Racconti di sport

Racconti di sport – Auguri, divin codino!!!

Calcio Baggio 50 anniSabato 18 febbraio l’ex calciatore Roberto Baggio compirà 50 anni
Roma, 13 Febbraio 2017 – Il testo che segue è un capitolo del volume “LEGGENDE”, edito dal nostro giornale  “attualita.it”  lo scorso anno, che riproponiamo per celebrare la ricorrenza e formulare i migliori Auguri a Roberto Baggio in occasione del suo cinquantesimo compleanno. Il motivo per cui a questo campione, nato nel 1967, ci siamo affezionati è banale, ma ha un suo significato. Prima di lui si guardava ai calciatori, idoli dell’infanzia, dal basso verso l’alto, in quanto rappresentanti del “mondo dei grandi”. Scoprire che la maglia numero 10 della Nazionale la indossava un coetaneo fu un punto di svolta, oltre il quale fu inevitabile l’ingresso nell’età adulta. Salvo poi ritrovare molti anni dopo, con la rubrica “Racconti di sport”, una porticina per episodici ritorni ai momenti belli del passato, e rivederli con gli occhi di allora. Auguri, Roby!!!
 
 “Contro Taffarel ecco Roberto…  {lunga pausa silenziosa ad accompagnare la rincorsa}  …ALTO! Il Campionato del Mondo è finito, lo vince il Brasile”.
È la voce di Bruno Pizzul dal Rose Bowl di Pasadena, Texas, ad aver definitivamente inserito il 17 luglio 1994 Roberto Baggio nel mio personale Pantheon delle leggende.
Il vero tifoso, diciamocelo, è masochista, ed accetta di sottoporsi a sofferenze eterne. In genere lo fa scegliendo squadre che vincono “ad ogni morte di Papa”, nutrendosi dell’aspettativa di un sospirato trionfo che quando finalmente arriva – è garantito – regala una gioia infinita, ovvero la fine di una tribolazione. Per questo motivo il pubblico che condivide questi sentimenti può provare maggior empatia con il proprio “beniamino” (scusate, ma avendo evocato Pizzul non ci si può esimere dall’usare il suo lessico) quando lo vede eroe caduto, pieno di dignità nella sconfitta, piuttosto che quando è trionfante sugli allori.
D’altronde, abbiamo sempre preferito Ettore all’insopportabile Achille.
Ecco perché, a rendere più memorabile questo campione estroso che molte maglie cambiò e solo con alcune vinse, è anche il suo esser caduto ad un passo dal traguardo, con una nuvoletta di gesso a sollevarsi dal dischetto del rigore mentre il pallone volava in cielo (emulando Beccalossi, ma questa è un’altra leggenda…).
I trofei conquistati da Baggio con le diverse squadre non sono in realtà moltissimi (due scudetti, Juventus 1994-95 e Milan 1995-96; 1 Coppa Italia Juventus 1994-95; 1 Coppa UEFA Juventus 1992-93), pochi rispetto al suo valore tecnico e inferiori per numero rispetto ai riconoscimenti e alle onorificenze personali ricevute. E forse questo dato può essere invocato dai suoi detrattori (molti, tra allenatori, colleghi, tifosi) per corroborare le accuse di individualismo e di non voler/saper giocare per la squadra. Ci sia consentito obiettare che nella storia del football, sport diverso da tutti gli altri, c’è abbondanza di giocatori egoisti e ossessionati dall’esser loro a buttare la palla dentro, o comunque tanto innamorati di lei da volerla tenere sempre tra i piedi. Magari il comportamento risulta antipatico, ma alla fine sono i goal che contano…
E allora salutiamo Roberto da Caldogno, classe 1967, e i suoi improbabili tagli di capelli anni ’80 (prima col Lanerossi Vicenza e poi in maglia viola, quando Firenze si rivoltò alla cessione agli odiati “gobbi”), le stesse acconciature coerentemente mantenute, con qualche variante, pure negli anni’90. Salutiamo le sue infinite diatribe con gli allenatori, la sua stagione 1998 da 22 reti con la maglia del Bologna e i quattro anni da capitano del Brescia allenato dal sor Carletto Mazzone, fino al ritiro nel 2004.
 
E per concludere questo disordinato omaggio alla carriera di Baggio, non possiamo che ringraziare Roby per la sua rete del definitivo 3-3 in Brescia- Atalanta del 30 settembre 2001, che regalò a tutti gli sportivi la formidabile corsa di Mazzone sotto la curva orobica mentre rinverdiva- come si intuì dal labiale visto al rallentatore – l’antico culto romano per gli antenati (degli avversari).

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