Politica

Rinnovo della Presidenza a Mattarella e programmi. Intervista esclusiva con l’On. Massimiliano De Toma

A quasi 81 anni, il parlamento rielegge Sergio Mattarella

Roma, 01 febbraio 2022 – La scorsa settimana, abbiamo assistito al gioco politico delle tre carte, per l’elezione del Presidente della Repubblica. Nomi, bruciature, indisponibilità di Mattarella ad un nuovo mandato e poi, a “sorpresa”, Mattarella viene rieletto ed accetta “per il bene dell’Italia”…

Poniamo tre domande all’Onorevole Massimiliano De Toma che, gentilmente, accetta di rispondere.

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Onorevole De Toma, all’esito della rielezione di Mattarella a Capo dello Stato, ci dice quali sono le sue impressioni e osservazioni? Cosa è andato storto secondo lei?
“Personalmente ritengo che la rielezione di Sergio Mattarella abbia rappresentato una brutta pagina politica dell’attuale maggioranza, totalmente incapace di mantenere fede a un credo e a dei valori.
Un passaggio, questo, che vedo come un vero ripiego di tutti i partiti, ad eccezione appunto di Fratelli d’Italia, che hanno letteralmente barattato sette mesi di stipendio con sette anni di mandato presidenziale.
La prova provata che la maggioranza tiene più alla poltrona che al bene dell’Italia.
Un gesto offensivo e indecoroso nei confronti della più alta carica dello Stato che aveva ampiamente dichiarato la sua indisponibilità ad un’eventuale rielezione, fossi stato nei suoi panni, avendo già deciso, avrei invitato le forze politiche ad individuare un profilo diverso.
Lo scenario attuale mostra una grande spaccatura dei partiti di centrodestra e, fortunatamente, possiamo ancora vantare di essere gli unici ad aver mantenuto la parola data, mentre dall’altra parte non si è voluto credere, non si è voluto fare.
Gli stessi partiti che avevano dichiarato sin dagli inizi “No Mattarella”.
Insomma, siamo stati gli unici a non averlo votato.
Riprendo le parole del Capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida che ha detto: “Tradire gli italiani non è nel nostro DNA”. Lo abbiamo ampiamente dimostrato. Il nostro partito è composto da donne e uomini onesti e capaci che possono vantare coerenza e lealtà nei confronti di tutti i cittadini italiani, siamo fieri di essere chi siamo perché possiamo davvero camminare a testa alta.
Gli elettori avranno modo di premiarci alle prossime elezioni, di questo ne sono certo. La scorsa settimana ho assistito ad un teatrino molto triste della nostra storia repubblicana che ci deve spingere ad una seria riflessione.
Per me è imprescindibile, per il futuro, ricorrere all’elezione diretta del Capo dello Stato.
Egli rappresenta l’unità nazionale, rappresenta la nostra nazione, la nostra fierezza; è una figura che i cittadini hanno il diritto di scegliere.
D’altronde, l’abbiamo visto, i grandi elettori non sono stati poi così grandi. Il popolo deve ritornare ad essere sovrano ed eleggere questa carica in un’unica tornata, ma servirà una proposta seria, chiara e articolata affinché questo avvenga in maniera ottimale per non arrivare impreparati ancora una volta.”

CARO BOLLETTE
Il Presidente della Repubblica non deve distoglierci dall’affrontare i problemi reali del Paese. Su cosa si dovrebbe concentrare il Governo, in prima istanza, e cosa non si dovrebbe procrastinare?
“Penso, senza ombra di dubbio, che il primo grave problema su cui il governo debba mettersi al lavoro è la questione riguardante l’energia che tocca tutti indistintamente.
A causa del caro bollette e del caro carburanti, l’esistenza delle nostre imprese italiane è a rischio.
Il caro energia sta generando una drammatica frenata alla ripresa economica del Paese ancora provato dalla pandemia da Covid-19, dalle chiusure forzate e dalle risorse insufficienti stanziate dai governi che si sono succeduti, danneggiando pesantemente anche le famiglie che si ritrovano a pagare il rincaro dei prodotti scaricati a valle dalle stesse imprese.
Dopo i quasi 10 miliardi stanziati nel 2021 per calmierare i costi in bolletta, ora con il decreto sostegni ter, il Governo ha destinato ulteriori 1.2 miliardi di euro per il rincaro bollette ma le risorse sono palesemente insufficienti.
È opportuno, in questa fase storica, intervenire con la liquidità ma non può essere l’unica soluzione perché, ricordiamocelo sempre, tutto ciò che viene immesso lo dobbiamo restituire ed è opportuno che gli interventi non siano a fondo perduto ma generino dei benefici tangibili.
Questo è un tema che mi sta molto a cuore. In qualità di componente della Commissione X Attività produttive, Commercio e Turismo mi trovo, purtroppo troppo spesso, ad ascoltare imprenditori, lavoratori ma anche semplici cittadini, sopraffatti dai rincari dell’energia.
Noi attendiamo impazienti che tutti i Paesi europei, e l’Italia soprattutto, adottino politiche serie, lungimiranti e di ampio respiro per la risoluzione del problema ma, purtroppo, non mi sembra che si stia andando nella giusta direzione.
Il Governo deve agire tempestivamente per sollevare imprese, filiere produttive, famiglie e lavoratori, dando un segnale forte e non di certo perseverare in scelte cervellotiche e prive di senso logico che creano “soltanto” danni irreparabili al tessuto economico e sociale dell’intera nazione.”

TRANSIZIONE ENERGETICA
In merito ai problemi elencati, lei che tipo strategia di lungo termine propone al governo?
“Nel 2019 ho presentato una risoluzione in Commissione sui carburanti che, purtroppo, nonostante sia stata votata favorevolmente da tutti i partiti, è rimasta lì ferma e di tutti i punti inseriti non ne è stato realizzato concretamente neanche uno.
Altresì, poche settimane, fa ho presentato una nuova risoluzione sull’energia che spero venga calendarizzata al più presto. È una vera strategia che, se messa in campo minuziosamente in tutte le sue parti, potrebbe davvero risolvere la quasi totalità dei problemi che affliggono il nostro Paese, senza ricorrere ad un ulteriore indebitamento.
La nostra nazione, per sua conformazione naturale, non presenta materie prime sufficienti a coprire il fabbisogno energetico, ecco perché dobbiamo avere un approccio più realistico e solerte nei confronti delle energie da fonti rinnovabili.
L’installazione di tali impianti è spesso, purtroppo, frenata da una serie infinita di lungaggini burocratiche che impediscono al nostro Paese di specializzarsi nel settore ed essere competitivo sul piano energetico.
L’Italia dovrebbe essere accompagnata in questo processo di transizione energetica e, contestualmente, avviata verso la creazione di una filiera industriale nel campo che funga da moltiplicatore economico e ci renda finalmente indipendenti dall’estero dal punto di vista dell’energia.
Non si può continuare a rinviare la creazione di una base line nazionale, non possiamo affatto permettercelo. Il settore ha bisogno di molta manodopera e, oltre ai notevoli benefici all’ambiente e ai costi delle fonti non rinnovabili, darebbe una boccata d’ossigeno importante all’occupazione.”

Grazie, Onorevole De Toma. Le auguriamo – per il bene della Nazione – buon lavoro!

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