel 2014, tra le varie iniziative, sarà realizzato un Monumento che riprodurrà la celebre opera dello scultore fiorentino Antonio Berti, “I Carabinieri nella tormenta”, realizzata nel 1973. Si tratta di due Carabinieri che camminano affiancati, avvolti nei loro ampi mantelli, con il capo chino e il corpo proteso in avanti, per affrontare il vento che ritarda il cammino, come a vincere lo sferzare della tormenta di neve che si abbatte su di loro. A testimonianza della vicinanza tra le Comunità e i Carabinieri, il Presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia (A.N.C.I.) ha inviato una lettera a tutti i Sindaci, invitandoli a partecipare al progetto, e moltissimi hanno già entusiasticamente aderito. Il Monumento  sarà collocato nella Capitale, all’interno dei giardini di via del Quirinale, intitolati al 150°dell’Unità d’Italia. Questo evento ci riporta a ritroso nel tempo quando nacque l’idea del Monumento al Carabiniere di Torino, alla fine degli anni ’20 del secolo passato. Monumento Carabinieri TorinoRipercorriamone le fasi. L’iniziativa fu incoraggiata dalla stessa Regina Madre, Margherita, e favorita dalla riconoscenza devota dell’Arma dei Reali Carabinieri, comandata allora dal Generale Giacomo Ponzio. Il sito in cui far sorgere il Monumento fu individuato nel giardino nei pressi del Palazzo Reale di Torino e per l’esecuzione dell’opera ci si affidò al magistero scultoreo di Edoardo Rubino. Avviate le relazioni con tutti i Prefetti del Regno, questi interessarono i Comuni. L’adesione dei Cittadini fu plebiscitaria, com’è dimostrato dagli atti deliberativi dei Municipi, che, raccolti in 93 volumi, si trovano ora custoditi presso il Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri. Vi parteciparono gli Italiani d’ America e delle Colonie e, siccome la somma raccolta si rivelò notevolmente superiore al fabbisogno dell’opera, si determinò che con la somma residua s’istituisse la “Fondazione del Monumento al Carabiniere Reale” destinata all’assegnazione di quattro premi annui ad altrettanti Carabinieri giudicati più degni. L’inaugurazione del Monumento avvenne il 22 ottobre 1933, con le rappresentanze dei 92 capoluoghi di Provincia, di tutte le Armi e Associazioni combattentistiche come di migliaia di Carabinieri in servizio ed in congedo, convenuti da ogni parte d’Italia per il raduno nazionale. Il Re, Vittorio Emanuele III, ricevuto dal Generale Enrico Asinari di San Marzano, Comandante Generale dell’Arma, vide cadere il grande drappo bianco che copriva il Monumento, fra gli applausi dei presenti. Il Monumento,  con magniloquenti tavole marmoree, racconta le tappe più significative della Storia dell’Arma. Lasciamo alle parole del Colonnello Ulderico Barengo, il primo storico dell’Arma, tratteggiare la figura del Carabiniere del Monumento di Torino: “Con una concezione profondamente umana il sommo artista non ha voluto fare di lui un eroe da leggenda, raffigurarlo in atteggiamento di combattente, di salvatore, di vittima. E’ un Carabiniere in piedi, in atteggiamento tranquillo, con lo sguardo diretto lontano. In posizione di riposo, ma vigilante riposo. È il Carabiniere che possiamo vedere dovunque; è il soldato cui è stato detto: quando tutti dormiranno tu veglierai, perché essi possano riposare tranquilli; quando tutti si divertiranno, tu vigilerai….; quando tutti ripareranno nelle case per sottrarsi al tumulto tu marcerai allo scoperto verso il pericolo… e vedrai cadere il camerata senza farne vendetta. La strada che i Carabinieri percorrono è seminata di tombe; ma il sacrificio non è mai sterile e il sangue versato, come nella canzone del Poeta, fa rifiorire le rose”. Onoriamo ora la Città del grande Monumento al Carabiniere: Torino, la prima Capitale d’Italia, così proclamata il 17 marzo 1861, in Palazzo Carignano; Torino, la Città che dette i Natali all’Arma, nel lontano 13 luglio 1814, nella Caserma primogenita di Piazza Carlina; onoriamo la Città che, cento anni dopo l’unificazione nazionale, celebrò la ricorrenza con le grandiose manifestazioni di “Italia ’61”, cui parteciparono tutte le Regioni d’Italia e ventuno Nazioni ed organismi internazionali con un criterio di concretezza e serietà, tipico di un ‘epoca purtroppo lontana; Torino, la “Vecchia Signora”, che presentava un’Italia che, superato il periodo difficile della ricostruzione,  sfociava trionfalmente nel mitico “boom economico” dei primi anni ’60, grazie a una classe politica di altissimo spessore, oggi inimmaginabile! Nella vecchia Capitale sabauda, tutto si svolse in modo perfetto con la regia del grande Sindaco, Amedeo Pejron. Mirabile fu, tra le altre, l’Esposizione Internazionale del Lavoro, per illustrare sul piano mondiale il vertiginoso progresso tecnico e sociale e l’evoluzione del lavoro umano, che  si svolse il 5 giugno di quell’anno, alla presenza del Capo dello Stato, Giovanni Gronchi, e delle massima autorità centrali e locali. Anche la Festa Nazionale  dei Carabinieri si svolse a Torino, quell’anno, con varie cerimonie, che culminarono con il Raduno Nazionale di 15mila Soci dell’ Associazione Nazionale Carabinieri con il suo Presidente Nazionale, Generale Crispino Agostinucci, mentre il concerto  della Banda dell’Arma, diretta dall’ indimenticato Direttore Maestro Fantini, si tenne nella stupenda Piazza San Carlo. Seguì la cerimonia di scoprimento, il 4 giugno, di una lapide commemorativa all’ingresso della sede storica dell’Arma, dov’era ed è ubicato il Comando di Legione (Comando che celebrava il suo primo centenario), situato in  Piazza Carlina, posta vicino al portone di accesso alla caserma,  in posizione simmetrica rispetto a quella collocata nel 1914 in onore dei cent’anni dell’Arma; le significative parole qui riportate, furono dettate da un illustre  docente di Lingua e Letteratura Italiana dell’Università, il Prof. Carlo Curto, grande estimatore dei Carabinieri: IN QUESTE AUGUSTE MURA OVE L’ARMA/ L’ANNO 1814 SÈ VIDE NASCERE/ E L’ANNO 1861 SÈ CONSACRATA/ CONGIUNTI I SUOI FASTI A QUELLI/ DELLA PATRIA COMUNE/ A VIGILE SCOLTA/ DELL’ORDINE CIVILE E MILITARE/ LA LEGIONE TERRITORIALE TORINESE DEI/ CARABINIERI D’ITALIA/ CELEBRA CON QUELLO DELLA NAZIONE/ IL PRIMO CENTENARIO DELLA SUA ISTITUZIONE”. Quei memorabili  tre giorni si conclusero, il 5 giugno, con la tradizionale Cerimonia Militare per il 147° Annuale della fondazione dell’Arma, nella splendida cornice di Parco Ruffini, con una Brigata di formazione al comando del Colonnello Alfredo Arnera, cui fece seguito il carosello storico dei Carabinieri a cavallo al comando del Maggiore Enrico Galvaligi. La Bandiera di Guerra dell’Arma, con Banda in testa e Battaglione di Allievi Carabinieri  della storica Legione di via Cernaia al seguito, sfilò in parata per le strade della Città, ricca di memorie risorgimentali, tra grandi ovazioni di Popolo. Poi, ancora, come in questa sede non ricordare i festeggiamenti per il 150° annuale della fondazione dell’Arma, tenutasi a Roma all’Aeroporto dell’Urbe tre anni dopo, il 5 giugno del 1964, quando davanti al Capo dello Stato Mario Segni sfilò una Divisione di formazione al comando del Generale D. Vittorio Fiore su due Brigate, di cui la prima con in testa il Generale Mario Simonetti e la seconda, formata dalla neo costituita XI^ Brigata “Meccanizzata”, al comando del Generale Pietro Loretelli. Era l’Arma del grande Comandante Generale, Giovanni de Lorenzo! Concludiamo col dire che tutti i Monumenti disseminati nel Paese, dai più importanti ai minori,  plasticamente raffigurano la vera essenza del Carabiniere di ogni tempo; di quel Carabiniere d’Italia che tanto ha benemeritato dalla Patria e dai Cittadini il quale, forgiato nello stesso nobile metallo dei suoi predecessori,  il prossimo anno celebrerà, con dignità e onore, il proprio duecentesimo genetliaco.

Auguri, quindi, alla gloriosa, esemplare, secolare Quercia!

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