Gennarì, facce ‘o miracolo!

Una laurea, tanta gavetta, altrettanta grinta e il nome del Santo a garanzia (hai visto mai).

Roma, 16 giugno 2025 – Chissà se il presidente della Federcalcio Gravina, da uomo del sud quale è (è nato a Castellaneta, in provincia di Taranto) nell’ingaggiare Gennaro Gattuso come Ct della nazionale avrà pensato anche al suo nome di battesimo.

Gennaro, non Rino, come lo chiamano tutti, anche se quest’ultimo nome nei suoi documenti non c’è proprio, visto che all’anagrafe si chiama Gennaro Ivan Gattuso.

Gennaro come il Santo protettore di Napoli, adorato in ogni parte del nostro meridione, capace di fare miracoli come la liquefazione del suo sangue, che si ripete più o meno puntuale tre volte l’anno.

Il 19 settembre, giorno della festa del Santo; il sabato che precede la prima domenica di maggio, in ricordo della traslazione delle sue reliquie e il 16 dicembre, in commemorazione dell’eruzione del Vesuvio del 1631, quando il sangue del Santo la fermò.

Senza voler essere blasfemi, a Gennaro (non Rino) Gravina ha chiesto il miracolo di portare la nostra malmessa nazionale ai Mondiali.

Compito reso subito arduo dalla sonora sconfitta per 3-0 rimediata nella gara di esordio delle qualificazioni in Norvegia, a casa della nostra avversaria più temibile nel girone, peraltro non irresistibile.

Gennarì facce ‘o miracolo e lui farà il possibile per riuscirci.

Perché se ci riuscirà di un miracolo sportivo si tratterà, vista la pochezza dei calciatori che avrà a disposizione.

Ha le qualità per farlo? A voi la risposta, ma non lo sottovalutate, perché Gattuso, 47 anni compiuti il 9 gennaio, se si mette in testa una cosa, spesso la ottiene, con la caparbietà tipica dei calabresi come lui.

È stato così per la laurea in Architettura che ha conseguito nel 1997, presso l’Università degli Studi di Reggio Calabria, con una tesi sullo sviluppo sostenibile di un’area vasta quale è la Piana di Sibari.

È stato così per i traguardi che ha raggiunto nella sua lunga e vincente carriera di calciatore, che lo ha portato a correre per i compagni più dotati, al punto di essere soprannominato anche “ringhio”.

È stato così, finora, anche per la sua carriera di allenatore, nella quale a differenza di altri è partito dal basso per poi arrivare, ora, al vertice: la nazionale italiana.

Come nuovo Ct della quale sarà presentato giovedì 19 giugno alle 11.00 all’Hotel Parco dei Principi di Roma.

Con lui chi non corre non gioca. Chi non lotta non gioca. Chi fa la star non gioca. Chi non si mette al servizio della squadra non gioca. Chi si mette al di sopra degli altri non gioca.

A pensarci bene i nostri nazionali dovranno cambiare davvero atteggiamenti e registro, altrimenti chi giocherà?

Foto: alanews.it

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