IN ATTESA DEL 2011 I RICORDI DEL CENTENARIO 1861-1961

Alla vigilia del 150° anniversario dell’unita’ d’Italia, ricordi personali di “Italia ’61”.

Ci avviciniamo alle celebrazioni del 150° anniversario dell’ Unità d’ Italia, in verità con un po’ di fiacca e qualche improvvida polemica.


La circostanza, poi, che il Presidente Emerito della Repubblica,Carlo Azeglio CIAMPI, si sia sottratto dalla Presidenza del Comitato, evidenzia l’esistenza di talune problematiche di gestione e concettuali.

Il 17 marzo 1861, a Torino, in Palazzo Carignano, veniva solennemente proclamato il Regno d’Italia. Il 18 febbraio precedente, sempre a Torino, era stato inaugurato il primo Parlamento Italiano; e il 14 marzo, nella ricorrenza del genetliaco reale, Vittorio Emanuele di Savoia fu proclamato RE d’ITALIA.

Il nuovo Regno contava circa 22 milioni di sudditi con una superficie di 260.000 kmq.; rimanevano fuori da esso Venezia e Roma.


Cento anni dopo, Torino celebrava la ricorrenza con grandiose manifestazioni cui parteciparono tutte le Regioni d’Italia e ventuno Nazioni ed organismi internazionali.
L’idea di  Torino al centro di questo grande evento, sorse all’inizio del 1956 e trovò subito entusiastici propugnatori. Durante il lavoro preparatorio furono vagliate numerose proposte ed affermati due principi fondamentali, secondo un criterio di concretezza e serietà, tipico di un ‘epoca purtroppo lontana, che superato il periodo difficile della ricostruzione,  sfociava trionfalmente nel mitico “boom economico” dei primi anni ’60: raccomandare al Comitato Promotore delle manifestazioni di orientare il suo programma prevalentemente su opere durature e utilizzabili in avvenire;
segnalare all’Amministrazione Comunale la necessità di uno sforzo per portare a compimento le opere pubbliche già previste ,e deliberare quelle di carattere straordinario capaci di dare a Torino un aspetto ed una funzionalità adeguati all’avvenimento.
Si stabilì, inoltre, di indire una grande Assemblea cittadina, presieduta dal Sindaco, il grande Amedeo PEJRON,  formata dai rappresentanti di ogni attività, categoria ed ente cittadino, e di richiedere, nel frattempo, l’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica, accordato il 7 novembre 1957.
Fu contestualmente varata la Legge istitutiva del Comitato Nazionale del 30 dicembre 1959, pubblicata in G.U. il 3 febbraio 1960.
L’Assemblea cittadina, costituita da oltre 400 membri, fu convocata a Palazzo Madama  il  25 ottobre ed il 28 dicembre 1957, e ad essa il Sindaco illustrò le varie proposte maturate nel lavoro preparatorio. L’Assemblea espresse una Giunta provvisoria, trasformata in seguito in un Comitato Generale ,composto da 200 membri, presieduto dal Sindaco, che dopo due mesi presentò uno schema organizzativo di massima ed elaborò un primo elenco di idee.

Le linee fondamentali erano già state tracciate: rifare la storia degli avvenimenti che condussero alla proclamazione dell’Unita’ d’Italia, e presentare un secolo di vita unitaria con particolare riferimento al progresso conseguito nel mondo del lavoro.
 
Sorsero, così, tre Commissioni di studio che stesero i programmi delle tre iniziative fondamentali:
– la Mostra Storica dell’Unita’ Italiana, volta ad illustrare gli aspetti ed i momenti di quel processo che si concluse con il trionfo delle libere istituzioni e la proclamazione dello Stato Unitario Italiano;
– la Mostra delle Regioni Italiane, per testimoniare lo sviluppo delle varie Regioni negli ultimi cento anni, mettendo in evidenza la differenziata vocazione storica di ognuna di esse;
– l’Esposizione Internazionale del Lavoro, per illustrare sul piano mondiale il vertiginoso progresso tecnico e sociale e l’evoluzione del lavoro umano, che  si svolse il 5 giugno di quell’anno a Torino, alla presenza del Capo dello Stato, Giovanni Gronchi, e delle massima autorità Centrali e Locali.
 
Anche la Festa Nazionale  dei Carabinieri si svolse a Torino, quell’anno, nella Città che dette i Natali all’Arma, nel lontano 1814, nella Caserma primogenita di Piazza Carlina.
Ho la fortuna di avere ricordi precisi di allora, in quanto mio Padre, dal 1958, con il grado di Colonnello, reggeva il Comando della Legione Territoriale Carabinieri di Torino.
Ci fu gran fervore nell’organizzazione delle varie cerimonie, che culminarono con il Raduno Nazionale dell’ Associazione Nazionale Carabinieri; il concerto  della Banda dell’Arma. diretta dall’ indimenticato Direttore Maestro FANTINI, nella stupenda Piazza San Carlo; con la cerimonia di scoprimento di una Lapide commemorativa all’ingresso della sede storica dell’Arma, dov’era ubicato il Comando di Legione, in  Piazza Carlina, le cui significative parole( “In  queste auguste mura, dove l’Arma l’anno 1814 sè vide nascere, e l’ anno 1861, sè consacrata ai destini della Patria comune,a vigile scolta dell’ordine civile e……….”) ,furono dettate da un illustre  docente di Lingua e Letteratura Italiana, il Prof. Carlo Curto, grande estimatore dei Carabinieri.
Nel corso della  bella cerimonia, mio Padre tenne una apprezzata allocuzione. Quei memorabili  tre giorni si conclusero con la tradizionale Cerimonia Militare per il 147° Annuale della fondazione dell’Arma, nella splendida cornice di Parco Ruffini( con una Brigata di formazione al Comando del Colonnello Alfredo Arnera), cui fece seguito il carosello storico dei Carabinieri a cavallo.

La Bandiera di Guerra dell’Arma fu custodita nell’Ufficio di mio Padre per tutto il periodo delle celebrazioni e vi fu trasferita, con Banda in testa e Battaglione di Allievi Carabinieri ( della storica Legione Allievi di via Cernaia) al seguito, sfilando in parata per le strade della Città, ricca di memorie risorgimentali, tra grandi ovazioni di Popolo.

In quei giorni, quando di sera tardi, come spesso facevo, entravo nell’ufficio di mio Padre,con porta di accesso dal salone dell’alloggio di servizio, trovandolo intento come di consueto a “sbrigare” montagne di pratiche, nel vedere la BANDIERA DI GUERRA dell’ARMA ( quella vecchia, decana, con il drappo “sbrindellato”, che venne rinnovato, se ben ricordo, nel 1965) io, ragazzino appena quattordicenne, provavo una sensazione di stupore e quasi di timore, sentendomi coinvolto nella custodia del Sacro Vessillo.
 
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